MARADONA STAVA PER FINIRE A POGGIOREALE! - CLAMOROSA RIVELAZIONE DELL’EX PM ANTICAMORRA LUIGI BOBBIO: “NEL ’91 ERO PRONTO A FIRMARE LA RICHIESTA DI ARRESTO PER DIEGUITO, IL PROCURATORE CAPO NON VOLLE” - LASCIATA LA TOGA E’ DIVENTATO SINDACO DI CASTELLAMMARE DI STABIA - ORA UN INTRIGO DI PALAZZO INTERNO AL PDL STA PER MANDARLO A CASA - E LUI DENUNCIA L’OVVIO: “GLI APPALTI FANNO GOLA ALLA CAMORRA…”
DAGOREPORT
Da pm antimafia voleva regalare a Maradona una maglia a strisce bianconere (non la divisa della Juve, ma quella dei galeotti), da sindaco anticamorra in una città di frontiera ora rischia di perdere la poltrona. Tradito dal suo stesso partito, il Pdl.
Che fosse un tipo da prendere con le molle, l'ex pm antimafia Luigi Bobbio, l'aveva dimostrato quando nel 1991 decise di mettere sott'inchiesta il Pibe de Oro per droga. Il Napoli del campione argentino aveva appena vinto il suo secondo (storico) scudetto ma il magistrato voleva comunque sbattere in galera l'asso azzurro, a conferma della sua fama da duro.
Che Dieguito abbia rischiato di finire nel carcere di Poggioreale, insieme a mariuoli e rapinatori, poco prima che poi finisse in manette a Buenos Aires, nessuno l'ha mai saputo fino a quando Bobbio ha deciso di raccontarlo nel libro «Pallone criminale»: «Ero del parere che Maradona andasse arrestato, perché gli indizi a suo carico erano molti e i fatti erano obiettivamente gravi. Ne parlai con il procuratore dell'epoca e gli dissi che ero pronto a firmare la richiesta di custodia cautelare in carcere. Ma il procuratore non volle. Forse, la mia inchiesta era troppo in anticipo sui tempi».
O forse, più semplicemente, il procuratore aveva intuito che mandare in galera Maradona a quel tempo gli avrebbe creato giusto qualche "piccolissimo" problema di ordine pubblico. Altro che Vesuvio in eruzione, sarebbe successa la terza guerra mondiale.
Da uno così, ci si può aspettare di tutto. Anche che si iscriva al partito più anti-giudici d'Italia: il Pdl. E vinca le elezioni a Castellammare di Stabia, l'ex Stalingrado del Sud dove nel 2009 il consigliere comunale del Pd Gino Tommasino è stato ammazzato da un killer iscritto allo stesso partito, che aveva pure partecipato alle primarie locali.
Dalla toga alla fascia tricolore, l'obiettivo è sempre quello: rompere le scatole ai camorristi. Durante la cerimonia per la festa del Patrono di Castellammare di Stabia, San Catello, appena si accorge che la Statua del Santo s'inchina al balcone dov'è affacciato un boss, sfancula il padrino e il vescovo, si toglie la fascia tricolore e se ne va dal corteo. Tuoni e fulmini, scomuniche e saette. L'anno dopo, il sindaco minaccia di far portare in giro la statua da poliziotti e carabinieri. Come d'incanto, la fermata davanti alla casa del mammasantissima non si fa più. Il boss ha perso la sfida.
E ora, Bobbio sta per essere mandato a casa da alcuni "dissidenti" della sua stessa (ex) maggioranza. Roba che Repubblica e Il Fatto quotidiano ci farebbero una raccolta firme ogni due settimane. I primi a fargli la guerra sono quelli del Pdl. O almeno una delle "fazioni" in cui è diviso il partito in Campania. Uno dei tre consiglieri che ha voltato le spalle a Bobbio, infatti, è considerato vicinissimo al capogruppo regionale Fulvio Martusciello, ha collaborato (ancora collabora?) presso il Gruppo Regionale. Ieri, nell'ultimo consiglio comunale, il golpe è fallito per poco.
Ma c'è sempre tempo per rimediare. "In città - racconta Bobbio - stanno arrivando oltre 200 milioni di euro per opere pubbliche che fanno gola ai clan. Per impadronirsene, la camorra sa che deve mandarmi a casa. E sta cercando di farlo in tutti i modi. I tre consiglieri ex di maggioranza inspiegabilmente passati con l'opposizione sono criminali politici".
Ovviamente, i capataz del partito si guardano bene dal dargli una mano: si dovesse mai pensare che il Pdl, oltre a un bel po' di politici sott'inchiesta per camorra, truffa, riciclaggio, bancarotta, difenda l'unico magistrato che ha in squadra? Oh, uno ci tiene alla reputazione... Ma Angelino Jolie Alfano questa storia la conosce? E gli amici delle toghe, quelli del popolo viola, i professionisti degli appelli, non hanno proprio nulla da dire?






