“COME HO DISTRUTTO LA DESTRA”: GIANFRANCO FINI LAVORA AL SUO TESTAMENTO (POLITICO)

Tommaso Ciriaco per Repubblica

L'aveva promesso, incontrando i reduci di una destra ormai dispersa: «Lascio Fli, sarei d'ostacolo. Voglio essere finalmente libero di parlare, senza danneggiarvi». Più che parlare, Gianfranco Fini scriverà. Anzi, in segreto, ha già iniziato a scrivere. Un titolo definitivo del libro ancora non c'è, ma l'idea è di raccontare "La destra nel ventennio di Berlusconi".

È un progetto concepito nelle ultime settimane e servirà ancora del tempo per mandare il testo in stampa. Ma la "scaletta" già esiste, come ha spiegato ad alcuni amici con i quali continua a confrontarsi: «Racconterò la nostra storia. Dal 1993 a oggi. Parlerò di tutti noi. E del rapporto con Berlusconi». E visto che la narrazione arriva dall'eterno delfino del Cavaliere, infine spiaggiato con gran soddisfazione dell'uomo di Arcore, vale la pena di tenersi liberi.

La botta elettorale è stata violenta. Cellulare staccato e riposo. Poi la decisione, irrevocabile, di dire addio a Fli. E di dedicarsi alla scrittura. In prima persona, senza farsi sostenere nello sforzo da altri (come in occasione dell'opera precedente, "Il futuro delle libertà"). Per elaborare il lutto, spiega chi lo conosce bene. Di certo, anche per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. O forse qualche macigno.

Ha dominato i post missini per quattro lustri. Montagne russe, fino allo schianto elettorale
del febbraio 2013. La storia partirà dalle Comunali di Roma. Già allora - era il 1993 - entra in scena Berlusconi, assoluto co-protagonista del libro. Ma la penna non sarà guidata dal risentimento verso l'ex premier, ha giurato Fini a uno dei suoi. Basterà far parlare i fatti.

«Voglio fare un bilancio. Senza sconti, con rigore. È anche un modo per riordinare le idee».
Sarà il racconto di una cavalcata che ha condotto la destra al governo e Fini alla Farnesina. Luci e ombre. Vittorie e sconfitte. L'ex presidente della Camera racconterà tutto. I rapporti difficili con i colonnelli e l'infinita competizione con Berlusconi. Lo scontro finale. E i fallimenti.

L'infelice avventura dell'Elefantino, l'ambiziosa sfida (persa) di Futuro e libertà. Le sue colpe e quelle di chi l'ha prima accompagnato e poi mollato per seguire Berlusconi. La sconfitta subita per mano del berlusconismo, prima ancora che di Berlusconi. «Ora che ho fatto un passo indietro dal partito, finalmente, sono libero di dire quello che penso», ripete.

Racconterà anche dell'assise di An a Verona, metafora dell'irrisolto rapporto con "Silvio". Era il 1998 e il futuro Presidente della Camera decise di chiudere i conti con l'anticomunismo. Ma all'improvviso arrivò il Cavaliere, in elicottero. Ospite d'onore, portò in dono ai cinquemila delegati "Il libro nero del comunismo". Poteva funzionare?

 

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