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CARNEVALE ITALIA – METTITI LA MASCHERINA, TI VOGLIO RICONOSCERE
1 - LETTERA AL "FOGLIO"
Al direttore - "Smacchiare il giaguaro". "Non siamo qui a pettinar bambole". "Se incontrassi Berlusconi gli direi: âTi conosco, mascherina!'". Ma come parla Bersani? E come pensa? E cosa (non) sta facendo? Qualcuno si offende se dico, sommessamente, che mi pare
(umanamente, ancor prima che politicamente) un poco scemo?
Guido Antonioli
2 - NELL'ETERNO CARNEVALE ITALIANO BERLUSCONI DIVENTA UNA MASCHERINA
Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"
E perciò, nell'eterno carnevale italiano, può accadere, anzi è quasi normale che l'incontro fra il leader del centrosinistra e quello del centrodestra si possa pregiudizialmente riassumere nel frizzo che Bersani ha offerto ai microfoni prima ancora di trovarsi dinanzi Berlusconi. E dunque: «Gli dirò: "Ti conosco, mascherina!"». E sì che lo conosce, ormai. Il motto è benevolo, anche se tradisce un filo di paternalistico scherno. Al quale tuttavia occorre aggiungere che il Cavaliere, di ogni possibile paternalismo ritenuto pontefice massimo e acclaratissimo, non è affatto abituato.
Così qualche ora dopo, simulando una sorpresa dietro cui s'indovinava un lieve risentimento, ne ha chiesto ragione a Bersani. A questo punto, narrano i più provetti retroscenisti, Enrico Letta si è preso la briga di spiegare sul piano politico e con il dovuto garbo questa storia della «mascherina»: l'appoggio al governo Monti, la spina tolta di colpo, le sparate della campagna elettorale... Sembra che dopo le spiegazioni il leader del Pdl abbia anche sorriso.
Qualcuno si spinge anche a dire che era divertito. Incidente chiuso, per ora. Può essere utile sapere, per chi ci crede, che i due sono anche gemelli astrologici, essendo nati entrambi il 29 di settembre. Ma come tutto si è rimpicciolito, veniva anche da pensare a proposito della «mascherina», rispetto a quando lo spirito profetico di Giuseppe Dossetti identificò la figura di Berlusconi in una «maschera tragica». Era alla metà degli anni 90 e don Pippo non si riferiva certo al volto del Cavaliere che allora si presentava ancora abbastanza integro.
Come non è più oggi, per cui sul piano delle forme e dei colori il diminutivo bersaniano suona fin troppo indulgente. Ma pazienza: guai a ridurre le maschere a un fatto estetico. In realtà Berlusconi è tutto fuorché un principiante. Il più grande politologo, Sartori, ha scritto una volta che dietro la maschera d'agnello, «tutto sorrisi», si nasconde un lupo; mentre per Franco Cordero, al di là del piazzista da fiera c'è un caimano. Lo psichiatra Zoja ha notato in lui «una rigidità facciale» che rimanda a qualcosa di grottesco. Dopo uno dei tanti numeri, ha scritto il Times che stava cadendo «la maschera del clown».
Eppure, impressionò a suo tempo anche la maschera di sangue che, dopo il lancio della statuina, il Cavaliere volle mostrare ai fotografi. Né si può fare a meno di ricordare che esistono in vendita maschere di Berlusconi. Quando era al San Raffaele per l'uveite, come in un sogno, dal balcone si è affacciato un suo alias che ha salutato gli astanti. «Le maschere non servono» ripeteva Andreotti, ma invano. Tutti le indossano, prima o poi, compreso il Divo.
E compreso Bersani, che dopo la batosta si è un po' calmato, ma prima delle elezioni, tra metafore bislacche, giaguari da smacchiare e stolidi processi di immedesimazione in Crozza, la tendenza ad assumere una faccia inautentica l'aveva ben manifestata. Ma è pure vero che il fenomeno ha preso un'accelerazione: «Vede - ha detto un teologo di vaglia come Bruno Forte - in politica negli ultimi anni è sembrato prevalere il gioco delle maschere, il dire una cosa pensandone un'altra». In questo gli attori sono maestri. Chiedere conferma a Grillo, tanto per dirne uno su piazza.
E a Casaleggio che in questo senso, oltre alla capigliatura, reca in dote le diavolerie della più evoluta persuasione commerciale. Dopo il trionfo del M5S, con qualche autorità , Dario Fo ha proposto che all'apertura delle Camere, gli eletti fossero invitati ad apparire «in abiti carnevaleschi, con maschere della commedia italiana» e orchestre settecentesche al seguito.
La sfilata avrebbe un valore catartico: «Grazie alle maschere vedremmo sparire certe figure ormai insopportabili, scampate dall'estinzione della selezione elettorali». Qualche mese prima un supporter di Matteo Renzi si è fatto fotografare sotto il camper del leader rottamatore con la maschera di D'Alema sul volto. Poco prima, alla regione Lazio, avevano furoreggiato le maschere dei maiali in una festa a spese pubbliche. Il carnevale continua, e sembrano piuttosto le mascherine a conoscere i cittadini.
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