luigi di maio con testate giornalistiche alle spalle

LE SPESE A 5 STELLE DEI GRILLINI: SOGNANO LA MORTE DELLA CARTA STAMPATA MA HANNO SPESO 140MILA EURO NELL'ACQUISTO DI RIVISTE E QUOTIDIANI – ECCO COME I PARLAMENTARI M5S HANNO USATO I SOLDI PUBBLICI: SMARTPHONE, PC, RISTORANTI, ALBERGHI - PER L'ACQUISTO «COMPUTER, MATERIALE INFORMATICO O STRUMENTALE IL SOLO DI MAIO HA SPESO 8.060 EURO

Carmelo Caruso per il Giornale

Sognano la morte della carta stampata ma hanno speso 140mila euro di soldi pubblici nell'acquisto di riviste e quotidiani.

RAGGI DI MAIO

 

 

Per insultare e maltrattare meglio i giornalisti definiti «iene, puttane e sciacalli», i parlamentari del M5s, dal loro ingresso in politica, hanno impiegato in media 3mila euro al mese per abbonarsi a giornali (pur avendo a disposizione una copiosa rassegna stampa), hanno affrancato milioni di francobolli (7mila euro), per non parlare degli «smartphone e dei pc» che, come si sa, sono mezzi di lavoro per liberare insulti e facilitare la minaccia.

 

I dati li hanno forniti gli stessi deputati e senatori attraverso il sito Tirendiconto.it e sono stati brillantemente sviscerati dal blog Maquantospendi.it che ha sezionato voce per voce le spese sostenute, separato quelle «di pulizia» da quelle per la «cancelleria», stilato il catalogo dei pauperisti di piazza ma dissoluti di Stato.

 

LUIGI DI MAIO PING PONG

E dunque, non si può che iniziare da Luigi Di Maio che è sicuramente un professionista nel settore del web dato che, prima di scoprire la sua giovanissima attività di pizzaiolo «in nero», era uno stimato webmaster. Per l'acquisto «pc, materiale informatico o strumentale» il solo Di Maio ha speso 8.060 euro e bisogna riconoscere che non è il più «aggiornato» ma solamente quarto in questa specialissima classifica.

 

Meglio del vicepremier ha fatto il tesoriere Sergio Battelli che immaginiamo gravato da importanti incombenze e quindi obbligato a munirsi di mouse, tastiere, tablet per ben 12.745 euro. Insomma, sarebbe sbagliato pensare che i deputati di Beppe Grillo siano i «Calimero della politica», uomini senza competenze. Per i soli corsi di formazione l'intero gruppo ha destinato 62mila euro, una media mensile di 1.300 euro. Tra tutti si segnala Paola Taverna, la vicepresidente del Senato che è passata dal non credere ai vaccini al crederci.

 

quando di maio era a favore dei finanziamenti pubblici all'editoria

Solo in corsi ha chiesto rimborsi per ben 6mila euro e per una volta vien voglia di incoraggiarla a proseguire. Non si dica neppure che siano entrati in aula senza portare una ventata di «pulizia».

 

Sotto la voce di «utenze, pulizia, manutenzione e altro» si contano spese per ben 1.103,865 euro (quasi 23mila euro al mese). A primeggiare è Andrea Cioffi con quasi 30mila euro nel corso della sua attività, senatore ma promosso in questa legislatura sottosegretario allo Sviluppo Economico dopo aver dato prova di migliorare e incrementare la manutenzione delle spese. Come si sa, dal loro esordio a Montecitorio, ai parlamentari di Grillo la fame è venuta mangiando: volevano aprire il parlamento come una scatoletta di tonno ma adesso hanno afferrato le forchette. Amanti della conversazione a tavola, deputati come Mattia Fantinati hanno fatto la fortuna dei ristoratori ma svuotato le casse pubbliche: in colazione, pranzo e cena ha consumato e «digerito» 38.328 euro.

QUANDO PAOLA TAVERNA ERA CONTRO IL VOTO DI FIDUCIA

 

A dirla tutta, questi uomini nuovi hanno preso sempre più spazio non solo nelle istituzioni ma anche nella Capitale tanto da parcheggiarci. Grazie al ministro Danilo Toninelli si è infatti scoperto che i grillini si muovono come nessuno può fare in Italia, del resto loro hanno accesso al Tunnel del Brennero (che è ancora in costruzione...). In soli parcheggi sono stati destinati quasi 90mila euro, in taxi 1.151.712 euro, mentre in metro e bus quasi centomila euro.

 

DANILO TONINELLI

A distinguersi è una donna che conosce il paese a «370 gradi» come il ministro per il Sud, Barbara Lezzi: ha presentato ricevute per 3.140 euro. E come non riconoscere che quello di Di Maio verso la carta si tratta solo del più classico dei tormenti, l'odi et amo? Meglio di un tipografo, nessuno ha stampato quanto lui: 9.077 euro. Infine, per non dimenticare alcuni classici delle spese a 5 stelle ecco un veloce elenco e riepilogo: alberghi (10 milioni 316mila euro); ricariche telefoniche (513mila euro). Attenzione, un'ultima segnalazione meritano gli smartphone di Toninelli. Gira armato. Ne ha acquistati per il valore 2.618 euro. E, a volerla dire tutta, il problema non è neppure l'acquisto ma l'utilizzo.

TONINELLI NELLA TRASMISSIONE ALLA LAVAGNA

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