CON QUESTA OPPOSIZIONE LA MELONI RESTA A PALAZZO CHIGI 20 ANNI - CONTE VA AD ATREJU PER DIRE CHE IL M5S NON SARA’ MAI “JUNIOR PARTNER DEL PD: NON SIAMO LA SINISTRA DELLA ZTL” – PEPPINIELLO FISSA I PALETTI: “IL CAMPO LARGO? NIENTE ALLEANZE ORGANICHE. SCHLEIN LO SA? NON LO SO, CHIEDETELO A LEI. RUFFINI? È UNA DI QUELLE OPERAZIONI A TAVOLINO NATE DAL PD, CAMINETTI, ROBE DA INGEGNERIA" – “SONO DI SINISTRA? SE SINISTRA OGGI SIGNIFICA COMBATTERE IL GOVERNO NEL SOLO NOME DELL’ANTIFASCISMO, NON CI STO. E ANCORA: “SE VUOL DIRE ACCOGLIERE TUTTI, NON CI STO”. A SECHI CHE LO PROVOCA DICENDO SE E’ PRONTO PER PRENDERE LA TESSERA DI "FRATELLI D’ITALIA", L’AVVOCATO RISPONDE…
Lorenzo De Cicco per repubblica.it - Estratti
Non vuole fare il «cespuglietto » del Pd, Giuseppe Conte. E forse nemmeno l’alleato, di certo non un socio «strutturale», «non saremo mai un junior partner», «non siamo la sinistra della Ztl». Il popolo di Atreju, la festa dei meloniani, che in altri passaggi lo prende a fischi, si spella le mani quando il capo dei 5S martella i democratici. E l’ex premier, calato nella tana del nemico a differenza di Elly Schlein che se ne tiene alla larga, non si fa certo pregare. Quando può, affonda il colpo.
«Sono di sinistra? Se sinistra oggi significa combattere il governo nel solo nome dell’antifascismo, non ci sto». E ancora: «Se vuol dire accogliere tutti, non ci sto». Applausi. Il campo largo? «Niente alleanze organiche. Schlein lo sa? Non lo so, chiedetelo a lei». «Ruffini? È una di quelle operazioni a tavolino nate dal Pd, caminetti, robe da ingegneria, è la concorrenza ». E via così, tanto che l’avvocato di Volturara, all’ennesimo battimani della platea zeppa di post- missini, è costretto quasi a una prece: «Non applaudite troppo, vi prego».
L’intervistatore, Mario Sechi, ex portavoce di Meloni a Palazzo Chigi, oggi direttore di Libero e fresco conduttore di un programma Rai, a un certo punto lo provoca: «Sta per prendere la tessera di FdI?» Risposta: «Non credo». Risate.
Conte arriva ad Atreju con la compagna Olivia Palladino, che nel retropalco viene salutata da Arianna Meloni. La sola presenza qui è un segnale di distanza da Schlein, che l’anno scorso, invitata, declinò gelidamente: «Si discute in Parlamento». Conte racconta invece di avere «accettato senza tentennare», ricorda di quando era già venuto negli anni da presidente del Consiglio, «quando FdI non era tra i partiti più consistenti, è un dovere confrontarsi».
Prima di lui era salita sul palco un’altra 5 Stelle, la senatrice Alessandra Maiorino, fischiata durante un dibattito sulla Gpa, con tanto di «froci!» urlato dal fondo della sala, tanto da far intervenire il capo dell’Organizzazione della fiamma, Giovanni Donzelli. Intervenuto così: «Ci sono centinaia se non migliaia di dirigenti di FdI che hanno un orientamento sessuale diverso dal mio ma si divertono a dire “frocio” e a scherzarci su».
Prima di Conte, allora, viene diffuso l’annuncio: niente contestazioni.
L’ex premier però quasi li chiama, i fischi: «Sentitevi liberi». E parte un primo, fragoroso fischione dalle ultime file. Ne seguiranno altri, non tantissimi,
(…) Esclude però «una nuova alleanza a destra». E il governo lo attacca eccome. Sulla legge bavaglio, sul «pacco di stabilità», sui cassintegrati conteggiati dal governo tra gli occupati, sulla cancellazione della via della Seta: «Si agisce per interessi nazionali, non per prendere una carezza di Washington. Se fossi un elettore di FdI, sarei deluso da tante piroette». Col pubblico si congeda a modo suo, cordialissimo: «Grazie per la cortesia e la gentilezza ». E prima di rimontare in auto fa un bilancio: «Ho preso più applausi che fischi? Mi preoccupo...».
conte renzi schleinIL CAMPO LARGO VISTO DA ALTANRICCARDO MAGI - GIUSEPPE CONTE - ANGELO BONELLI - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - FOTO LAPRESSEIL CAMPO LARGO - MEME BY EDOARDO BARALDI