CORVUS DOMINI - LA MINACCIA DELLE ‘GOLE PROFONDE’ VATICANE DI NUOVE PUBBLICAZIONI, ACCELERA L’INCHIESTA - I MAGISTRATI VOGLIONO SAPERE SE È STATO IL MAGGIORDOMO DEL PAPA AD APPARIRE CAMUFFATO SU LA7 DURANTE “GLI INTOCCABILI” DI NUZZI - SOLO SE ‘PAOLETTO’ CANTA E SVELA L’IDENTITÀ DEGLI ALTRI “CORVI” DA CUI SEMBRANO ESSERE STATE CONSEGNATE LE DUE LETTERE PIÙ RECENTI, È POSSIBILE FERMARE L’EMORRAGIA DI DOCUMENTI…

M.Antonietta Calabrò per il "Corriere della Sera"

Un secondo lungo interrogatorio formale per Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa agli arresti perché accusato di essere il Corvo all'origine di Vatileaks, si è svolto ieri davanti al giudice istruttore Piero Bonnet e al promotore di giustizia Nicola Picardi, assistito dai suoi difensori, Carlo Fusco e Cristiana Arrù.

Mentre il Vaticano - sono parole del portavoce della Sala stampa Vaticana, padre Federico Lombardi - si sente «sotto ricatto», soprattutto dopo gli ultimi documenti pubblicati domenica scorsa. Facendo il punto sulla fuga di notizie e riferendosi alle ultime lettere consegnate sbianchettate e firmate dal segretario personale del Papa, monsignor Georg Gänswein, di cui un corvo minaccia la pubblicazione integrale, se non venisse fatta piena pulizia, padre Lombardi ha sottolineato che «non costituivano dei dolci consigli».

«È una minaccia grave», ha continuato, anche se il «Papa e la curia non sono in affanno e disorientamento». «Usare la parola ricatto per definirla mi sembra comprensibile. Siamo praticamente arrivati ad una situazione di minaccia, del tipo di un ricatto. Se uno ti dice "se non procedete a dimettere queste persone noi pubblicheremo altre cose molto gravi", credo che la parola ricatto sia comprensibile e plausibilmente utilizzata da una persona che fa commenti». Ma ha aggiunto: «Non vorrei fosse "ufficializzata" come posizione della Santa Sede».

Le affermazioni di padre Lombardi hanno ripreso in sostanza un editoriale firmato l'altro ieri dal gesuita Bernd Hagenkord, capo della redazione tedesca di Radio vaticana. Questo «non è più giornalismo, questo è un ricatto, che fa parte di un gioco di potere che imperversa attorno al Vaticano».

Nell'editoriale si afferma inoltre che «al più tardi questo fine settimana è divenuto chiaro che la mediatizzazione appartiene alla storia di Vatileaks. I burattinai probabilmente neppure siedono in Vaticano». Proprio nel giorno in cui importanti cardinali (dal decano Angelo Sodano a Leonardo Sandri) hanno negato qualsiasi divisione tra i porporati.

Oggi non sarà svolta istruttoria perché in Vaticano è giorno festivo per la solennità del Corpus Domini. Semmai, se lo vorrà, Gabriele potrà essere accompagnato (senza manette) ad assistere alla Messa in una delle chiese che ci sono all'interno del piccolo Stato, come è già avvenuto domenica. E potrà, se lo vorrà, vedere di nuovo la moglie. Nella sua cella inoltre può leggere i giornali (niente tv). In base alle norme vaticane, Gabriele può restare in custodia preventiva fino a un massimo di cento giorni.

I magistrati vogliono la verità da lui, che è l'unico indagato. Le domande sono state molte. Ci si chiede, ad esempio, se è stato lui ad apparire in tv (camuffato) durante la trasmissione Gli Intoccabili di Gianluigi Nuzzi (autore del libro Sua Santità), o se conosce la persona che si è autoaccusata in tv di essere il Corvo. Se conosce direttamente o indirettamente un altro presunto corvo da cui sembrano essere state consegnate le due lettere più recenti.

La fuoriuscita di notizie è iniziata a gennaio e la vicenda ha avuto un'improvvisa accelerazione la settimana scorsa quando, nello spazio di pochi giorni, il presidente della banca vaticana Ettore Gotti Tedeschi è stato destituito, Gabriele arrestato, e pubblicato il libro di Nuzzi (con documenti su casi di corruzione in Vaticano, rivalità tra i cardinali e scontri sul management dello Ior).

 

PADRE FEDERICO LOMBARDI PAOLO GABRIELE Angelo SodanoIL CARDINALE ARGENTINO LEONARDO SANDRI jpegETTORE GOTTI TEDESCHI

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…