USA E GETTA - ROMNEY AFFRONTA BARACK COME BARACK AFFRONTAVA BUSH, E RISCUOTE SEMPRE PIÙ CONSENSI, STACCANDO GINGRICH DI 16 PUNTI NELLE PRIMARIE - L’ALTER EGO CONSERVATORE DI OBAMA È AGGUERRITO: ANCHE LA MOGLIE FA CONCORRENZA A MICHELLE - PER FORTUNA DI BARACK, ZIO PAPEROMNEY SI ESIBISCE IN UN’ALTRA GAFFE: “NON SONO PREOCCUPATO PER I POVERI, VOGLIO AIUTARE IL CETO MEDIO”...

1 - ROMNEY IL CLONE DI DESTRA CHE ADESSO SPAVENTA OBAMA
Angelo Aquaro per "la Repubblica"

Quando l'altra sera Mitt Romney si era presentato in tv nel dibattito decisivo per la conquista della Florida, quel piccolo particolare non era sfuggito nello staff di Barack Obama. La guerra intestina che sta consumando i repubblicani è stato un pensiero stupendo materializzato perfino sulla copertina del New Yorker: Barack che sorride in poltrona, birretta in mano, gustandosi la sfida da SuperBowl tra Mitt e Newt Gingrich. Ma la vittoria a due cifre di martedì sera (46 contro 32 per cento) è una doccia più fredda di qualsiasi birra.

Sedici punti di differenza sono un piccolo ciclone non solo per la Florida. E' vero che Gingrich dice che combatterà fino alla convention di agosto: «Questa è una sfida a due». E' vero che Rick Santorum e Ron Paul sono ancora in corsa e che già dal caucus di sabato prossimo in Nevada si ricomincia. Ma il discorso con cui Romney ha festeggiato la vittoria è un segnale: «Leadership è responsabilità e la mia leadership metterà fine all'era di Barack Obama. Questa non è una semplice elezione di un presidente: bisogna salvare l'anima dell'America». Fosse solo la cravatta.

Sostituite nomi e cognomi: Romney non parla come l'Obama che si candidava al dopo Bush? Gli spin doctors della Casa Bianca ovviamente sono già al lavoro per far passare la tesi contraria. Il voto in Florida - dice Stephanie Cutter, il numero due della squadra elettorale - dimostra che per vincere Romney ha dovuto smettere la maschera di moderato e conquistare gli arrabbiati. Di più: per sconfiggere Gingrich ha dovuto seppellirlo di spot (60 a 1) e tutti negativi. Conclusione: la Florida ha votato "contro" gli altri candidati e non "per" Mitt. E la sua strategia gli si torcerà contro: alienandogli i moderati nella sfida con Barack.

Sarà. Però Obama quel clone di destra lo teme al punto da avergli dedicato, l'altra sera, una stoccatina: ricordando che l'uomo che si candida a salvare l'America era contrario a salvare invece l'industria dell'auto che grazie a lui è tornata più bella di pria. Perfino la carica della moglie Ann ricorda quella di Michelle.

E' lei che l'altra sera ha presentato, da sola, il marito - il miliardario che non si sapeva fare amare - alla folla di Tampa. E' lei che prima della chiusura dei seggi l'ha incoraggiato a cantare - proprio come aveva fatto qualche giorno fa Obama nella raccolta fondi all'Apollo Theatre - davanti alla folla di Dunedin: "America the Beautiful". Com'è stato?, ha chiesto a bruciapelo il comico Jay Leno a un giudice particolare: proprio Michelle Obama. E lei: "Beautiful!".

Insomma Barack picchia e Michelle accarezza: è già battaglia elettorale. Poi, certo, un clone non è mai l'originale. Proprio ieri a Mitt gli è scappato che «non sono i veri poveri» a preoccuparlo perché per quelli «c'è una rete di salvataggio» sociale. Non gli interessano i poveri? Voleva dire, ha chiarito, che gli sta a cuore l'americano medio e senza protezione. Ma che volete: non è la cravatta, neppure quella azzurra, che fa il presidente.

2 - «NON SONO PREOCCUPATO PER I POVERI»
Dal "Corriere della Sera" - Nuova gaffe ieri di Mitt Romney, il favorito delle primarie repubblicane: «Non sono preoccupato per i poveri, loro hanno una rete di protezione. Io sono concentrato su come aiutare il ceto medio», ha detto l'ex governatore del Massachusetts in un'intervista alla Cnn che puntava a celebrare la vittoria in Florida e che invece rischia di trasformarsi in un vero e proprio boomerang. «Credo che buoni pasto, buoni alloggio, i programmi Medicaid e altre forme di assistenza siano in grado di tenere a galla i più poveri», ha detto Romney. La mia reale preoccupazione è per il cuore dell'America, il 90-95% degli americani che ora sono in difficoltà».

 

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