bonomi bonometti

NEL VUOTO DEL GOVERNO (E CON BONOMI SILENTE) IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA LOMBARDIA MARCO BONOMETTI SCENDE IN CAMPO PER AFFRONTARE IL TEMA ESPLOSIVO DELLA DISOCCUPAZIONE CHE SI CREERÀ QUANDO FINIRANNO CASSA INTEGRAZIONE E BLOCCO DEI LICENZIAMENTI: ‘’QUANDO IL BLOCCO CESSERÀ, I LICENZIAMENTI SARANNO UNA VALANGA CHE METTERÀ ALLE CORDE IL GOVERNO, QUALE CHE SIA. NEL FRATTEMPO, MOLTI MILIARDI DI EURO SARANNO STATI EROGATI IN TERMINI DI ASSISTENZA IMMEDIATA, SENZA PENSARE AL FUTURO DELLE PERSONE” – BONOMI, TRA SPADA E DOMPÉ…

marco bonometti 1

DAGONOTA

A seguito dell’elezione di Carlo Bonomi alla Presidenza di Confindustria, Alessandro Spada - già Vicepresidente Vicario di Assolombarda – è subentrato alla guida dell’Associazione in qualità di Presidente fino al rinnovo, la prossima primavera. E qui viene il “bellum”: perché Bonomi vorrebbe rinnovare il mandato di Spada mentre i membri del Direttorio, tra Tronchetti Provera (tra gli elettori di Bonomi), vorrebbero appoggiare la candidatura di Sergio Dompé. Un altro conflitto per Bonomi dopo il suo tentativo fallito di portare a 3 il numero dei mandati dei presidenti di Confindustria.

Alessandro Spada

 

BONOMETTI: IL LAVORO? SERVE UNA RIVOLUZIONE SALARIO DI FORMAZIONE AL POSTO DEI SUSSIDI

carlo bonomi beppe sala

Rita Querzè per il “Corriere della Sera”

 

La parola d'ordine è: «proroga selettiva». Parliamo di blocco dei licenziamenti. In vigore fino al 31 marzo, nelle intenzioni del governo potrebbe essere prolungato oltre questa data, almeno per i settori più in crisi. Abituato alle posizioni scomode, il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti si schiera per l'eliminazione del blocco senza se e senza ma. E aggiunge una proposta. 

 

Gli industriali non pensano a chi finirebbe per strada togliendo il blocco? 

sergio dompe con fidanzata jasmine e mariella boerci.

«Ci pensiamo eccome. Il fatto è che il blocco non risolve il problema dell'occupazione ma lo peggiora». 

 

In che senso? 

«Quando il blocco cesserà crollerà la diga e i licenziamenti saranno una valanga che travolgerà qualsiasi resistenza e metterà alle corde il governo, quale che sia. Nel frattempo, molti miliardi di euro saranno stati erogati in termini di assistenza immediata, senza pensare al futuro delle persone. Senza contare che il blocco dei licenziamenti farà passare a tantissimi la voglia di investire in Italia».

 

 Senza il blocco in migliaia si troverebbero a casa con la Naspi, la disoccupazione. 

Bonomi Tronchetti

«Più si aspetta e più i disoccupati diventeranno un numero non gestibile, che si aggiungerà ai giovani che non studiano e non lavorano, i Neet. Il tutto mentre le ricerche di personale di tante aziende continueranno a restare senza risposta, proseguendo l'antico male italiano del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro». 

 

marco bonometti 4

Il governo intende investire 3 miliardi di Next generation Eu sulle politiche attive. 

«Soldi che vanno spesi bene. Ho presente i molti tentativi finora fatti per risolvere il problema. Non da ultimo il Reddito di Cittadinanza, su cui sono naufragate una montagna di buone intenzioni. Servono vie nuove».

 

 Quali? 

«È necessario costituire un'Agenzia pubblica per la Formazione e Riconversione Professionale, con articolazioni provinciali. Non un carrozzone dello Stato, ma un organismo agile, gestito con criteri privatistici e coinvolgendo il sistema delle imprese». 

lara comi marco bonometti 1

 

Veramente l'Agenzia c'è già, si chiama Anpal. 

«Finora non ha funzionato. Se fosse riformata e resa operativa con l'impostazione che ho appena illustrato, perché no. Cassintegrati e Neet passerebbero alle dipendenze dell'Agenzia, percepirebbero un salario pari alla cassa Integrazione - lo chiamerei salario di formazione - sarebbero obbligati alla frequenza dei corsi, pena la sua perdita e riceverebbero, al termine, un titolo corrispondente alla preparazione professionale acquisita, in parte in aula, in parte nelle aziende, con particolare attenzione ai profili non disponibili sul mercato». 

 

C'è un problema, la formazione professionale è competenza delle Regioni. 

«Lo Stato centrale dovrebbe affiancare le Regioni che non riescono a garantire standard di politiche attive adeguati. Il programma è ambizioso. Ma è questo il momento di cambiare passo».

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