ABUSI E COSTUMI – IL “CORRIERE” PIZZICA BUSI CHE DIFENDEVA IL BANANA E ORA PUBBLICA UN LIBRO CON IL “FATTO”
Luca Mastrantonio per il "Corriere della Sera"
Il Fatto quotidiano annuncia in pompa magna la prossima pubblicazione di un libro di Aldo Busi. Cinzia Monteverdi, amministratore delegato del giornale, ricorda il precedente: «La nostra prima esperienza con un libro inedito è stata quella con Daniele Luttazzi», scrive con sprezzo del pericolo e di ogni rito apotropaico del Busi stesso, poiché molto di ciò che Luttazzi ha detto e scritto era preso da altri (e da anni è scomparso).
Ma - confessa ¬- le è bastato il titolo del libro di Busi, «E baci», per innamorarsene. Che libro è? Scritti civili, impegnati contro il tempo presente: che per il Fatto ha un solo marchio d'infamia, un nome e un cognome. Anzi, una sola lettera: B.
Peccato che a leggere il comunicato sul giornale, e conoscendo Busi, venga qualche dubbio. I tre «architravi» di questa (addirittura?) «opera mondo» sono: la «strenua difesa della sessualità », «l'avversione per una giustizia ingiusta e scientemente inintelligibile» e «l'opposizione antropologica al berlusconismo come malattia senile dell'Italietta post-fascista».
Ecco: malattia senile dell'Italietta post-fascista. à il berlusconismo soltanto? O anche l'opposizione antropologica? Se fosse Marco Travaglio non avremmo dubbi, ma è Aldo Busi. Lo stesso che giorni fa alla Zanzara diceva: «Come si fa a pensare che le ragazze che vanno con Berlusconi siano prostitute?».
Quello di Arcore era un «business in cui la donna non è gestita da qualcuno ma parte attiva del suo stesso business che abbia 15, 18 o 40 anni (...) à un processo farsa, assurdo (...) Io non voglio che Al Capone finisca a Sing Sing per un contenzioso sull'erario, la stessa cosa vale per Berlusconi» (fonte Libero).
O ancora, sempre Busi, un anno fa, sul Fatto si augurava che Berlusconi venisse assolto dal processo Ruby e gli venissero offerte «infinite scuse». Alla replica sul giornale, affidata all'ex magistrato Bruno Tinti, Busi reagì con una lettera a Travaglio (via Dagospia) che si concludeva così: «Ti ho colto di nuovo con l'ostia in bocca, mascherina!». Nel dubbio, sul libro di Busi andrebbe messa un'avvertenza per gli antiberlusconiani più sensibili: astenersi ipocondriaci.





