conte di battista talebani

CONTE SENZA PACE: DOPO LA SCISSIONE DI LUIGI DI MAIO SPERAVA CHE I GRUPPI PARLAMENTARI FOSSERO DIVENTATI GOVERNABILI, E INVECE CONTINUANO A ESSERE LA SOLITA MAIONESE IMPAZZITA – I GRILLINI SONO SPACCATI, TRA CHI VUOLE RIMANERE IN MAGGIORANZA PER NON PERDERE POLTRONA E VITALIZIO, E CHI VUOLE USCIRE DAL GOVERNO PER TORNARE A STREPITARE DALL’OPPOSIZIONE – L’ELEFANTE NELLA STANZA È DI BATTISTA: MA SE TORNASSE IL “CHE GUEVARA DI ROMA NORD”, LA LEADERSHIP DI PEPPINIELLO NE USCIREBBE ECLISSATA…

Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

DI BATTISTA CONTE

La giornata dei Cinque Stelle corre ancora una volta sul filo della contraddizione. E allora sì alla fiducia alla Camera sul Dl Aiuti mentre i contiani alzano i toni contro il governo. Da un lato ci sono i fatti, con il M5s che non mette a rischio Draghi.

 

Dall'altro le parole, gli avvertimenti bellicosi. «Votiamo la fiducia al governo, noi vogliamo collaborare col governo. Il voto finale al testo alla Camera non lo possiamo condividere. E al Senato vedremo», parte Giuseppe Conte. A Montecitorio, dunque, i grillini si asterranno sul voto del testo. Anche se aumenta il numero dei deputati che non sono convinti di questa scelta.

 

GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

«Non tutti ce la sentiamo di uscire dall'Aula, molti di noi il testo vorrebbero votarlo, soprattutto perché si tratta di un provvedimento che contiene 23 miliardi di euro di aiuti per famiglie e imprese», confessa un pentastellato in Transatlantico. Alla Camera i governisti sono più forti e rappresentano circa metà del gruppo, ma probabilmente alla fine non ci saranno fratture sull'Aventino sul Dl Aiuti.

 

I pericoli per la tenuta della maggioranza possono arrivare da Palazzo Madama, come fatto notare minacciosamente da Conte. I senatori sono in curva, modalità torcida sudamericana. Ed è fondata l'ipotesi di un non voto sul decreto del governo che stoppa le deroghe al Superbonus e dà il via libera al termovalorizzatore a Roma.

 

MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE

«Solo che al Senato l'astensione equivale al voto contrario», sottolineano le colombe di Montecitorio. E c'è dell'altro. L'avvocato di Volturara Appula con il suo «vedremo» fa la faccia feroce, ma l'esibizione di forza nasconde una debolezza. Ormai gli oltranzisti sono più realisti del re. Tra i ribelli, infatti, cominciano a spuntare le prime critiche all'attendismo del leader.

 

L'istantanea è quella di un Conte che fatica a controllare i gruppi in entrambe le camere. Tra i mille veleni che esalano da tutte le parti, c'è da registrare una teoria secondo cui l'ex premier, in realtà, non vorrebbe uscire anzitempo dal governo. E il motivo è legato ad Alessandro Di Battista.

 

conte taverna

«Se il M5s andasse all'opposizione tornerebbe subito Di Battista e Conte ha paura di essere messo in ombra», spifferano i maligni. Rischierebbero di essere eclissati dal ciclone Dibba anche i cinque vicepresidenti, a partire proprio dai più barricaderi, Riccardo Ricciardi e Paola Taverna.

 

Il giurista pugliese teme che l'ex deputato - spinto dal Fatto Quotidiano di Marco Travaglio - stia preparando il terreno per prendersi il Movimento, prima o dopo le prossime elezioni politiche. Quel che è certo è che un'uscita dal governo accelererebbe la «dibattistizzazione» del M5s.

michele gubitosa

 

Intanto è iniziato un derby tra i due dirigenti stellati più inclini allo strappo. Negli ultimi giorni è molto in vista Ricciardi, che sta cercando di tessere la sua tela facendo scouting tra i parlamentari indecisi, così da convincere Conte a mollare Draghi. E, a sorpresa, in questa fase di tensione con Palazzo Chigi, il deputato toscano è diventato il consigliere più ascoltato dal presidente del M5s. Così Ricciardi si è attirato le antipatie di Taverna, che non ci sta a rinunciare al ruolo di pasionaria e infatti si sta dando da fare per mostrarsi più ortodossa del suo competitor. Restano in ombra Michele Gubitosa e Mario Turco, decisi a seguire ogni decisione di Conte. Il problema è che l'avvocato prende tempo, decide di non decidere. E su questo sono d'accordo sia i governisti sia gli oltranzisti.

