CONOSCI IL PD?! NUOVA CAMPAGNA MARKETING DEL PARTITO DI BERSANI, SUPER FLOP ED EFFETTO BOOMERANG - IL TESSERAMENTO LANCIATO IN GRANDE STILE CON INVASIONE DI MANIFESTI (ABUSIVI?) SU ROMA, MA LA GENTE RIMANE INDIFFERENTE: SOLO 300 ADESIONI SU FACEBOOK - LA CAMPAGNA INCOMPRENSIBILE: “CONOSCI FARUK? CONOSCI EVA?”. LA GIOVANE PIDDINA ALICATA PROTESTA, MARIA LAURA RODOTÀ INFIERISCE: “IL MARKETING STA ALLA SINISTRA COME IL SAPER RECITARE A RAUL BOVA”…
1- "CONOSCI FARUK?"
Maria Laura Rodotà per "http://forum.corriere.it/avanti_pop/"
Sembra che il PD, per lanciare la sua nuova campagna di tesseramento, abbia tappezzato Roma con manifesti "virali" con scritte quali "Conosci Faruk?"-"Conosci Eva?", che rimandavano poi in calce ad un link su FB.
Come al solito, quando la sinistra vuole fare la "sborona" col marketing, ottiene come risultato un bel flop.
Ora, appunto, assodato che il marketing sta alla sinistra come il saper recitare a Raul Bova non faceva prima, invece che obbligare i romani a sapere chi fosse Faruk, a mettere manifesti con Bersani in versione Homer Simpson che canta "Spider Pork"?
2- PD, MANIFESTI ABUSIVI E POLEMICHE: COSÃ LA CAMPAGNA SOCIAL FA FLOP
Matteo Pucciarelli per "Repubblica.it"
Sinistra e marketing sembra proprio che non siano in grado di andare d'accordo. L'ultimo caso in ordine di tempo è rappresentato dalla campagna per il tesseramento del Pd. Non solo un flop per i risultati raggiunti, ma anche un pericoloso boomerang a livello di immagine.
I fatti: da almeno una decina di giorni la città è tappezzata di manifesti monocolore di diversi tipi: verdi, viola, celesti, rossi. E con una domanda: "Conosci Faruk?"; oppure, "conosci Eva?", e così altre tre nomi e un finale "conosci i miei?". In fondo nessuna dicitura, a parte quella di un gruppo Facebook.
In cui - avranno pensato gli ideatori della campagna virale - i curiosi si sarebbero dovuti iscrivere in massa per capire di cosa si trattasse. Ma anche lì, una volta messo "mi piace", si intuisce ben poco: «Eva, Faruk, Luciano e Serena. Hanno passioni diverse, ma una cosa in comune? Cosa?». Ah, saperlo. La "scoperta". Che ci fosse dietro il Pd lo si è capito ufficiosamente nei giorni scorsi, visto che sul profilo di Pier Luigi Bersani era stato pubblicato uno di quei manifesti.
Aveva fatto la stessa cosa il responsabile della comunicazione nazionale del partito, Stefano Di Traglia. Due indizi del genere fanno quasi una prova. Qualcuno ipotizzava una campagna giovane e sbarazzina per la cittadinanza. Solo voci ma ancora nessuna certezza. Fino a quando Cristiana Alicata, giovane dirigente del Pd del Lazio, scrive un articolo di fuoco sul sito iMille e racconta:
"Mi avvicino ai manifesti, non hanno il committente, solo l'indicazione della tipografia. Chiedo di nuovo, soprattutto quando trovo su via Portuense il ponte della ferrovia che di solito è il luogo dell'abusivismo di destra quanto ai manifesti. E scopro. E non volevo scoprirlo. O meglio. Poteva essere anche una leggerezza quella dei manifesti e allora sarebbe stato meglio chiedere scusa. Invece niente. Scopro che è la campagna di tesseramento nazionale del Pd. à la campagna di tesseramento del più grande partito del centro-sinistra. Il mio". Flop.
Nonostante le migliaia di affissioni - buona parte abusive - il gruppo sul social network ha fatto registrare sui 300 iscritti. Una miseria, considerata soprattutto la "potenza di fuoco" della campagna. In compenso, la bacheca di facebook.com/imiei è piena di commenti. Tutti (o quasi) di protesta.
Come scrive impietoso Enrico, "se il target di questa campagna è la romanità markettara gonfia di critiche e vuota di idee l'obiettivo mi sembra raggiunto". Secondo Giovanna, una "trovata assolutamente stupida. Se mi fosse mai venuto in mente di tesserarmi avrei certamente desistito dall'intento. Per fortuna non ho queste fantasie".
La domanda di Gianfranco è un'altra: "Conoscete chi tappezza e insudicia i muri a Roma?". Essendo una campagna virale, dal partito sulla faccenda c'è riserbo. Ma è il segreto di Pulcinella ormai. E la Alicata a Repubblica spiega come sia "incredibile che un partito come il nostro che vuol essere trasparente, per la legalità e contro l'evasione faccia i manifesti abusivi, senza pagare la tassa comunale".
E questo a prescindere del deludente risultato dell'operazione, aggiunge. Perché poi le affissioni abusive? La risposta dei compagni di partito sarebbe stata "'così fan tutti'. E non è vero - dice ancora la dirigente democratica - dentro questo partito ci sono altri esempi, molto diversi e molto migliori".
Al post della Alicata sono arrivati invece i commenti di altri simpatizzanti. Stefano scrive che una campagna del genere rappresenta "l'effetto di avere un segretario e un gruppo dirigente nazionale che considera la comunicazione distinta dalla politica e solo carta da pacchi per incartare la politica stessa".
Ma c'è, infine, anche chi prova a essere più pragmatico, come Gianni: "Le critiche svenevole e fighette alla comunicazione del Pd fanno lo stesso effetto delle barzellette di Berlusconi: sembrano venire da un epoca lontana, un po' triste, della quale nessuno ha nostalgia".




