sciarra amato

JOBS AZZ! GUERRA SENZA ESCLUSIONE DI COLPI ALLA CONSULTA SULL’AMMISSIBILITA’ DEL REFERENDUM PROPOSTO DALLA CGIL SULL’ARTICOLO 18 - E' SCONTRO TRA I GIUDICI: DA UNA PARTE LA GIUSLAVORISTA SCIARRA E DALL’ALTRA L’EX PREMIER AMATO CHE GUIDA IL FRONTE DELL’INAMMISSIBILITA’ - PALAZZO CHIGI SCHIERA L’AVVOCATURA DELLO STATO PER DIFENDERE IL JOBS ACT

GIULIANO AMATOGIULIANO AMATO

Liana Milella per “la Repubblica”

 

Una "guerra" senza esclusione di colpi. Giocata sul parterre della Corte costituzionale. Su una questione caldissima come l' ammissibilità del referendum della Cgil sull' articolo 18. Di fronte un giudice donna - la giuslavorista Silvana Sciarra - contro un giudice uomo - il ben noto Giuliano Amato - . Una data, l' 11 gennaio, quando la Consulta dovrà decidere per il sì o per il no. Scontato il sì per i referendum sui voucher (che le successive modifiche del governo di fatto renderanno nullo) e sulla responsabilità in materia di appalti, lo scontro si concentra sull' articolo 18.

 

E la Corte si divide tra Sciarra e Amato proprio come avvenne ad aprile del 2015 quando i giudici furono chiamati ad esprimersi sul ricorso contro il prelievo governativo sulle pensioni. Anche allora Silvana Sciarra - pugliese di Trani, allieva di Gino Giugni, docente di diritto del lavoro a Firenze, scelta da Renzi e votata dal Parlamento nel 2014 - si scontrò con Amato. Era relatrice sulle pensioni, proprio come oggi sull' articolo 18, e la spuntò grazie al voto determinante dell' allora presidente Alessandro Criscuolo.

 

Stavolta la battaglia è difficile. Prova ne è che lo stesso governo ha deciso solo ieri di dare mandato all' Avvocatura dello Stato di rappresentarlo e di difendere il Jobs Act. E lo ha fatto dopo giorni di incertezza, nei quali il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha insistito per costituirsi mentre palazzo Chigi continuava a reagire con freddezza. Adesso il difficile compito di tutelare e salvare il Jobs Act spetterà al vice avvocato generale Vincenzo Nunziata, giusto lo stesso che ha sulle spalle la difesa dell' Italicum il 24 gennaio.

SILVANA SCIARRASILVANA SCIARRA

 

Per l' Avvocatura il quesito della Cgil è palesemente inammissibile perché non mira solo ad abrogare l' articolo 18 nella versione Poletti-Fornero, ma va oltre e crea una norma del tutto nuova, anche rispetto alla vecchia legge del '70, lo Statuto dei lavoratori, norma per cui è possibile dribblare il licenziamento anche per le aziende da 5 dipendenti in su. È la tesi sostenuta il 16 dicembre su Repubblica da Pietro Ichino, ma anche da esperti come Tiziano Treu e Giuliano Cazzola.

 

Sicuramente è la tesi che Nunziata, per conto del governo, sosterrà alla Consulta. Bisognerà aspettare il 5 gennaio per poter leggere le argomentazioni ufficiali dell' Avvocatura, ma stando alle indiscrezioni che trapelano dai colloqui con palazzo Chigi la linea è già tracciata. Un referendum spurio quello della Cgil - sarà la linea - non solo abrogativo, ma di fatto propositivo e manipolativo. Quindi da bocciare.

 

RENZI GENTILONIRENZI GENTILONI

Non è un mistero che la pensi proprio così Giuliano Amato, in queste ore a caccia di consensi alla Corte per sconfiggere la "nemica" Sciarra, intenzionata invece a dichiarare ammissibile il quesito della Cgil nella sua integrità o quanto meno escludendo solo le righe che riguardano il reintegro dei lavoratori licenziati nelle piccolissime imprese. Divisi i due anche sui precedenti.

 

Ce ne sarebbero secondo Sciarra, non ce ne sarebbero secondo Amato. I relatori degli altri due referendum - Giulio Prosperetti, anche lui un ordinario di diritto del lavoro, alle prese con i voucher, e Mario Rosario Morelli, giudice della Cassazione, impegnato sugli appalti - sarebbero propensi a sostenere la tesi dell' inammissibilità per l' articolo 18.

 

SCIARRA AMATOSCIARRA AMATO

Ma a dieci giorni dalla camera di consiglio riservata dell' 11 gennaio, in cui non sarà ammessa la stampa, la partita alla Corte è tutta aperta. Formalmente le alte toghe si sono date la consegna del silenzio, ma gli spifferi sono inevitabili. Il governo Renzi è alle spalle, ma tra i giudici c' è piena consapevolezza che tra l' 11 gennaio (decisione sui referendum) e il 24 gennaio (verdetto sull' Italicum) la Corte deciderà il destino politico dell' Italia.

silvana sciarrasilvana sciarra

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...