DI BATTISTA alessandro di battista fabio mini 4PAOLA TAVERNA GIUSEPPE CONTEmario turco giuseppe conte paola taverna michele gubitosa giuseppe conte BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - BY MACONDO travaglio contemichele gubitosa 2alessandra todde mario turco giuseppe conte paola taverna michele gubitosi riccardo ricciardi travaglio conteMARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagirone philippe donnet andrea orcel unicredit generali

DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE IRRAGGIUNGIBILE NEL CAMPO DELLE ACQUISIZIONI E FUSIONI. L’AD DI UNICREDIT, CHE HA IN TASCA IL 5,2% DEL LEONE DI TRIESTE (UN ALTRO 5 SAREBBE NEL CASSETTO) ASPETTERÀ L’ULTIMO MINUTO PER DECIDERE CON CHI STARE, IN BASE A QUALI VANTAGGI OTTERREBBE UNICREDIT (BANCA GENERALI? BPM? MEDIOBANCA?) – ALTRO NODO: IL 4,82% DI BENETTON - IN CASO DI SCONFITTA DEL DUO FILOGOVERNATIVO CALTA-MILLERI SUL LEONE DI TRIESTE, DIPENDERÀ IL FUTURO DI MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS. POTREBBE ANCHE SUCCEDERE L’ARRIVO DI UN CAVALIERE BIANCO (BANCA INTESA? UNICREDIT?) CON UNA CONTRO OPA…

antonella antonia rosa costanzo - ex moglie di paolo berlusconi vittorio feltri

DAGOREPORT - ALLA VENERANDA ETÀ DI 81 ANNI, VITTORIO FELTRI ANCORA IGNORA CHE IL GALANTUOMO GODE E TACE. COME QUANDO HA SPIFFERATO IL MOTIVO DELLE SUE DIMISSIONI DALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE”: “ME LA FACEVO CON LA MOGLIE DELL’EDITORE”, ALIAS PAOLO BERLUSCONI - OVVIAMENTE LA REAZIONE DI ANTONELLA COSTANZO NON SI È FATTA ATTENDERE. E VITTORIONE HA PENOSAMENTE RINCULATO: “IL NOSTRO RAPPORTO ERA DI SIMPATIA E AMICIZIA” - DA PARTE SUA ANTONELLA COSTANZO CI TIENE A FAR SAPERE A DAGOSPIA LA SUA VERSIONE DEI FATTI… – VIDEO

milan gerry cardinale zlatan ibrahimovic marcella verini giorgio furlani pierdonato vercellone donato

DAGOREPORT – ALTA TENSIONE AL MILAN TRA IL SENIOR ADVISOR IBRAHIMOVIC E L’AD FURLANI. LA SOCIETA’ E’ SPACCATA IN DUE FAZIONI: DA UNA PARTE CARDINALE, IBRA E LA POTENTISSIMA COMUNICATRICE DI RED BIRD E ELLIOTT MARCELLA VERINI, DALL’ALTRA FURLANI E IL CAPO DELLA COMUNICAZIONE DEL CLUB PIERDONATO VERCELLONE. LE DUE ANIME SI RIMBALZANO LA RESPONSABILITA’ DEL MANCATO INGAGGIO IN ESTATE DI ANTONIO CONTE – FURLANI GODE DELLA FIDUCIA DI PAUL SINGER, CHE CON ELLIOTT È DI FATTO IL PADRONE OMBRA DEL MILAN. È PROBABILE CHE IN ESTATE QUALCUNO SALTERÀ, SE NON TUTTI…

maurizio gasparri simona agnes

FLASH! - MAI DIRE RAI: PER IL FORZISTA MAURIZIO GASPARRI, MEMBRO DELLA COMMISSIONE VIGILANZA, SIMONA AGNES NON ESISTE, FDI SE NE FOTTE E SONO INIZIATE LE PRESSIONI SU GIANNI LETTA PER CONVINCERE LA SUA PROTETTA, SIMONA AGNES, PLURI BOCCIATA PER LA PRESIDENZA DEL CDA RAI, A DIMETTERSI LIBERANDO COSI' UN POSTO A UN NOME CHE POSSA OTTENERE I VOTI ANCHE DELL'OPPOSIZIONE... – LA REPLICA DI GASPARRI A DAGOSPIA: “OVVIAMENTE LA NOTIZIA CHE AVETE PUBBLICATO SU ME E SULLA AGNES È L’ESATTO CONTRARIO DELLA VERITÀ”

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT - LA "SPECIAL RELATIONSHIP" DI GIORGIA MELONI CON DONALD TRUMP ERA SOLO NELLA TESTOLINA BIONDA DELLA DUCETTA: QUANDO SI TRATTA DI COLPIRE L'EUROPA, IL TYCOON NON FA DISTINZIONI (LE TARIFFE AL 25% COLPIRANNO ANCHE L'ITALIA, MENTRE IL REGNO UNITO SARÀ ESENTATO) E LA PRESUNTA AMICIZIA CON LA "MERAVIGLIOSA LEADER" ITALIANA VA A RAMENGO - L'HANNO CAPITO ANCHE A DESTRA: BASTA SBIRCIARE IL TITOLONE DI PRIMA PAGINA DEL "GIORNALE" DI OGGI ("TRUMP, I PRIMI DUBBI DELLA LEGA") E ASCOLTARE LE PAROLE DEL MINISTRO URSO (FRATELLI D'ITALIA): "L'AMERICA PUNTA A DIVIDERE GLI ALLEATI EUROPEI" - LA "THATCHER DELLA GARBATELLA" E' INSOFFERENTE PER L'ATTIVISMO DI MACRON E STARMER MA I DUE SONO LEADER DI PAESI "PESANTI", CON ARMI NUCLEARI - PRIMA O POI L'UNDERDOG DOVRÀ ACCORGERSI CHE BACIARE LA PANTOFOLA DI "KING TRUMP" NON È STATA UNA BUONA IDEA...