conte cartabia

"APPREZZO IL LAVORO DELLA MINISTRA CARTABIA MA IO NON CANTEREI VITTORIA, NON SONO SORRIDENTE SULL’ASPETTO DELLA PRESCRIZIONE, SIAMO RITORNATI A UNA ANOMALIA ITALIANA" - LA MINACCIA DI GIUSEPPE CONTE AL CONVEGNO DEI GIOVANI IMPRENDITORI DI CONFINDUSTRIA: "SE IO SARÀ LEADER DEL MOVIMENTO 5 STELLE, IL PROGETTO POLITICO SARÀ CHIARO E DI FORTE IDENTITÀ. AVRÀ UNA FORTE CHIAREZZA DI PRINCIPI E NESSUNO SI POTRÀ PERMETTERE DI DIRE CHE È LA FORZA DEI NO PREGIUDIZIALI E IL PARTITO DEI VETI"

Da https://www.ilsole24ore.com

 

giorgia meloni

«Oggi a guidare questo Paese c’è un governo istituzionale di alto profilo. Abbiamo ritrovato la coesione nazionale. Abbiamo a disposizione una enorme mole di fondi. Ora serve anche una visione, per riscrivere la Costituzione economica del Paese».

 

Il leader dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano, si rivolge ai leader politici al convegno degli industriali under 40 a Genova. «Abbiamo una domanda da farvi: qual è la vostra idea di storia futura? Ci piacerebbe trovare terreno fertile per costruire una visione condivisa del Paese e un metodo per attuarla. Ma a volte, questa, non sembra la volontà di tutti. E ci dispiace».

 

Conte: con me leader M5S non sarà più forza dei no

matteo salvini e giorgia meloni

Numerosi leader politici invitati a partecipare al convegno. È intervenuto anche Giuseppe Conte. «Se io sarà leader del Movimento 5 Stelle, il progetto politico sarà chiaro e di forte identità, avrà una forte chiarezza di principi e nessuno si potrà permettere di dire che è la forza dei no pregiudiziali e il partito dei veti. Sarà una forza ancora più innovatrice del passato» ha detto. Parlando della riforma della giustizia penale Conte ga detto: «Apprezzo il lavoro della ministra Cartabia, si è molto impegnata, ma io non canterei vittoria, non sono sorridente sull’aspetto della prescrizione, siamo ritornati a una anomalia italiana».

 

Meloni: più di blocco licenziamenti dare incentivi a imprese

giorgia meloni

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia ha richiamato l’attenzione sul nuovo regolamento Eba sullo scoperto bancario: quando entrerà in vigore, ha detto, «ci saranno milioni di italiani segnalati alla centrali rischi. Vuol dire una ecatombe. Abbiamo posto la questione a Mario Draghi e se non lo capisce Draghi, che è stato presidente Bce...», ha aggiunto Meloni.

 

«La questione non è il blocco dei licenziamenti ma intervenire sulla continuità delle imprese perché «se le imprese chiudono, le persone andranno sempre a casa» ha detto Meloni. «Avevamo proposto a Draghi di varare degli incentivi per 3 anni per chi non chiude», ha continuato Meloni, sottolineando che «il messaggio che doveva dare lo Stato agli imprenditori - e non lo ha fatto - era “resisti noi ci siamo”», e che «il dramma più grande che abbiamo in questo momento è che a un imprenditore conviene chiudere».

 

GIORGIA MELONI CON MATTEO SALVINI SULLO SFONDO

«Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è l’ultima grande occasione che abbiamo. Questi 250 miliardi d euro ti costringono a fare scelte di visione nel medio lungo termine, che è quello che l’Italia non riesce a fare» ha detto la leader di Fratelli d’Italia. «Nella pandemia abbiamo speso 150 miliardi di euro per fare cose oggettivamente assurde - ha sottolineato -. Come fai a spendere 5 miliardi sulla lotteria degli scontrini, che prima di noi era stata fatta solo in Zimbawe? Bisogna essere oggettivamente poco lucidi».

 

Salvini, applicare codice europeo degli appalti

MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI

Tra politici presenti anche Matteo Salvini: «Vorrei la sospensione del codice degli appalti italiano e l’applicazione immediata di quello europeo» ha detto il leader della Lega. Continuando a parlare di opere pubbliche e costruzioni, Salvini ha ricordato l’esempio del Modello Genova: «Il ponte è stato ricostruito a tempo di record: non un giorno di ritardo, non una tangente. È un modello applicabile in tutta Italia. Fosse per me, applicherei il modello Genova a tutti i cantieri in Italia». In questa ottica, Salvini ha ricordato che attraverso il piano europeo Next Generation Eu, «ci sono 229 miliardi di euro, due terzi a prestito» da spendere e «voglio essere nella stanza dove si decide, mi prendo responsabilità non di stare fuori ma di accompagnare il processo di spesa e cambiamento. Poi con le prossime elezioni punto a vincere per gestire prossimi 5 anni».

