COSTA CARO IL DERIVATO A CATANZARO: INDAGINE SU ANTONIO RIZZO PER OPERAZIONI FINANZIARIE SOSPETTE

Gianni Barbacetto per "Il Fatto Quotidiano"

Un'ardita operazione finanziaria realizzata con un ente pubblico italiano, la Provincia di Catanzaro, e con un misterioso intermediario in Liechtenstein. Protagonista: Antonio Rizzo, l'ex funzionario di Dresdner Bank che nel pieno dello scandalo Montepaschi aveva denunciato "la banda del 5 per cento" (e che i lettori del Fatto Quotidiano conoscono per i suoi interventi sul giornale, firmati con lo pseudonimo di Superbonus).

Rizzo aveva raccontato ai magistrati milanesi (già nel 2008) e poi a quelli di Siena che il capo della finanza Mps, Gianluca Baldassarri, e il responsabile di Mps Londra, Matteo Pontone, erano conosciuti come "la banda del 5 per cento, perché su ogni operazione prendevano tale percentuale".

Una di queste operazioni era stata realizzata tra Dresdner e Montepaschi su un derivato da 120 milioni di euro, utilizzando come intermediario la finanziaria Lutifin, su cui la procura di Milano ha concluso la sua indagine.

Ma ora emergono altre carte e altre operazioni, all'attenzione della procura di Catanzaro, tra cui una portata a termine proprio da Rizzo: un derivato venduto nel giugno 2007 dalla Dresdner Kleinwort Investment Bank di Londra alla Provincia di Catanzaro. Con un profitto altissimo per Dresdner: ben 2,2 milioni di euro. E con pesanti costi nascosti per la Provincia di Catanzaro: 2,95 milioni.

Rizzo era appena arrivato alla sede londinese di Dresdner proveniente da Barclays Bank. Nel giugno del 2007 è lui a firmare la proposta d'affare per la Provincia di Catanzaro, come responsabile della "Sponsoring Business Unit", insieme a Gaetano Anselmi e Mike Lee, del "Risk Management" di Dresdner.

L'operazione appare anomala anche dentro la banca, tanto che già nel maggio 2007 era entrata in scena la struttura di "risk control" di Dresdner, che con una e-mail firmata da Alexander Beck aveva chiesto quale fosse la spiegazione di un margine di profitto così ampio. Aveva risposto Ettore Villano, comunicando a Beck, ma anche ai funzionari impegnati nell'operazione (Lorenzo Cutolo e Alfredo Paramico), che l'affare è "non competitivo" perché c'è di mezzo un intermediario a cui bisogna pagare 750 mila euro.

È la finanziaria Alfafin di Vaduz, in Liechtenstein. Restano aperte alcune domande: chi c'è dietro Alfafin? Perché viene compensata con 750 mila euro? A chi sono finiti quei soldi?
Antonio Rizzo, interpellato dal Fatto, ha sostenuto che la circolazione di notizie e documenti sul caso Dresdner-Provincia di Catanzaro è il tentativo di coinvolgerlo in una vicenda in cui non ha responsabilità.

In sostanza, sarebbe la vendetta per le sue denunce ai magistrati. Aveva raccontato a verbale che, nell'operazione Dresdner-Montepaschi con l'intermediazione di Lutifin, "Cutolo rimase sorpreso e disse che era assurdo pagare un'intermediazione per un affare che Dresdner poteva fare tranquillamente da sola".

Allora Rizzo ne aveva parlato con un altro dirigente della banca, Michele Cortese: "Cortese sostanzialmente mi ha detto che a suo avviso (ma il fatto sembrava notorio) Pontone e Baldassarre avevano percepito un'indebita commissione dell'operazione per il tramite di Lutifin.

Mi disse anche che i due erano conosciuti come la banda del 5 per cento". Pochi mesi prima, però, era stata conclusa - e proprio da Rizzo - l'operazione derivati per la Provincia di Catanzaro, senza lo zampino di Montepaschi, ma con un intermediario chiamato Alfafin. Chi sono, in questo caso, i componenti della banda del 5 cento?

 

ANTONIO RIZZOAntonio RizzoGIAN ANTONIO STELLA E SERGIO RIZZO GIANLUCA BALDASSARRI jpegDRESDNER BANKFrancesco Pontone

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