berlusconi fini tulliani feltri

1. E ORA "IL GIORNALE" DI SALLUSTI, DOPO AVER BECCATO E PAGATO TANTE QUERELE, GODE: "FINI, DA RICICLATO AL RICICLAGGIO. AVEVA UNA MISSIONE: FAR CADERE BERLUSCONI'' 2. ''OPERAVA PER CONTO DI NAPOLITANO PER FAR NASCERE IL GOVERNO MONTI E PER QUESTO GRAZIATO (CON INSOLITA SOLERZIA) DALLE PROCURE PER LA CASA DI MONTECARLO'' 3. FELTRI : "COMPLIMENTI ALLA MAGISTRATURA: PER INDAGARE FINI CI HA MESSO SETTE ANNI"

 

Paolo Bracalini per il Giornale

 

NAPOLITANO fini b NAPOLITANO fini b

Eppure c' è stato un tempo in cui Gianfranco Fini era considerato un intoccabile, l' asso su cui puntava un' alleanza di poteri (primo tra tutti, l'allora capo dello Stato Giorgio Napolitano) per far fuori il nemico Berlusconi. Un ruolo che avrebbe contemplato una sorta di salvacondotto, che in effetti più volte è sembrato materializzarsi nella (breve) storia di Fini candidato salvatore della Patria (la parabola del traditore, invece, per il centrodestra). Svanito il progetto, sepolte dall' insuccesso le velleità dell' ex delfino senza più esercito né utilità, il fianco è tornato vulnerabile dai pm.

 

Berlusconi Fini Mi Cacci Berlusconi Fini Mi Cacci

Proprio sulla stessa vicenda che invece nel 2010, cioè all' apice del piano politico che vedeva Fini protagonista, era stata archiviata dalla Procura di Roma con la velocità di un lampo, addirittura con l' inedita cortesia di rendere nota l' indagine sulla casa di Montecarlo solo per far sapere dell' archiviazione di Fini, impegnato in un duello feroce con Berlusconi.

 

Fini- GIANCARLO TULLIANIFini- GIANCARLO TULLIANI

Le pressioni su un dirigente della Rai (azienda pubblica) convocato nell' ufficio del presidente della Camera per assicurare «un minimo garantito» in Rai al cognato Giancarlo Tulliani, non hanno mai configurato neppure l' ombra della concussione. Semmai, il sospetto di un trattamento di riguardo per un leader investito di una grande responsabilità politica, chiudere la stagione berlusconiana.

 

Fini - Elisabetta TullianiFini - Elisabetta Tulliani

Le tracce di una manovra a tenaglia con la magistratura, che nel frattempo martellava il Cavaliere, si era già presentato nel 2009, ben prima della scissione nel Pdl, con il fuorionda di un dialogo tra Fini e il procuratore Nicola Trifuoggi, a cui l' ex leader di An confidava le proprie speranze: «Il riscontro delle dichiarazioni di Spatuzza (il pentito di mafia che aveva tirato in ballo il leader di Forza Italia, ndr)... speriamo che lo facciano con uno scrupolo tale da... perché è una bomba atomica... Lui, l' uomo (Berlusconi, ndr) confonde il consenso popolare che ovviamente ha e che lo legittima a governare, con una sorta di immunità nei confronti di qualsiasi altra autorità di garanzia e di controllo».

RUBY RUBY

 

Altro tassello più tardi, nel 2011, quando Fini ha già affondato il colpo portando via una quarantina di parlamentari dal Pdl per far nascere «Futuro e libertà». Alla prima convention di Fli, Fini chiede le dimissioni di Berlusconi («La sua condotta è moralmente inaccettabile»), scommettendo sulla linea dura della Procura di Milano sulla vicenda Ruby, che sembrava destinata a sgonfiarsi. E invece la previsione di Fini puntualmente si conferma, una manciata di giorni più tardi, con l' iscrizione del Cavaliere nel registro degli indagati.

 

FABIO GRANATA LA FINE DI FUTURO E LIBERTA FABIO GRANATA LA FINE DI FUTURO E LIBERTA

Un nuovo fronte indispensabile nella battaglia, visto che in quel dicembre l' attacco finale si era risolto nel nulla, con il clamoroso flop della sfiducia al premier Berlusconi promossa proprio da Gianfranco Fini. La regia ultima, però, è di Napolitano, come testimoniano i finiani di allora.

AMEDEO LABOCCETTA AMEDEO LABOCCETTA

 

Il braccio destro Fabio Granata: «La sua vicinanza a Napolitano è stata la sua distruzione politica. Fini è stato usato (da Napolitano, ndr) per far nascere il governo Monti e poi non è più servito». Versione confermata dall' ex fedelissimo Amedeo Laboccetta, che ha rivelato quel che gli disse Fini: «Credi che mi muoverei così se non avessi un accordo forte con Napolitano?».

 

Accordo che si palesò con una telefonata, messa in vivavoce da Fini coi suoi, in cui Napolitano lo invitava ad andare avanti nell' operazione di tradimento del governo Berlusconi, raccomandandosi di farlo «con la tua ben nota scaltrezza». Un' occasione unica, che Fini ha perso. Ora gli restano i Tullianos, e gli avvisi di garanzia.

