UN COLPO ALLA TESTA - L’ISIS GIUSTIZIA DIECI MEDICI CHE SI ERANO RIFIUTATI DI CURARE LE FERITE DEI MILIZIANI DEL CALIFFATO COLPITI IN IRAQ (LE FOTO)
John Hall per il www.dailymail.co.uk
I guerriglieri dello Stato Islamico hanno ucciso, in Iraq, 10 medici che si erano rifiutati di curare alcuni miliziani dell’organizzazione terroristica feriti in battaglia.
L’esecuzione è stata immortalata in una fotografia, scattata 15 miglia a sud della roccaforte terrorista Mosul, che ritrae il momento in cui i guerriglieri sparano alla testa dei medici inginocchiati.
Tutto è iniziato durante una battaglia tra i jihadisti dell’ISIS e alcune truppe locali dell’Hammam al-Alil. Durante il combattimento parecchi miliziani dello Stato Islamico sarebbero stati feriti, ma i medici della zona, contrari alle attività del gruppo terroristico, si sarebbero rifiutati di assistere i feriti, finendo ammazzati.
I dettagli dell’esecuzione, avvenuta nel nord del deserto iracheno, sono stati riportati dalla televisione satellitare irachena Al-Sumaria. Nel servizio, un membro delle autorità locali, Mowaffaq Hamid al-Azawi, ha poi descritto la città di Mosul, sotto il controllo dell’Isis, come una grande prigione a cielo aperto, dove la popolazione è vittima delle barbare torture dei terroristi dell’Isis.
Oltre che i medici, pare che i jihadisti abbiano ucciso anche 60 combattenti sunniti nella provincia irachena di Anbar, oltre che a membri delle tribù Al-Karableh, Albu Ubaid, Albu Mahal e Albu Salmam. Questi ultimi colpevoli, a quanto pare, di collaborare con le forze di sicurezza irachene.
Intanto i soldati dell’esercito iracheno e le milizie sciite iraniane, alleate con il governo iracheno, hanno ottenuto un’importante vittoria, spingendo l’Isis fuori dalle città-chiave dell’Iraq. La settimana scorsa le forze di sicurezza hanno liberato la città di Tikrit - il luogo dove nacque Saddam-Hussein - un’area strategicamente importante dalla quale l’esercito iracheno potrebbe ora preparare l’attacco a Mosul e addirittura scacciare l’Isis dal paese.
Questa mattina il segretario alla Difesa americano Ash Carter ha detto che gli U.S.A. hanno fatto grandi progressi nella lotta all’Isis, ma ancora non è possibile fare previsioni sulla durata del conflitto.
Durante una conferenza stampa con la sua controparte sud-coreana, Carter non si è azzardato a dire che questo sia effettivamente l’inizio della fine dell’Isis in Iraq.
Un paese che, a causa del Califfato, si trova nella peggiore crisi degli ultimi anni, precisamente da quando le truppe americane si sono ritirate nel 2011. I militanti stanno perseguitando anche le minoranze religiose, inclusi i cristiani e i seguaci dell’antica fede Yazida, costringendo decine di migliaia di persone a lasciare le proprie case.
isis esecuzione per stregoneria a raqqa folla di spettatori
Dal momento della sua creazione fino a oggi, l’Isis ha costruito un Califfato che occupa il confine tra Iraq e Siria. Dall’inizio dello scorso agosto, gli Stati Uniti stanno effettuato raid aerei per aiutare le forze irachene a respingere i jihadisti. L’Isis continua tuttavia a controllare la provincia settentrionale di Ninevah, gran parte della provincia occidentale di Anbar, alcune zone a nord di Bagdad, oltre che a grandi aree nella vicina Siria.