 

Salvini, bene Cdm ma vera riforma referendum

elena bonetti

Salvini ha detto che «la riforma della giustizia approvata in Consiglio dei ministri è un primo passo, va bene. Noi siamo al governo con Draghi per riformare rivoluzionare e ammodernare questo Paese. Ma la vera e sostanziale definitiva e importante riforma della giustizia la fanno gli italiani firmando nelle piazze e nei comuni. Dopo 30 anni di chiacchiere, di mancate riforme, questi referendum saranno un aiuto a Draghi per correre nel suo processo riformatore e la garanzia che se qualcuno si metterà di traverso in Parlamento, e penso ai 5 Stelle, saranno gli italiani con la firma e col voto per il referendum a dare veramente tempi certi certezza della pena e giustizia giusto».

 

Bonetti: anche incentivi a imprese contro gap donne

Per rimuove il gap che penalizzano il lavoro delle donne uno strumento pò essere anche quello di «defisicalizzare le politiche delle imprese per la promozione del lavoro femminile» ha detto il ministro per le pari opportunità e per la famiglia, Elena Bonetti, partecipando al convegno dove sottolinea di aver «molto apprezzato» i passaggi della relazione del presidente Di Stefano. Ed in particolare, il fatto «che ha posto al centro due obiettivi apparentemente distinti ma da affronatre insieme: il tema demografico ed il tema del lavoro femminile, siamo ultimi in Europa in entrambi i fattori».

Enrico Letta

 

Letta: Pnrr non deve essere una tantum, diventi permanente

«Il Recovery plan non sia una tantum per la pandemia ma voi imprenditori dovete convincere le istituzioni europee ad accettare la logica che al fianco del bilancio permamente dell’Ue, diventino permanenti anche gli investimenti» ha detto il segretario del Partito democratico, Enrico Letta. «È una partita essenziale», ha sottolineato Letta, spiegando che con un debito/Pil al 160% «abbiamo bisogno di investimenti». Il Revocery plan «dura sei anni poi si apre una partita fondamentale: ritornare alla vicenda europea e la prima cosa è riformare il Patto di stabilità e passare dalla stabilità alla sostenibilità».

 

L’appello dei Giovani: da rider a sindacati alleanza under40

Nel suo intervento che ha aperto il covegno il leader dei Giovani Imprenditori ha detto: «Chiediamo anche alla cosiddetta società civile e ai sindacalisti under 40 di unirsi alla discussione e lavorare con noi. E siccome il mondo è cambiato, allarghiamo la cabina di regia, e mettiamo insieme imprenditori, commercialisti, avvocati, manager, e poi rider, piattaforme della gig economy, partite iva, startupper. Vogliamo intorno al tavolo chiunque si senta di contribuire a un patto che miri a ridare dignità e opportunità alle giovani generazioni. A cominciare dalle Istituzioni».

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE BY OSHO

 

Di Stefano rilancia l’esperienza già avviata tra sigle datoriali e professionisti e lancia un appello per un patto ’under 40’ che sia ancora più ampio. «Noi lo stiamo già facendo: insieme ad altre 12 sigle datoriali under 40, abbiamo creato un tavolo di confronto, chiamato IMPatto Giovani, che mette insieme oltre 100 mila associati. Sguardo generazionale sul Pnrr, spinta all’autoimprenditorialità e ottimismo nella capacità di fare impresa sono i denominatori comuni del nostro tavolo».

 

Riformare reddito di cittadinanza

ENRICO LETTA

«Si è creato il reddito di cittadinanza, che non solo non ha abolito la povertà, ma sta addirittura generando effetti distorsivi», dice il leader dei Giovani Imprenditori che sottolinea: «Il dramma del lavoro senza tutele, che va combattuto e condannato in ogni forma perché penalizza gli imprenditori onesti, che sono la maggior parte».

 

E avverte: «Bisogna, dunque, riformare il reddito di cittadinanza, a partire da quelle politiche attive che sono rimaste lettera morta, per renderlo ciò che dovrebbe essere: un sostegno a chi è in difficoltà e non una rendita di immobilità». «E allora - aggiunge - se vogliamo alzare gli stipendi, abbassiamo il cuneo fiscale a favore dei lavoratori e impegniamoci tutti per far crescere la produttività! Quella che ormai i dati chiamano ripartenza, deve esserlo non solo per i trend economici, ma anche per la nostra società, di cui noi imprenditori siamo parte».

 

La citazione di De Gasperi

Il leader dei giovani di Confindustria cita De Gasperi che «ai tempi della ricostruzione disse agli italiani che non avevano “il diritto di disperare”». E avverte: «Anche noi diciamo: non abbiamo il diritto di arrenderci perché dobbiamo essere tutti coautori e protagonisti della nostra Storia Futura». A partire dal post-pandemia.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…