giorgia meloni europa ue euro

LA COMMISSIONE TENDE LA MANO A GIORGIA MELONI: LA DUCETTA LA MOZZICHERÀ? – DA BRUXELLES ARRIVA L’ULTIMA OFFERTA PER CONVINCERE LA REGINA DI COLLE OPPIO A DARE L'OK ALLA RIFORMA DEL PATTO DI STABILITÀ: RINVIARE A DOPO LE EUROPEE LE RACCOMANDAZIONI ECONOMICHE DELLA COMMISSIONE – IN OGNI CASO, I NODI DEI CONTI PUBBLICI VERRANNO AL PETTINE: ANCHE SE EVITERÀ UNA MANOVRA CORRETTIVA PRIMA DELLE ELEZIONI, IL GOVERNO DOVRÀ COMUNQUE STRINGERE DRAMMATICAMENTE LA CINGHIA. CON UNA SVOLTA POSITIVA NELLA GUERRA IN MEDIORIENTE, L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE A TERRA (C’È ARIA DI TROIKA)…

 

 

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

PNRR – GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA BY LE FRASI DI OSHO

Un’ultima offerta. L’estremo tentativo di evitare scontri sulla riforma. Che non convengono in primo luogo al governo Meloni. La Commissione Ue ritarderà le raccomandazioni economiche della prossima primavera. Le presenterà a giugno. Dopo le elezioni europee.

Non si tratta di un passaggio ininfluente per il nostro Paese. Le “raccomandazioni”, infatti, sono le indicazioni su ciò che va cambiato.

 

Quali Stati sono “buoni” e quali “cattivi”. Soprattutto quali possano essere messi sotto la famigerata procedura d’infrazione. Una ipotesi che tocca da vicino proprio Roma. E che in questo modo avrebbe più tempo per correre ai ripari. Potrebbe farlo senza trovarsi nella necessità di varare una manovra correttiva nel bel mezzo della campagna elettorale.

 

giorgia meloni al consiglio europeo

Il punto è proprio questo. L’Italia, anche sulla base dei nuovi dati inseriti nella legge di Bilancio, continua a non essere in regola. E non lo sarebbe nemmeno con i parametri inseriti nella “riforma” del Patto di Stabilità. Basta rileggere le raccomandazioni formulate circa cinque mesi fa per capire quanto sia delicata la situazione del nostro Paese e perché l’esecutivo di centrodestra stia provando ad allargare le trattative in corso sulla governance economica a tutti i dossier su cui si sente più debole.

 

GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI

«La commissione – si legge nel documento presentato alla fine di maggio scorso - ha dichiarato che avrebbe proposto al consiglio di avviare procedure per disavanzi eccessivi nella primavera del 2024, sulla base dei dati relativi ai risultati del 2023. L’Italia dovrebbe tenerne conto nell’esecuzione del suo bilancio 2023 e nella preparazione del documento programmatico per il 2024».

 

E appunto, sia il bilancio di quest’anno sia il Dpb del prossimo sono lontani dall’offrire garanzie piene. Basti pensare ai livelli del deficit. Oltreil 5 per cento nel 2023, 4,3 nel 2024 e 3,6 nel 2025. Stesso discorso in riferimento all’avanzo primario, fattore indispensabile per ridurre il debito. L’esecutivo europeo chiede per i prossimi anni una media del più 0,85 per cento e già nel prossimo si ferma allo 0,6.

 

meloni draghi

A Bruxelles sospettano allora che il governo italiano alzi la tensione per conquistare valutazioni più accondiscendenti nell’immediato. I primi timori di Meloni, infatti, si concentrano sul prossimo 21 novembre quando Palazzo Berlaymont emetterà la sua sentenza sulla manovra. Una “pagella” che probabilmente sarà in chiaroscuro.

 

Alla fine, proprio per evitare le polemiche e non acuire le diffidenze dei mercati, la legge di Bilancio verrà definita conforme. Ma soprattutto per un elemento: la spesa primaria – grazie alla cancellazione del superbonus – non crescerà troppo. Su tutto il resto, invece, la parola d’ordine sarà “warning”, avvertimento. Allarme rosso. Dal deficit al debito.

 

ursula von der leyen giorgia meloni tunisia

È questo l’incubo di Palazzo Chigi. Perché se è vero che con il rinvio delle raccomandazioni di primavera, non ci sarà l’impellenza di una correzione dei conti prima delle elezioni europee, è altrettanto vero che nonostante l’ammorbidimento del Patto di Stabilità il governo italiano dovrà prepararsi comunque a stringere la cinghia.

