giuseppe conte beppe grillo mario draghi

CONTE CHI? L’AVVOCATO DI PADRE PIO CHE, COME DAGO-RIVELATO, SPERAVA DI USARE LA GIUSTIZIA PER FAR CADERE IL GOVERNO È RIMASTO CON IL CERINO IN MANO: IL VIA LIBERA ALLA RIFORMA CARTABIA È ARRIVATO DOPO UNA TELEFONATA DI SUPERMARIO A GRILLO CHE, IN ASSE CON DI MAIO, HA SENTITO MINISTRI, CAPIGRUPPO E PARLAMENTARI E LI HA CONVINTI AD ACCETTARE LA MEDIAZIONE SULLA PRESCRIZIONE, – È L’ENNESIMO SCHIAFFO A “GIUSEPPI” DOPO IL SILURAMENTO DI ARCURI E VECCHIONE, LA SOSPENSIONE DEL CASH-BACK E…

Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"

 

mario draghi all accademia dei lincei

«Sulla giustizia Conte ha segnato un punto dentro al Movimento». Lo ammettono sottovoce i parlamentari vicini a Grillo e a Di Maio, che seguono con preoccupazione crescente la guerra di posizionamento, tutti contro tutti, che infiamma il M5S. Il via libera alla riforma Cartabia ha rimescolato i ruoli e portato alla luce le contraddizioni di quella che, per quanto indebolita, senza guida e nel caos, resta la prima forza politica della maggioranza. Adesso a blindare il governo di unità nazionale è Beppe Grillo, in asse con Luigi Di Maio. E a valutare lo strappo è l'ala più inquieta dei 5 Stelle, pronta a seguire Conte anche fuori dall'esecutivo.

 

conte grillo

La notizia che cambia il quadro è la telefonata tra Mario Draghi e Beppe Grillo giovedì, rivelata dal Fattoquotidiano.it . La voce sarebbe fuggita dal fronte contiano, ma poco importa. Quel che resterà agli atti è che Palazzo Chigi non l'abbia smentita. Fonti parlamentari assicurano che a chiamare il fondatore sia stato il premier, determinato a ottenere il via libera compatto e leale dell'intera squadra dei ministri e quindi a superare i maldipancia dei pentastellati. In asse con Luigi Di Maio, Grillo ha sentito ministri, capigruppo e parlamentari e li ha convinti ad accettare la mediazione sulla prescrizione. «Conte voleva usare la giustizia per far cadere il governo e farsi il suo partito», il sospetto dell'area vicina a Di Maio.

 

marta cartabia mario draghi

Il dato nuovo è che non solo il ministro degli Esteri, ma anche Stefano Patuanelli, il più vicino a Conte, abbia lavorato per far passare il lodo Draghi-Cartabia e mettere in sicurezza il governo, minacciato dall'ira dei contiani. Nelle ore dello scontro, a ridosso del Cdm, l'ex Guardasigilli Alfonso Bonafede e i colleghi Di Maio e Patuanelli si sono scambiati messaggi di fuoco. Ma alla fine i governisti si sono imposti, in linea con i desiderata di Draghi e in contrapposizione con Conte. Il quale ieri, dopo aver saputo della telefonata tra il premier e Grillo, è partito all'attacco contro l'«anomalia italiana» della prescrizione che ritorna.

 

GIUSEPPE CONTE BY OSHO

Una presa di posizione che nessuno commenta a Palazzo Chigi, dove però non risulta alcuna telefonata di Draghi al suo predecessore. «Un altro grave sgarbo», a sentire i fedelissimi di Conte, che certo non dimenticano il siluramento di Arcuri e Vecchione, la sospensione del cash-back, il salario minimo «sparito dai radar» (copyright Di Battista)... E la scelta di esaminare una riforma come la prescrizione, così divisiva e identitaria per il M5S, proprio nei giorni del duello rusticano tra Grillo e Conte.

 

marta cartabia

Argomento che i ministri governativi si affrettano a smontare, ricordando come a dettare a Draghi la tabella di marcia non sia la politica, ma l'Europa e i tempi del Pnrr. Interpretando gli umori più movimentisti e antigovernativi, Conte sembra muoversi in sintonia con un leader del dissenso del calibro di Alessandro Di Battista, che accusa gli ex colleghi di essersi «calati le braghe» e sprona a uscire dalla maggioranza. Ma guai a chiedere al professore di diritto se stia pianificando rotture, visto il piglio con cui ieri ha smentito: «Nessuno deve permettersi di dichiarare che io attacco il governo Draghi».

conte grillo

 

Sarà, ma questi due giorni infuocati hanno reso ancora più stretta la via di un'intesa con Grillo. «C'era un tacito accordo, nessuno dei due doveva parlare durante la trattativa sulla leadership», rivela un «big». Il patto lo ha rotto Conte, accettando l'invito dei Giovani di Confindustria, o lo aveva già rotto Grillo, parlando con Draghi? La risposta arriverà dal tavolo dei sette «saggi». E sarà un nuovo inizio per il M5S, con Conte leader, o il via libera al nuovo partito dell'ex premier.

mario draghi al senatomario draghi al senatoGRILLO CASALEGGIO CONTE BY OSHOVIGNETTA KRANCIC - ROBERTO FICO - ROCCO CASALINO - GIUSEPPE CONTE - BEPPE GRILLO

 

mario draghi

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...