giuseppe conte padre pio

SIAMO NELLE MANI DI BOCCIA E SPERANZA (AUGURI!) – PALAZZO CHIGI ALLA FINE HA SCELTO DI SEGUIRE LA LINEA DEL RIGORE ASSOLUTO CONSIGLIATA DAGLI SCIENZIATI, MA LA MAGGIORANZA È SEMPRE PIÙ SPACCATA – LA MINISTRA DELLA FAMIGLIA BONETTI INVECE CHE PENSARE A TROVARE UNA SOLUZIONE PER I GENITORI CON I FIGLI A CASA TWITTA SULLE MESSE E I VESCOVI DICHIARANO GUERRA ALL’AVVOCATO DI PADRE PIO (TUTTO)

 

 

 

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

giuseppe conte stappa

Si riuniscono nel primo pomeriggio, in videoconferenza. È il momento delle decisioni difficili, Giuseppe Conte vuole condividerle con i suoi ministri. Dovrà ribadire la linea del rigore nel nuovo dpcm. E annunciare un passo, quello del rinnovato divieto delle messe, che provocherà uno scontro devastante con la Cei.

giuseppe conte meme

 

Tutto nasce da una trattativa fallita all' ultimo miglio. Per settimane, Luciana Lamorgese e gli ambasciatori dei vescovi pensano a come riaprire le funzioni religiose. Anche Conte si mobilita, dopo le forti pressioni della sponda vaticana. Si cerca di impostare con il comitato scientifico un meccanismo sicuro.

 

luciana lamorgese paola de micheli giuseppe conte luigi di maio

Ci sono alcuni nodi da sciogliere: l' età media dei fedeli, il contatto tra i banchi delle Chiese, il segno della pace, la comunione che genera contatto tra le mani attraverso l' ostia. Alla fine, il governo fa sapere in via riservata che no, non si potrà riaprire alle messe. Per Conte e Speranza pesa il giudizio degli scienziati, gli anziani in parrocchia sono troppo fragili per rischiare, l' eucaristia non si può distribuire.

conte speranza

 

«Criticità ineliminabili», scrivono nel parere gli esperti. La mediazione impostata da Palazzo Chigi prevede comunque qualche segnale sul fronte dei funerali, e altri passi per i battesimi e i matrimoni, anche se con i soli testimoni. Alla Cei, però, non basta.

 

Conte mostra Padre Pio a Vespa

È il primo conflitto aperto con il premier, sostenuto sia durante la fase complicatissima della convivenza con Salvini e anche nella fase giallorossa. I vescovi «esigevano » la ripresa delle celebrazioni, dopo aver mediato a lungo e pure programmato per il 30 aprile un bonifico alle diocesi di 150 milioni di euro (più altri 50 successivamen-te), per destinare agli enti e alle famiglie in difficoltà alcune risorse dell' 8 per mille: «Non possiamo accettare di vedere compromesso l' esercizio della libertà di culto - scrivono in una nota durissima - L' impegno al servizio verso i poveri nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti». Per Conte è un colpo pesante. E il premier deve affrontare anche la guerriglia interna. «È incomprensibile», dice la renziana Elena Bonetti. E lo stesso sostiene Teresa Bellanova.

ANGELO BORRELLI ROBERTO SPERANZA GIUSEPPE CONTE

 

La verità è che la curva epidemiologica orienta ogni decisione, almeno per il momento. Fin da subito, il più deciso di tutti è Roberto Speranza. «Dobbiamo mantenere misure rigide - scandisce - Se sbagliamo, la situazione epidemiologica può peggiorare in fretta». Da ministro della Salute conosce le proiezioni del contagio in caso di allentamento delle restrizioni. «La partita non è vinta». Significa bloccare ancora le messe, mantenere l' autocertificazione, lasciare chiusi i negozi, i bar addirittura fino al primo giugno. Nonostante il pressing asfissiante dei ministri economici e di Italia Viva, «così proprio non va».

FRANCESCO BOCCIA SI PRESENTA CON LA MASCHERINA ALL'ORECCHIO E BORRELLI SE LA RIDE

 

Conte, ovviamente, non può che preoccuparsi. L' emergenza compatta, la ripartenza divide. Fa stonare il coro. E lui, che già teme l' onda lunga di una crisi economica devastante, sa che se sbaglia una mossa rischia di cedere la mano a un altro premier. «Agli italiani dirò la verità, anche se sono insoddisfatti. Lo slogan sarà: "Se ami l' Italia, mantieni le distanze"». Così ripete a sera in diretta sui tg, provato, un po' incespicando. «Non affidatevi alla rabbia - è la preghiera - ma alle cose da fare».

 

roberto gualtieri giuseppe conte patuanelli

Nell' esecutivo la lotta coinvolge tutti. Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli chiedono più coraggio sulla scalette delle riaperture. Sul cibo da asporto, che alle fine viene autorizzato. Ricordano i dati macroeconomici che annunciano un' Italia in ginocchio, il rischio di crisi di liquidità. Le restrizioni fanno infuriare Bellanova. Sia come sia, alla fine prevale la linea del rigore.

 

giuseppe conte meme

Quella di Dario Franceschini, che vuole una ripartenza senza «fughe in avanti». Quella ispirata alla «responsabilità" di Lorenzo Guerini, che pure aveva chiesto qualche segnale in più sul commercio e messe. La stessa di Alfonso Bonafede e di Luigi Di Maio. E quella di Conte. «Inizia la fase di convivenza con il virus. La curva del contagio potrà risalire, il rischio va affrontato con metodo».

dario franceschini con la mascherina 2

 

E proprio su questo meccanismo interviene Francesco Boccia, l' altro vincitore. Il ministro chiede alle Regioni una «responsabilizzazione ». Significa «contagi su, più restrizioni, contagi giù, meno restrizioni ». Tratta con Bonaccini e con l' Anci di Antonio Decaro e Roberto Pella per sbloccare alcune fabbriche dal 27 aprile, con deroga prefettizia, come chiedono tre ministri a Lamorgese, per estendere il concetto di "golden power" alle esportazioni ».

Si battaglia su tutto, anche sull' autocertificazione. Lamorgese prova ad abolirla, ma Conte non cede, «sarebbe un segnale sbagliato». Si fa sera. La ferita con la Cei sanguina.

GIUSEPPE CONTE CON I FRATI A SAN GIOVANNI ROTONDO

E Conte prova a mediare con i vescovi: «Nei prossimi giorni si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni in massima sicurezza».

dario franceschini con la mascherina 4dario franceschini con la mascherina 1dario franceschini con la mascherina

Ultimi Dagoreport

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…