COLF O PORTABORSE? UN “PALAZZO” DI COLLABORATORI IN NERO
A cura di Gianluca Di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"
Un'ispezione lunga tre anni. Mai un'indagine dell'Ispettorato del Lavoro è durata tanto. Ma quando in ballo c'è il buon nome di Camera e Senato le procedure rallentano. Nel 2009 gli ispettori del ministero del Lavoro iniziano a scavare, dopo alcune segnalazioni, sui contratti di lavoro dei collaboratori parlamentari della precedente legislatura. I risultati adesso sono noti ma non i nomi dei trasgressori. "Tuteliamo la privacy", rispondono dall'Ispettorato.
Si parte da un dato: a 635 deputati corrispondevano solo 272 collaboratori accreditati per l'accesso ai Palazzi. Il regolamento vieta a chiunque di entrare senza un pass. I casi sono due, o tutti gli altri onorevoli non avevano un collaboratore, ipotesi di cui dubitano anche gli ispettori, oppure il sommerso regna sovrano. A Montecitorio nel corso delle verifiche sono state riscontrate 58 irregolarità (pari circa il 20 per cento di quelli che hanno dichiarato di utilizzare collaboratori) «in materia lavoristica, previdenziale e assicurativa». Infrazioni che non riguardano il codice penale ma si sanano pagando una multa.
Finora in due casi soltanto la controversia è stata risolta con conciliazioni davanti ai giudici: le sanzioni sono state pari a 5 mila e 800 euro. Bazzecole, rispetto alla severità dei provvedimenti previsti per i cantieri quando si trovano lavoratori senza tutele. Per i senatori invece sono state riscontrate 21 irregolarità . Con un resistenza anche di fronte ai controlli: sei parlamentari sono stati multati per impedimento all'ispezione.
Un ostruzionismo che ha reso difficoltosa l'ispezione e ha fatto lievitare i costi. I 21 senatori devono comunque sborsare in totale quasi 19 mila euro. I detective del ministero non hanno avuto accesso né a palazzo Madama né a Montecitorio. I politici coinvolti sono stati convocati nella sede della Direzione provinciale del Lavoro. Ma la normativa sull'inquadramento dei collaboratori parlamentari è a dir poco confusa: tra le tante formule, quello che li tutela meglio è il contratto collettivo sulle colf.
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