vincenzo spadafora e luigi di maio

GRILLINI A MISURA D'OMO - TRA COMING OUT E NOMINE, COME MAI IMPROVVISAMENTE I GRILLINI HANNO SPOSATO LE CAUSE LGBT? - DOPO LA CONFESSIONE DI SPADAFORA, DI MAIO HA NOMINATO UN INVIATO SPECIALE PER GLI OMOSEX, FABRIZIO PETRI - IL SEGRETARIO NAZIONALE DI "GAYLIB", DANIELE PRIORI: "DA SPADAFORA IN GIÙ, CI SONO GAY IMPEGNATI CHE, LEGITTIMAMENTE, SI PREPARANO ORMAI A UNA PROSSIMA RIELEZIONE... OVVIAMENTE IN QUOTA GAY"

1 - DI MAIO NOMINA L'INVIATO SPECIALE PER GLI OMOSEX

Da “Libero Quotidiano

 

fabrizio petri 2

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha istituito la figura dell'inviato speciale del ministero degli Affari esteri per i diritti umani delle persone Lgbtiq+.

 

fabrizio petri 1

A svolgere questo ruolo sarà il diplomatico Fabrizio Petri, attuale presidente del Comitato interministeriale per i diritti umani (Cidu), designato oggi dal segretario generale della Farnesina, ambasciatore Ettore Francesco Sequi.

 

Petri sarà chiamato a coordinare l'azione della Farnesina per la tutela e promozione dei diritti delle persone Lgbtiq+, favorendo la più ampia decriminalizzazione dell'omosessualità nel mondo.

 

2 - IO, GAY, VI DICO CHE I GRILLINI USANO I GAY

Daniele Priori* per “Libero Quotidiano

*Segretario nazionale GayLib

 

daniele priori 2

Gay e missionario. Il M5S che ha in testa Vincenzo Spadafora, già sottosegretario alle Pari Opportunità nel governo pentaleghista e poi ministro dello Sport nell'esecutivo pentapiddino, sposa con spirito critico e una dialettica intensa il «campo progressista» nel quale lui in persona e a mezzo stampa (anzi libro più tv) si lancia e autopromuove con coraggio e entusiasmo come profeta del politicamente corretto, indiscusso e a tutti i costi.

 

Lo fa attraverso le pagine della sua nuovissima fatica letteraria: Senza riserve, appena edito da Solferino. Come cassa di risonanza non casuale sceglie uno dei templi televisivi del politically correct: la messa laica domenicale di Fabio Fazio su Rai 3.

 

vincenzo spadafora e luigi di maio

Un campo nel quale, sulle orme di altre celebri profetesse - dalla Boldrini alla Boschi - essere, ovvero identificarsi (meglio se in una minoranza), vale decisamente come valore aggiunto, a tal punto da poter mettere tra parentesi anche le capacità o le conoscenze.

 

In fondo fu proprio Spadafora, lasciando l'incarico ministeriale, a dichiarare di aver conosciuto davvero l'ambito e le dinamiche sportive solo facendo il viceministro, tornando poi ripetutamente pure a spiegare il senso di tale affermazione, a suo dire giustificativa di una pretesa terzietà, tesa a favorire di fatto l'autonomia di pensiero del ministro stesso.

 

daniele priori 1

(Sic!) Oggi, però, il vento dev'essere evidentemente cambiato e, in barba alla terzietà, la missione "omosessualista" la capisce, la racconta e la usa in prima persona come arma di scontro politico, proprio perché lui per primo la vive dal di dentro.

 

Commozione e applausi. In questo caso, dunque, tertium non datur. Perché il brusio alle spalle di un omosessuale velato o anche solo mezzo dichiarato, peggio se pure parlamentare, a un certo punto diventa insopportabile. E poco importa, dunque, se il ddl Zan è stato affossato proprio in quello stesso campo progressista-buonista-politically correct.

 

L'icona da seguire in materia di diritti (più editoriali che civili) è proprio il relatore del testo di legge contro l'omotransfobia, Alessandro Zan, che ha scelto di affiancare, anche lui, alla sua battaglia politica pure una bella tournée di presentazioni in libreria tendenzialmente autobiografiche. Missionari loro.

 

VINCENZO SPADAFORA CON IL SUO LIBRO

Gay impegnati che, legittimamente, si preparano ormai a una prossima rielezione... ovviamente in quota gay. Zan nel Pd che lo rende suo malgrado martire. Spadafora nel M5S, gruppo che nel 2016, animato dal sacro fuoco del purismo pro adozioni gay, non votò il testo finale della legge Cirinnà sulle unioni civili, portatrici, quelle sì, di diritti civili veri a tante coppie omo-normali, anche non famose.

 

Roba da far rimpiangere il primogenito gay grillino per eccellenza, l'ex gieffino Rocco Casalino che almeno il suo coming out l'ha fatto, ma almeno senza la coperta di Linus dell'impegno politico-frocio-progressista. Di Rocco semmai divennero ben più famose le video-gaffe grossolane sugli afrori tre volte diversi degli omosessuali «poveri e rumeni dal profumo agrodolce».

 

vincenzo spadafora foto di bacco (1)

E chissà quanto è casuale, allora, anche il fatto che, a finire nel mirino finto-buonista di Spadafora, c'è proprio la comunicazione del M5S, il cui vate, fino a prova contraria, nell'era pre-Draghi è stato proprio Casalino.

 

La guerra nel M5S si fa cupa e anche gli arcobaleni, a fronte del loro altro ruolo pacifista, diventano armi contundenti. E mentre al povero Giggino Di Maio è toccato difendersi, ospite di Lilli Gruber, dall'accusa di dichiarata eterosessualità, al nuovo leader M5S, Giuseppe Conte, non resterà che chiamare a raccolta le sue fan più indefesse: le famose bimbe di Conte, possibilmente armate di borsette aguzze da utilizzare in difesa della virilità del maschio grillino eterosessuale, non più così di moda da quelle parti.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…