 

ROVINATO DALLA PATATA

Vittorio Feltri per Libero Quotidiano

 

LA PRIMA PAGINA DI LIBERO SU GIANFRANCO FINILA PRIMA PAGINA DI LIBERO SU GIANFRANCO FINI

Complimenti alla magistratura, che per indagare Gianfranco Fini (riciclaggio) ci ha messo sette anni, pochi in confronto all' eternità. Non sappiamo come andrà a finire, però siamo a conoscenza di come tutto cominciò. Era il 2010. Dirigevo il Giornale (sissignori, quello della famiglia Berlusconi) dove scrissi articoli critici sul conto dell' allora presidente della Camera, rimproverandogli di essere troppo duro nei riguardi del centrodestra, con i voti del quale egli era stato eletto ai vertici di Montecitorio, e troppo tenero verso la sinistra, che si esercitava quotidianamente nel tiro al bersaglio, vittima il Cavaliere, allo scopo di far cadere il governo. Fini infatti ogni giorno colpiva il suo socio in affari politici, Silvio, ricevendo gli applausi dei progressisti, ben felici di avere un amico tra i nemici.

 

FELTRI E FINIFELTRI E FINI

I miei pezzi un po' acidi innervosirono parecchio la terza carica dello Stato, al punto che decise di querelarmi per diffamazione. Nel processo di primo grado fui condannato a 1500 euro di multa. In quello d' appello, celebratosi molto più tardi, quando il querelante non era più neanche parlamentare, venni assolto. Segno che non avevo torto. Ma questo è un episodio marginale, non per me bensì per il lettore che se ne fotte della mia trascurabile persona.

Libero Fini Nonleggerlo Libero Fini Nonleggerlo

 

Lo stesso anno, il 2010, in estate fui messo al corrente da un grande giornalista, Livio Caputo, che Gianfranco aveva venduto per pochi soldi una casa a Montecarlo ricevuta in eredità da una nobildonna bergamasca. Motivo della donazione: finanziare la buona causa della destra.

 

Libero strane storie su Fini Nonleggerlo Libero strane storie su Fini Nonleggerlo

Fini invece alienò il quartierino per altri scopi meno chiari. Tant' è vero che l' immobile risultò nella disponibilità di Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, convivente o moglie del presidente. L' operazione secondo le nostre fonti era avvenuta in modo tale che l' appartamento rimanesse della famiglia e non fosse destinato interamente a foraggiare il partito. Una manovra scorretta, per usare un linguaggio delicato.

 

Fini servizi segreti su LiberoFini servizi segreti su Libero

Fini negò risolutamente ogni nostra affermazione, respingendola addirittura con indignazione quasi si trattasse di attacco a sfondo politico. Seguirono dibattiti televisivi in cui fui accusato di essere un servo di Berlusconi, colui che gestiva la macchina del fango facendo l' interesse sporco del premier. Daria Bignardi, ora direttrice capace di Rai3, mi invitò al suo programma, Le invasioni barbariche, e mi tese un agguato: tu sei il giornalista che infanga il presidente della Camera.

FUTURO E LIBERTA ADESSO FINIFUTURO E LIBERTA ADESSO FINI

Poiché sul display del mio cellulare avevo la foto di un gatto purtroppo morto da mesi, mi sfotté: come si fa a tenere l' effigie di una carogna anziché quella dei propri figli? Inutile dire che gliene dissi di tutti i colori. La registrazione della trasmissione si trova ancora su internet. Guardare per credere.

 

Fini Bocchino e Casini ai tropici da Libero Fini Bocchino e Casini ai tropici da Libero

La stampa in blocco d' altronde faceva il tifo nella circostanza per Gianfranco e si divertiva a bistrattare il Giornale e il suo vituperato direttore. Giuseppe D', divo di Repubblica, una specie di pm prestato all'editoria, mi strapazzò e coprì di insulti perché a suo giudizio mi inventavo ogni schifezza per sputtanare gli avversari di Berlusconi. Altri commentatori lo emulavano.

DAVANZO a d f f a d b a bb d DAVANZO a d f f a d b a bb d

 

 

Una gara a chi picchiava più forte sul Giornale e su di me. Una manifestazione pubblica e clamorosa di imbecillità degli scribi che, invece di accertare la veridicità della nostre notizie sullo scandalo di Montecarlo, si mobilitavano onde smontarle pur di proteggere Gianfranco, meritevole di appoggio in quanto anti-berlusconiano militante.

 

gianfranco finigianfranco fini

Trascorre oltre un lustro da quei tempi bui e la magistratura non solo scopre che avevamo ragione noi negletti, sul famigerato appartamento di Montecarlo, ma apre una inchiesta su altre delicate questioni che ha portato al sequestro di beni per 5 milioni della coppia Fini-Tulliani. La vicenda è collegata ai traffici di Corallo (giochi d' azzardo e similari) ormai noti e sotto la lente degli inquirenti. Ogni commento ulteriore sarebbe superfluo, tranne uno: il problema è sempre la patata più o meno bollente. Anche il povero Giancarlo quanto lo stesso Silvio è cascato sulla gnocca. Come si è invaghito di Elisabetta, tardivamente, si è rovinato e difficilmente riuscirà a salvarsi.

 

LA CASA DELLE LIBERTA FINI CASINI FITTO BUTTIGLIONE BOSSI BERLUSCONI LA CASA DELLE LIBERTA FINI CASINI FITTO BUTTIGLIONE BOSSI BERLUSCONI Libero Giornale Fini Finita - NonleggerloLibero Giornale Fini Finita - Nonleggerlo

Sessismo o non sessismo, vari uomini si buttano via per inseguire gonnelle. La storia della Raggi è diversa. Di solito sono i maschi a mettersi nei guai per proteggere la signorina segretaria. Il caso della sindaca di Roma è singolare e si inquadra nel femminismo: lei è la prima donna che inciampa a causa del suo segretario. È l' evoluzione della specie, bellezza.

 

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