macron evacuato dal teatro

COM'È IL CLIMA IN FRANCIA? TREMENDO! MACRON È A TEATRO, E UN GIORNALISTA-GILET GIALLO PIÙ VOLTE ARRESTATO TWITTA UN VIDEO IN CUI INQUADRA IL PRESIDENTE, CHIAMANDO A RACCOLTA I MANIFESTANTI: ''QUALCOSA BOLLE IN PENTOLA, LA SERATA SARÀ MOVIMENTATA'' (QUI IL FILMATO). FUORI DAL TEATRO ARRIVANO IN DECINE E CERCANO DI IRROMPERE, IL PRESIDENTE VIENE ALLONTANATO E… - L'EX CAPO DEI SERVIZI SEGRETI: ''IL PAESE È SULL'ORLO DELLA GUERRA CIVILE MA I MEDIA LO NASCONDONO''

 

 

 

 

1. FRANCIA: MACRON A TEATRO, MANIFESTANTI TENTANO BLITZ

macron a teatro inquadrato di nascosto

 (ANSA) - Una trentina di manifestanti hanno tentato ieri sera di entrare in un teatro parigino in cui Emmanuel Macron e la premiere dame Brigitte stavano assistendo a uno spettacolo. Il tentativo è stato respinto dalla polizia. Macron e la consorte sono stati messi in sicurezza, poi sono potuti rientrare nella sala per assistere alla fine della piece teatrale. Lo riferisce la radio France Info.

 

Macron e Brigitte stavano assistendo al teatro della Bouffe du Nord alla rappresentazione de 'La Mouche'. Secondo quanto si è appreso, un uomo che si trovava anch'egli in sala ha postato sui social network una foto della coppia presidenziale in platea invitando i militanti ad intervenire fuori dal teatro: "Qualcosa si sta preparando, la serata sarà movimentata", ha scritto su Twitter.

contestazioni contro macron fuori dal teatro

 

 Si tratterebbe, secondo France Info, di Taha Bouhafs, un cosiddetto 'giornalista militante', che è successivamente stato fermato. Per alcuni minuti, Macron e Brigitte sono stati messi in sicurezza, poi sono rientrati per assistere alla fine della rappresentazione. L'entourage di Macron ha fatto sapere successivamente che "il presidente continuerà a recarsi a teatro come è abituato a fare e vigilerà affinché azioni politiche non violino la libertà di espressione, la libertà degli artisti e la libertà di creazione".

taha bouhafs

 

 

 

2. GLI 007: FRANCIA VERSO LA GUERRA CIVILE

Mauro Zanon per ''Libero Quotidiano''

 

Bei tempi quando le terrazze dei caffè parigini erano frequentati da famiglie «gioiose», «spesso di origini italiane», perché oggi, i dehors della capitale, specialmente nei quartieri popolari, «sono occupati dalla mattina alla sera () solamente da uomini oziosi, dagli sguardi indifferenti e incattiviti, che è meglio non incrociare», «la maggior parte di essi tiene interminabili conversazioni in lingua straniera durante le ore di lavoro abituali» e «la sola attività si concentra attorno al vasto supermercato di alimentazione halal».

taha bouhafs

 

Bei tempi quando la classe politica francese si batteva per proteggere i valori della République, perché oggi si distingue esclusivamente per il "clientelismo", negoziando con "gli islamisti" il rinnovo del proprio mandato e la difesa del proprio feudo elettorale. Non è l' analisi di un "pericoloso reazionario", come la sinistra definisce tutti coloro che mettono in discussione il multiculturalismo, ma quella dell' ex capo dei servizi segreti esterni francesi, Pierre Brochand, in un seminario intitolato "Immigrazione e integrazione", i cui contenuti sono disponibili sul sito della fondazione ResPublica.

taha bouhafs

 

RIVOLTA DELLE BANLIEUE

Da capo della Dgse (Diréction générale de la Sécurité extérieure) durante il secondo mandato presidenziale di Jacques Chirac (2002 - 2008), ha visto da vicino la mutazione etno-culturale della Francia, ha maneggiato i dossier più sensibili sull' immigrazione e sull' islam, e ha vissuto, nel 2005, la tristemente celebre rivolta delle banlieue, che infuocò il Paese.

 

Oggi, a causa dell' immigrazione di massa e dell' islamizzazione, si stanno creando «potenziali situazioni di anarchia», afferma Brochand, che potrebbero sfociare in guerra civile. «Per la prima volta in mille anni di storia di Francia, il "multi" si riferisce a una componente non europea, con la presenza di una forte minoranza convinta del primato della religione su qualsiasi altra considerazione», osserva Brochand.

sciopero al museo del louvre

 

 L' ex capo della Dgse denuncia il «segreto di Stato» attorno alla questione migratoria, la banalizzazione degli attentati jihadisti «per incoraggiare l' accecamento volontario», «l' incompatibilità del "vivre-ensemble" e "lo sguardo pudico" dei media, che tentano di "occultare i fatti più scomodi, sperando che i social network non rivelino nulla».

 

La constatazione dell' ex boss dell' intelligence esterna parigina è spietata, ma non è isolata. Anche Patrick Calvar, ex capo dei servizi segreti interni francesi, si era detto preoccupato, nell' estate 2016, per la situazione del Paese, «sull' orlo della guerra civile». Soltanto la gauche continua a far finta di non vedere.

sciopero al museo del louvremacron evacuato dal teatrocontestazioni contro macron fuori dal teatro

 

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