COSTA DISCORDIA - ORA CI SI METTE PURE LA FRANCIA, CON TUTTA LA SPOCCHIA DELLA FRÉGOLÈNE ROYAL: “VOGLIAMO CERTEZZE CHE LA NAVE NON INQUINI LA CORSICA” - A BORDO QUALCHE INTOPPO: DODICI ORE DI RITARDO NELLA TABELLA DI MARCIA
Teodoro Chiarelli per “La Stampa”
residenti pronti a dire addio alla concordia
Dodici ore di ritardo nella tabella di marcia. Per la prima volta da quando è partita l’operazione di rigalleggiamento di Costa Concordia, i supertecnici di Titan Micoperi hanno sforato sui tempi per qualche imprevisto di troppo. Ma scoppia anche un’altra grana, che rischia di diventare un caso internazionale: la Francia chiede garanzie all’Italia sulla salvaguardia ambientale durante il viaggio verso Genova e definisce «inaccettabili le incertezze sulla rotta», che dovrebbe passare, per la verità, a una trentina di chilometri dalla Corsica, in acque internazionali.
Ma questo a Ségolène Royal, il ministro dell’Ambiente, sembra importare poco. Rispondendo al sindaco di Bastia, Gilles Simoni, che mostrava le sue preoccupazioni, ha annunciato di aver chiesto al prefetto marittimo del Mediterraneo e al ministro della Difesa di adottare tutte le precauzioni necessarie. Queste le richieste del ministro francese, in tono spocchioso: fornire una prova scritta e incontestabile del pompaggio completo degli idrocarburi dai serbatoi della Concordia; fornire la prova di assenza di rischi legati ad altre sostanze pericolose, indicare l’itinerario preciso del convoglio.
schiuema e bolle per il rigalleggiamento della concordia
«Circolano molteplici informazioni sulla prossimità del passaggio al largo di Capo Corsica - scrive la Royal - auspico avere l’informazione esatta, visto che questa incertezza è inaccettabile».
Il titolare dell’Ambiente d’Oltralpe ha così disposto che una nave francese antinquinamento accompagni il convoglio della Concordia per tutto il tratto di mare in prossimità della Corsica e, rivolgendosi direttamente al collega italiano, Gian Luca Galletti, ha concluso: «Fin quando le prove di cui ho parlato non mi saranno comunicate, autorizzare la partenza del Costa Concordia non mi pare pensabile. Sono sicura che il ministro sarà altrettanto attento nel preservare le coste francesi e le coste italiane da un inaccettabile oltraggio all’ambiente».
uno dei tredici bar della nave
La replica di Galletti: «Come ho avuto modo di spiegare di persona al ministro Royal, le prescrizioni del ministero dell’Ambiente sono stringenti e inflessibili. I controlli costanti e rigorosi. La sicurezza ambientale del Tirreno sta a cuore prima di tutto all’Italia che per quella tragedia ha già pagato un prezzo altissimo».
Ma torniamo agli imprevisti gigliesi. «Il ritardo nelle operazioni è dovuto alle difficoltà di lavorare sott’acqua con catene che pesano tonnellate - ha spiegato Nick Sloane, il responsabile del rigalleggiamento - Il collegamento delle catene ai cassoni ha richiesto più tempo di quanto sperassimo». Niente di irreparabile, la partenza del relitto resta per ora confermata per lunedì 21.
Al di là delle dichiarazioni ufficiali, il team starebbe vivendo ore di tensione. Secondo i calcoli effettuati (confermati dall’ingegner Porcellacchia), la nave più i 30 cassoni che formano l’enorme salvagente che la tiene a galla, dovrebbe pesare circa 70 mila tonnellate. La riemersione del primo ponte avrebbe fatto sorgere il dubbio che la nave possa essere più “leggera”, oltre il margine di approssimazione previsto del 5%. Un intoppo che potrebbe causare qualche problema di stabilità durante il traino della nave verso Genova. Ciò potrebbe spingere il team di Sloane a rivedere i calcoli.