LA CONGIURA DEI COOPTATI – DOPO L’AMAZZONE MORETTI ANCHE IL FIDO GIUNTELLA GIRA LE SPALLE A BERSANI (“SOSTENGO CUPERLO”)

Rudy Francesco Calvo per "europaquotidiano.it"

Ha ricominciato a «scarpinare per il partito»: feste, interviste in tv, documenti politici. Dietro di lui, però, sono sempre meno a seguirlo. Pier Luigi Bersani sta subendo, suo malgrado, la sorte di molti leader in declino, abbandonati anche dagli ex fedelissimi. L'ultimo, in ordine di tempo, è Tommaso Giuntella, che annuncia a Europa la sua scelta in vista del prossimo congresso: «Sosterrò Gianni Cuperlo». Dopo Alessandra Moretti, è il secondo componente del trio che lo ha affiancato nella campagna delle primarie a volgere le spalle all'ex segretario. Al fianco gli rimane solo Roberto Speranza.

«Cuperlo ha tutte le qualità umane, morali, politiche e culturali per fare il segretario del Pd», spiega Giuntella. Che condivide alcuni spunti del documento dei bersaniani («Anche io non voglio padroni nel partito»), ma proprio per questo vuole aiutare il Pd a voltare pagina: «Mi piace lo spirito di servizio di Cuperlo, il fatto che non cerchi un trampolino, perché abbiamo bisogno di un segretario a tempo pieno». Che non sia, quindi, anche il candidato premier del centrosinistra per la prossima tornata elettorale.
Il disagio di Giuntella, in realtà, è condiviso da sempre più persone. Il silenzio con il quale è stato accolto il documento "Fare il Pd" scritto da Stefano Fassina e Alfredo D'Attorre, è un segno chiaro.

Il problema è che Bersani non solo non è riuscito a tornare a "federare" attorno a quei contenuti le componenti della sua ex maggioranza. Ma un'analisi della sconfitta ritenuta auto-assolutoria («Io non mi sento sconfitto», ha ripetuto anche ieri a Otto e mezzo dove, anche se a titolo personale e rimettendosi alla ditta, ha espresso l'opinione che al congresso del partito votino gli aderenti) e la poco velata ostilità nei confronti di Matteo Renzi hanno finito per avere un effetto centrifugo, anziché quello centripeto sperato. Direttamente in direzione renziana, oppure verso quell'area turco-dalemiana che crede nella necessità di una soluzione concordata proprio con il sindaco di Firenze. Un effetto che è evidente a Roma, ma lo è anche in periferia.

Bersani non si lascia certo intimidire. E comincia a mettere nel conto anche la possibilità che la sua battaglia finisca per essere minoritaria nel partito. Ma non è disposto per questo a fare passi indietro. Ha già in programma un fitto calendario di feste estive in giro per l'Italia e il pressing nei confronti di Cuperlo e dei suoi sostenitori continuerà, per provare a creare un fronte comune attorno all'idea del partito come collettivo e non come semplice «spazio politico» senza vincoli. «I Giovani turchi preferiscono l'accordo con Renzi? D'Alema vuole tenere fuori gli ex margheritini? Lo spieghino apertamente, se è questa l'idea di Pd che hanno», dicono dalle parti dell'ex segretario.

 

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