CONTE ALLA RESA DEI CONTI – NON SOLO IL CASO DEI 2 MILIONI NON RESTITUITI DAGLI ONOREVOLI GRILLINI: IN BALLO CI SONO IL TRIBUNALE DI NAPOLI, DOVE OGGI VERRÀ GIUDICATA LA LEGITTIMITÀ DELL'ELEZIONE DI CONTE, LE AMMINISTRATIVE, LA DISCUSSIONE INTERNA SUL LIMITE DEI DUE MANDATI, IL DECRETO AIUTI CHE PREVEDE LA COSTRUZIONE DI UN INCENERITORE A ROMA E, IL 21 GIUGNO, IL DUELLO CON DRAGHI IN PARLAMENTO SULL'INVIO DI ALTRE ARMI IN UCRAINA - IN BASE AI NUMERI DELLA SICURA DISFATTA DEL M5S ALLE AMMINISTRATIVE, CONTE SI GIOCA IL SUO DESTINO…
Federico Capurso per “la Stampa”
Nel Movimento assicurano tutti che Giuseppe Conte si sta concentrando sulle prossime sfide politiche, non sulle «carte bollate» che potrebbero uscire dal tribunale di Napoli, dove oggi verrà giudicata la legittimità dello statuto grillino e dell'elezione di Conte.
Le chiamano così, «carte bollate», quasi a voler ridimensionare il problema. Non per disprezzo, ma per paura. Perché l'incubo è stato già vissuto a febbraio, quando dopo il ricorso di alcuni attivisti di Napoli vennero sospese in via cautelare tutte le cariche dirigenziali dei Cinque stelle, compresa quella del presidente.
Si tentò di riparare con un nuovo voto, per lo statuto e il leader, ma su quella seconda votazione è stato presentato un nuovo ricorso dagli attivisti e adesso il sospetto dei vertici è che il pasticcio possa ripetersi.
Per di più, all'alba di un mese in cui i Cinque stelle dovranno affrontare le Amministrative, la discussione interna sul limite dei due mandati, il decreto Aiuti che prevede la costruzione di un inceneritore a Roma e, il 21 giugno, il duello in Parlamento sull'invio di altre armi in Ucraina. Settimane di fuoco in cui senza un leader legittimato tutto potrebbe crollare, riaprendo anche la strada all'ipotesi di un nuovo partito di Conte.
L'ex premier, in visita a Palermo per sostenere il candidato sindaco di Pd e M5S, ostenta serenità: «Non temo ripercussioni, noi lavoriamo in piena trasparenza», dice ai giornalisti. Ricorda che di fronte al provvedimento cautelare di febbraio «abbiamo addirittura rivotato» e che in quell'occasione «c'è stata una più ampia investitura, sia per lo statuto che per la mia presidenza. Quindi non abbiamo nulla da temere».
Fonti interne raccontano però che l'ex premier, in questi giorni di tour elettorale, abbia dedicato più di un pensiero al processo di Napoli, restando in costante contatto con gli avvocati del Movimento e con Beppe Grillo. La speranza è che il giudice chieda un rinvio, dando così qualche settimana di ossigeno al partito.
E ci si augura, poi, che questa volta il tribunale dia ragione al Movimento e che il processo venga spostato da Napoli a Roma, regalando a Conte altro tempo per superare giugno. Di certo, non un segno di tranquillità. Le truppe grilline in Parlamento, in balia di tutte queste incertezze, sono agitate. Gli animi si sono surriscaldati anche per il caso delle mancate restituzioni di una stragrande parte di eletti, che nel bilancio del partito pesano per circa due milioni di euro.
Ora deputati e senatori in ritardo con i pagamenti si stracciano le vesti, chiedono di vedere il bilancio, ma su tutti i loro «ma» e i «però», che spesso in questi casi abbondano, grava l'irritazione di Beppe Grillo, infuriato per l'ennesimo tradimento di una «regola aurea» del Movimento. Non il miglior viatico per convincerlo ad allentare le maglie della regola dei due mandati. Né per affrontare un mese decisivo per le sorti del partito.
report intervista giuseppe conte sul superbonusdi maio conteMARIO DRAGHI GIUSEPPE CONTEmario draghi giuseppe conteuCONTE SALVINI