giuseppe conte goffredo bettini

CONTINUA L’AMOUR FOU DI BETTINI PER CONTE – NEMMENO LA BATOSTA ELETTORALE DEL M5S E LA CONSEGUENTE DIMOSTRAZIONE CHE PEPPINIELLO, IL “POLITICO PIU’ POPOLARE” (TRAVAGLIO DIXIT), NON RIESCE A MUOVERE UN VOTO CHE E’ UNO, FA ALLONTANARE LA TESTOLINA DI BETTINI DALLA FAMIGERATA “ALLEANZA STRUTTURALE” TRA PD E M5S: ‘’CONTE È ALL'INIZIO DEL SUO LAVORO, VA INCORAGGIATO; IL SUO IMPEGNO E LA SUA PROPENSIONE UNITARIA SONO INDISPENSABILI PER RAFFORZARE L'ALLEANZA DI PROGRESSO’’ (CIAO CORE!)

Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

 

giuseppe conte alle agora di bettini 2

Goffredo Bettini, il Pd ha ripreso Roma ma non ha preso i voti dei 5 Stelle, visto il numero delle astensioni .

«La vittoria di Gualtieri è un fatto politico decisivo per il futuro di Roma ma anche per gli equilibri nazionali tra la destra e il campo democratico. I risultati straordinari nelle altre grandi città vanno nella stessa direzione.

 

Se fino ad ora sembrava ineluttabile la vittoria dei sovranisti alle prossime elezioni politiche, ora, dopo la conquista anche della Capitale, si affermano nuove speranze, un nuovo clima, una nuova fiducia per l'avvenire. Il Pd si è rafforzato, e prevale nettamente la prospettiva unitaria di un campo largo e inclusivo.

 

È la linea di Letta, che su Roma si è impegnato e ha avuto coraggio. Non conosco i flussi elettorali che hanno determinato la vittoria del nostro candidato. Ma le parole di Conte hanno incoraggiato molti elettori del suo Movimento a scegliere Gualtieri.

 

GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE

Di questo sono sicuro. Sull'astensionismo mi fa un po' sorridere la disperazione sorpresa di qualche commentatore. Sono anni che viviamo una crisi profonda della rappresentanza. Rischiamo una democrazia senza popolo. Il Pd deve rompere la barriera che separa ormai due mondi paralleli: quello degli "apocalittici" e arrabbiati e quello della "vita comoda". Vanno ricostruiti i canali attraverso i quali far scorrere un conflitto positivo, produttivo, fondato sui compromessi e i risultati. Prioritario è affrontare le tante questioni sociali aperte ancora così acutamente».

 

Secondo lei Gualtieri dovrebbe aprire al M5S in giunta?

 «Penso che Gualtieri comporrà una giunta di altissimo livello. Governare Roma, nelle condizioni in cui si trova, è un'impresa da far tremare. Servono i migliori. Il sindaco si gioca da subito la credibilità se non appare autonomo, libero e autorevole. I 5 Stelle non indicheranno nomi, e d'altra parte non hanno chiesto nulla, ma anche i partiti della coalizione vincente nel contribuire alle scelte debbono avere fiducia nelle decisioni definitive che spettano a Gualtieri, e solo a Gualtieri».

 

giuseppe conte alle agora di bettini

Che farà adesso Bettini?

«Quello che ho sempre fatto: cercare di dare un contributo di idee alla mia comunità politica. Continuerò a non occuparmi neanche un po' della gestione. È dal 2008 che a Roma ci sono altri leader e nuovi gruppi dirigenti.

 

C'è tanto da fare per rafforzare il profilo culturale e politico della sinistra e del campo democratico in Italia. Ecco: mi dedicherò a questo. Per dare una mano al Pd. Senza incarichi e alcun potere. E, per me, va bene così. Voglio persuadere e non comandare».

 

Giuseppe Conte o Nicola Zingaretti per il seggio lasciato libero da Gualtieri?

«C'è un gruppo dirigente nazionale che valuterà. Esprimersi su questo sarebbe una contraddizione evidente con tutto quello che le ho detto finora».

goffredo bettini foto di bacco (2)

 

Intanto la destra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni appare malmessa.

«Attenzione, è andata male ma resta molto forte. Le ragioni della sua sconfitta sono molteplici. Nei mesi passati ha cozzato con il sentimento di sicurezza e protezione diffuso tra i cittadini. Ha sottovalutato la pandemia e combattuto le regole per arginarla.

 

Non ha compreso il fondamentale ruolo dell'Europa. Non ha preso le misure al governo Draghi. Si è divisa al suo interno. Ha messo in campo nelle città candidati improvvisati e non credibili. È stata ambigua rispetto alle frange violente e neofasciste.

 

letta conte

Si spiega bene, dunque, la disfatta del fronte sovranista. Ma gli "umori neri" dell'Italia non si rapportano solo con la forza elettorale della destra. Ma covano nella disperazione, nel nell'individualismo cattivo e menefreghista, nello sfarinamento delle comunità e dei rapporti sociali. Dobbiamo saper guardare li. C'è molto da fare, ancora, per noi democratici».

 

I vostri alleati 5 Stelle sono in caduta libera, ma non li volete abbandonare...

enrico letta giuseppe conte

«Caduta libera? Non lo so. I sondaggi nazionali non dicono questo. Il Movimento 5 Stelle rappresenta un elettorato tradizionalmente diffidente rispetto al cosiddetto "palazzo". Se dovesse crollare, molti suoi sostenitori ripiegherebbero su posizioni radicali, improduttive e marginali. Altri guai per la tenuta democratica. Conte è all'inizio del suo lavoro, va incoraggiato; il suo impegno e la sua propensione unitaria sono indispensabili per rafforzare l'alleanza di progresso».

 

Dica la verità: siete tentati dal voto anticipato?

«Draghi sarà sostenuto da noi fino al 2023. Ma i nostri convincimenti vanno confrontati con i processi reali. Lo ha ricordato, con la consueta arguzia, Giuliano Ferrara in un articolo di ieri. Ritengo difficile che Salvini mantenga il suo impegno per ancora molto tempo. A quel punto si vedrà. Intanto il Pd si deve preparare al meglio per ogni tipo di scenario. Letta lo sta facendo. Per quello che posso, intendo aiutarlo».

goffredo bettini gianni letta. giuseppe conte

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…