conte rutte

A CONTE NON TORNANO I CONTI – IL PREMIER SULLE BARRICATE CONTRO I PAESI BASSI: “NO AI VETI E ORA SI DISCUTA DI POLITICA FISCALE COMUNE PER AFFRONTARE UNA VOLTA PER TUTTE SURPLUS COMMERCIALI E DUMPING E COMPETERE AD ARMI PARI" – IL COMPROMESSO PROPOSTO DA MICHEL PROPONE CON TAGLI AI SUSSIDI E FRENO D’EMERGENZA PIACE A RUTTE. I VERSAMENTI EROGATI DAL RECOVERY POTREBBERO ESSERE BLOCCATI SENZA IL CONSENSO DI TUTTI I GOVERNI. COSA FARA’ CONTE?

Lorenzo Vita per il Giornale

 

conte rutte merkel michel

La strada del Consiglio europeo per Giuseppe Conte appare sempre più in salita. Le difficoltà dell'ultima nottata,con lo scontro durissimo tra Italia e Paesi Bassi, si sono confermate anche questa mattina.

 

L'Olanda ha guidato il fronte dei Paesi che vogliono garanzie nei confronti delle proposte di riforma italiana. L'idea che Roma possa avere delle risorse ingenti senza passare per il veto dei singoli Stati europei non piace al governo olandese, che pretende la possibilità che un voto contrario in Ue possa bloccare l'accesso al Recovery. 

 

E questo duello tra Conte e Rutte è andato avanti per tutta la mattinata, con le fonti che fanno trapelare che il premier italiano avrebbe tenuto un discorso estremamente duro nei confronti dei "frugali" capeggiati dai Paesi Bassi.

 

conte rutte

Da Bruxelles, dove si tiene una due giorni che puòà decidere il futuro dell'Unione europea ma anche della strategia del governo giallorosso, filtra tutta la rabbia e la frustrazione del premier italiano che critica l'approccio "ben poco costruttivo" da parte dei "frugali" colpevoli di non avere consapevolezza del momento storico che sta attraversando l'Europa.

 

E ha ribadito le sue idee sul fatto che siano inaccettabili i veti proposti dall'Olanda anche in chave giuridica, oltre che politica. Un affondo cui ha seguito anche un nuovo atto d'accusa nei confronti dell'Aja: l'Italia è pronta a fare le riforme ma "pretenderà una seria politica fiscale comune, per affrontare una volta per tutte surplus commerciali e dumping fiscale e competere ad armi pari".

 

conte rutte

Lo scontro è aperto e Charles Michel prova a mediare. La sua proposta, con un Recovery da 750 miliardi di euro, ma che prevedrebbe 450 concessi sotto forma di prestiti e 300 come sovvenzioni piace all'Olanda. Rutte incasserebbe una nuova vittoria: il mantenimento dei rebate e la trattenuta del 20% su alcuni dazi doganali. La delegazione olandese ritiene che la "proposta sulla governance presentata da Michel è un serio passo nella giusta direzione".

 

Ma quello che interessa di più a Rutte è quel "freno d'emergenza" proposto nella bozza dal presidente del Consiglio europeo: in pratica i versamenti erogati dalla Recovery and Resilience Facilty potrebbero essere bloccati senza il consenso di tutti i governi. Non è chiaro ancora la modalità con cui questo possa avvenire. Ed è proprio per questo che, mentre Rutte loda lo scenario previsto per questa opzione, Conte è preoccupato e, come spiegano fonti di governo, l'Italia potrebbe accettarla ma "dipende dalle modalità"

 

Tutto si deciderà nelle prossime 24 ore, anche se la bozza di Michel comincia a diventare una base solida su cui far ripartire i negoziati. Con la sessione plenaria che ha mostrato anche tutti i punti deboli dell'accordo, i segnali di speranza ora sono attesi dai mini vertici in forma "privata" voluti dai capi dell'Unione europea. Michel ha organizzato subito un incontro con i leader di Danimarca, Austria, Olanda, Finlandia, Svezia e con i capi di Stato e governo di Francia, Germania, Italia, Spagna e Portogallo.

conte rutte

 

L'obiettivo è chiaro: far convergere le posizioni si Sud e Nord per giungere a un'intesa che metta la parola fine a uno dei negoziati più duri della storia recente d'Europa. Ci spera l'Ue ma ci spera soprattutto Conte, che se non riesce a far passare alcune delle sue richieste rischierebbe di tornare in patria con una sconfitta da far ingoiare non solo alla sua maggioranza, ma anche agli italiani. E su cui potrebbe giocarsi anche la permanenza sul trono di Palazzo Chigi.

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?