DAGOREPORT - CONTE IN UN CUL-DE-SAC: SE SOSTITUISCE I VOTI DEI RENZIANI CON I “RESPONSABILI”, IL PARTITO DEMOCRATICO TOGLIE L’APPOGGIO AL GOVERNO. ANCHE ZINGA E BETTINI D’ACCORDO - E TUTTI INSIEME CONSIGLIANO A CONTE UNA “CRISI PILOTATA”, CIOÈ SENZA CHIEDERE LA FIDUCIA IN PARLAMENTO - SECONDO GLI ULTIMI SPIFFERI, DRAGHI AVREBBE DATO L'ASSENSO A GUIDARE UN GOVERNO DELLA RICOSTRUZIONE SOSTENUTO DA UNA FOLTISSIMA MAGGIORANZA PARLAMENTARE
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A che punto è la notte del governo? Conte in un cul-de-sac: se Renzi toglie l’appoggio all’esecutivo, Casalino imbarca i cosiddetti “Responsabili” per sfangarla al Senato. Ma se il ‘’premier per caos’’ sostituisce i voti dei renziani al Senato con i “Responsabili”, il Partito Democratico toglie l’appoggio al governo e Conte si deve dimettere.
Tutti i capataz dem, da Orlando ai riformisti di Marcucci-Lotti-Guerini, da Franceschini a Orfini, compreso il duo Zingaretti-Bettini, hanno dichiarato di essere nettamente contrari alla scialuppa di salvataggio dei Responsabili.
Per alcune buone ragioni: oltra al fatto che un governo zoppo potrebbe cadere ad ogni piè sospinto e ogni votazione al Senato aprirebbe un suk di trattative alla Porta Portese, Conte diventerebbe un uomo solo al comando, una sorta di dittatore dello stato libero di Bananas.
Non solo: i dem, conti alla mano, hanno constatato che una uscita dei renziani dalle commissioni parlamentari sarebbe politicamente dura da gestire.
Anche Zinga e Bettini, i più affezionati a Conte premier, per non finire scavalcati da tutti gli altri dem, sono d’accordo sul no ai Responsabili. E tutti insieme consigliano alla Pochette con le unghie una “crisi pilotata”, cioè senza chiedere la fiducia in parlamento.
Da un lato, dall’altro deve accettare i compromessi sulla gestione del Recovery Fund e cedere l’autorità delegata ai servizi a una persona di sua fiducia. Inoltre, quelli del Pd vogliono portare l’accettazione del Mes sanitario al voto in Parlamento.
Aggiungere che Mattarella è “molto disturbato” per questo incaponimento tignosissimo di Conte. Ora molti stanno cercando di convincere lo schiavo di Casalino ad ingoiare ‘ste palate di merda.
Anche perché di andare al voto non se ne parla proprio: a rimetterci le penne per l’entrata in scena di un eventuale partito di Conte, stimato dai sondaggisti sull’8 per cento, sarebbero Zinga e Di Maio: 3,5% Conte lo succhierebbe dal Pd, l’altro 4,5 dalle truppe governiste dei 5Stelle.
paolo romani renato brunetta matteo salvini giovanni toti
Inoltre i quattro Responsabili che fanno riferimento al filo-leghista Giovanni Toti in queste ore stanno vacillando sotto la spinta di Salvini che punta a un governo della ricostruzione guidato da Mario Draghi.
PS – A proposito dell’ex governatore: secondo gli ultimi spifferi dai Palazzi del potere, Draghi avrebbe dato il suo assenso a guidare un governo della ricostruzione nazionale sostenuto da una foltissima maggioranza parlamentare – Forza Italia e Lega si sono già dichiarate pronte ad appoggiarlo. E oggi perfino la Meloni, in un’intervista al Corriere, si è detta pronta “a dare una mano” al Paese.