DOCCIA FREDDA SU MILANO: IL CONSIGLIO EUROPEO RIGETTA IL RICORSO SULL’AGENZIA DEL FARMACO - SALA: ‘NON SONO LORO A DECIDERE DELLA RICEVIBILITÀ’ - GENTILONI: ‘L’ITALIA È ARRIVATA PRIMA E HA PERSO AL SORTEGGIO. ORA BISOGNA VERIFICARE SE NELLA CANDIDATURA DI AMSTERDAM LE COSE ERANO FATTE BENE’
Chiara Baldi per www.lastampa.it
«L’Italia è arrivata prima e ha perso al sorteggio. Ora bisogna verificare se nella candidatura di Amsterdam le cose erano tutte fatte bene, con un gioco di squadra. A me non piacciono le battute elettorali su questa questione, io non ne faccio e vorrei che non le facessero gli altri leader politici. Sono stato a Milano ieri, abbiamo concordato di lavorare in comune, senza battute propagandistiche ma lavorandoci seriamente». Così l’attuale presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha commentato, a Porta a Porta, la lettera del Consiglio Europeo che nella giornata di oggi ha scritto al Comune di Milano che il ricorso fatto sulla sede dell’Ema (agenzia europea del farmaco) è «manifestamente irricevibile».
sala e la compagna chiara bazoli
In 26 pagine il documento del Consiglio, redattore dall’ufficio giuridico, spiega per quali motivi la richiesta di Milano - che chiedeva una sospensiva sulla decisione di assegnare a Amsterdam la nuova sede dell’Agenzia - non può essere accolta. E non si è fatta attendere la replica di Palazzo Marino, che ribatte al Consiglio dicendo che il ricorso è «fondato e ricevibile, come lo stesso tribunale dell’Unione europea ha riconosciuto». Proprio l’ufficio legale del Comune ha sottolineato che, peraltro, il Consiglio Europeo «non rigetta nulla perché non ha il potere di farlo, come non ha nessun potere di dichiararlo irricevibile».
A commentare il Consiglio Ue è arrivato anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala: «Mi aspetto questo parere ma la ricevibilità non possono deciderla loro. La partita è aperta più che mai, e io oggi rilancio». E ha aggiunto: «Abbiamo fatto una verifica profonda con i nostri avvocati e riteniamo che il ricorso sia ricevibile. Quel parere è ovviamente la loro azione difensiva, ma non é il Consiglio che può ricevere il ricorso e non mi sarei aspettato che ci dessero ragione altrimenti la partita sarebbe già finita».
Stando a quanto scritto dal Consiglio, l’errore del Comune di Milano è stato quello di aver fatto un ricorso contro la «decisione presa dal Consiglio dell’Unione europea». Ma come spiegano proprio nel documento dell’organo, non si può imputare al Consiglio la scelta di Amsterdam: sono stati gli «Stati membri - scrivono i tecnici del Consiglio - ad agire in qualità dei rappresentati dei loro governi, esercitando in tal modo collettivamente i poteri degli Stati membri».
C’è poi un altro punto che, secondo il Consiglio Europeo, rende il ricorso irricevibile: il Comune di Milano non sarebbe destinatario dell’atto impugnato perché «non ha avuto alcun ruolo diretto nell’intera procedura di selezione che ha unicamente visto coinvolta la Repubblica italiana». Erano infatti gli Stati membri a dover presentare le candidature e scambiare le informazioni con la Commissione partecipando poi al voto.