COALIZIONE INDIGESTA – SLITTA DI NUOVO IL TAVOLO DEI LEADER DI CENTRODESTRA PER DECIDERE I CANDIDATI A ROMA, MILANO E BOLOGNA. PER ORA C’È L’ACCORDO SOLO SU DAMILANO A TORINO E MARESCA A NAPOLI, MA NON SU MILANO E ROMA – IERI RIUNIONE DI UN’ORA E MEZZO: NONOSTANTE I ROSARI PORTATI DI FATIMA PORTATI DA SALVINI, GLI ANIMI SI SONO SCALDATI – NELLA CAPITALE “BALLOTTAGGIO” TRA ENRICO MICHETTI (SPONSORIZZATO DALLA MELONI) E LA MAGISTRATA SIMONETTA MATONE, PREFERITA DA LEGA E FORZA ITALIA
Alessandro Di Matteo e Federico Capurso per “la Stampa”
Il vertice decisivo sarà la prossima settimana, anche questa volta. Il nuovo tavolo dei leader del centrodestra non riesce a produrre un accordo sui candidati a Roma, Milano e Bologna, e anzi - raccontano - nonostante i rosari di Fatima portati in dono da Salvini, non sono mancati i momenti di tensione durante l' ora e mezzo di riunione.
Solo i nomi di Paolo Damilano a Torino e di Catello Maresca a Napoli sembrano ormai definiti, ma per le altre grandi città al voto ci vorranno ancora giorni. E siccome «l' accordo va chiuso in una logica di "pacchetto"», spiega uno dei partecipanti al vertice, tutto è rimandato di nuovo alla prossima settimana, quando - assicura il leader della Lega - si chiuderà l' intesa.
giorgia meloni matteo salvini antonio tajani a catania
Su Milano, in particolare, Matteo Salvini mantiene coperte le sue carte, «non vuole bruciare il nome che ha», spiegano dalla Lega. Mentre a Roma si profila una sorta di ballottaggio tra l' avvocato Enrico Michetti, sostenuto con energia da Giorgia Meloni, e la magistrata Simonetta Matone, preferita dalla Lega e da Forza Italia.
Di sicuro ieri gli animi si sono scaldati. Raccontano che a un certo punto è dovuto intervenire Salvini per riportare la calma tra Giancarlo Giorgetti e Antonio Tajani: di fronte ai veti incrociati sui candidati "civici", il ministro dello Sviluppo economico avrebbe buttato là l' idea di affidare la scelta ai «partiti più grandi», cioè Lega e Fdi. Soluzione poco gradita al numero due di Fi, che avrebbe replicato: «Non parlavi in questo modo quando Fi era al 25% e la Lega al 4%...».
Su Roma, poi, la discussione è stata piuttosto accesa, riferiscono. Innanzitutto è stato studiato il sondaggio commissionato dai leader del centrodestra e che attribuirebbe alla Matone maggiore popolarità presso i romani. Il nome di Maurizio Gasparri, proposto a un certo punto da Forza Italia, ha trovato il "no" netto della Meloni.
Ma è soprattutto su Michetti che la discussione si è incagliata: l' avvocato che piace a Fdi non solo sarebbe meno forte della Matone, ma è anche protagonista di una delibera dell' Anac su un affidamento di appalti da parte della Asl Roma 5. In particolare, l' azienda sanitaria locale avrebbe affidato a Michetti un servizio di consulenza che l' Anac definisce «non pienamente in linea con i principi generali» di «pubblicità, trasparenza ed imparzialità» fissati dalle norme che regolano la materia.
simonetta matone foto di bacco (2)
La Meloni, spiegano, avrebbe ribattuto spiegando che non ci sono «scheletri nell' armadio» e che, semmai, è la regione che dovrà spiegare se ha fatto tutto secondo le regole oppure no. Secondo Lega e Fdi, però, una soluzione di compromesso potrebbe essere la Matone candidata sindaco, con Michetti vice e Vittorio Sgarbi assessore alla cultura. Anche perché c' è chi non esclude che la Meloni stia solo alzando il prezzo per poi chiedere la candidatura alla guida della regione Lazio. Per Bologna, infine, si continua a fare il nome di Andrea Cangini.
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