 

Il deficit al 4,3 nel 2024, al 3,6 nel 2025 e al 2,9 nel 2026 non è compatibile con nessuno dei più accondiscendenti parametri. Per di più queste cifre sono ottimistiche: si basano su una previsione di crescita […] che appare  […]. Per Giorgia Meloni, significa una stagione di sacrifici. A cominciare ad esempio dalle risorse per finanziare il taglio del cuneo fiscale. Per non parlare della tenuta politica della maggioranza. La Lega di Salvini avrà serie difficoltà a gestire un quadriennio di risparmi. Il centrodestra italiano, dunque, alza il tiro per uscire da questa impasse. Ma il rischio è ritrovarsi sempre più isolato. […]

LA DRAGHETTA - MEME MELONI DRAGHIgiorgia meloni al consiglio europeo 2

Ultimi Dagoreport

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – DI FRONTE ALLO PSICODRAMMA LEGHISTA SUL VENETO, CON SALVINI CHE PER SALVARE LA POLTRONA E' STATO  COSTRETTO AD APPOGGIARE LA LISTA DI ZAIA, MELONI E FAZZOLARI HANNO ORDINATO AI FRATELLINI D’ITALIA UN SECCO “NO COMMENT” - LA PREMIER E IL SUO BRACCIO DESTRO (E TESO) ASPETTANO CHE LE CONTRADDIZIONI INTERNE AL CARROCCIO ESPLODANO E POI DECIDERE IL DA FARSI - PER NON SPACCARE LA COALIZIONE, LA DUCETTA POTREBBE SCENDERE A MITI CONSIGLI, NON CANDIDARE IL “SUO” LUCA DE CARLO E MAGARI TROVARE UN NOME “CIVICO”...

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”

francesco lollobrigida

DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE GUERRE NON CI SAREBBERO STATE DI FRONTE A CENE BEN ORGANIZZATE?”. E TRA UNA CAZZATA E UNA GAFFE, FERMAVA PURE I TRENI - DOPO DUE ANNI DI LOLLISMO SENZA LIMITISMO, QUESTA ESTATE, UNA VOLTA SEGATO DALLA MOGLIE, LA SORELLA D’ITALIA ARIANNA MELONI, È SCOMPARSA LA NOSTRA RUBRICA PREFERITA: “LA SAI L'ULTIMA DI LOLLOBRIGIDA?”. ZAC!, IL SILENZIO È SCESO COME GHIGLIOTTINA SUL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA (PER MANCANZA DI PROVE). DALLA “BANDA DEI QUATTRO” DI PALAZZO CHIGI (LE DUE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI), ERA PARTITO L’ORDINE DI CUCIRGLI L’EFFERVESCENTE BOCCUCCIA (STESSO TRATTAMENTO ALL’ALTRA “PECORA NERA”, ANDREA GIAMBRUNO). A QUESTO PUNTO, NON ESSENDO ANCORA NATO UN MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL REIETTO, L’EX STALLONE DI SUBIACO SI E’ MESSO IN TESTA DI FORMARE UN… - VIDEO, TUTTE LE GAFFES!

giorgia meloni marina berlusconi paolo barelli sigfrido ranucci antonio tajani

DAGOREPORT - DOPO LE VIOLENTE POLEMICHE PER LA PUNTATA SU BERLUSCONI-DELL’UTRI-MAFIA, DOMENICA PROSSIMA LA CAVALIERA MARINA POTREBBE PERSINO INVIARE UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO A RANUCCI - '’REPORT’’ SCODELLERÀ UN SERVIZIO AL VETRIOLO SU PAOLO BARELLI, FEDELISSIMO SCUDIERO DI ANTONIO TAJANI, DEL QUALE DIVENTERÀ PRESTO CONSUOCERO - CON TAJANI RIDOTTO A CAVALIER SERVENTE DELLA DUCETTA, L'IMPERO BERLUSCONIANO HA BISOGNO DI UN PARTITO CON UNA NUOVA E CARISMATICA LEADERSHIP. MA MARINA E PIER SILVIO HANNO TEMPI LENTISSIMI PRIMA DI TRASFORMARE LE PAROLE IN FATTI. NON SONO RIUSCITI NEMMENO A OTTENERE DA TAJANI LA MESSA IN FUORIGIOCO DI BARELLI E GASPARRI - ORA VEDIAMO SE “REPORT” RIUSCIRÀ A DARE UNA SPINTARELLA AL CAMBIO DI GUARDIA DENTRO FORZA ITALIA…

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...