COTTARELLI E MANGIATO! DOPO 4 GIORNI IN STAND BY, IL PREMIER DI SCORTA DI MATTARELLA PUÒ TORNARE A GODERSI LA PENSIONE DA 18MILA EURO AL MESE: “SONO SOLLEVATISSIMO…MEGLIO UN ESECUTIVO POLITICO DI UNO TECNICO…”
Alfredo Arduino per la Verità
Nella frenetica escalation di vertici, impegni annullati, meeting, abboccamenti e incontri di ieri, c' era qualcuno che non sapeva come passare il tempo. Si consumava nell' attesa. Non aveva nulla da fare, se non aspettare che il Quirinale decidesse il suo destino e soprattutto quello del governo da lui diligentemente confezionato.
Questo fino al tardo pomeriggio, quando Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno annunciato di aver trovato «le condizioni per un governo politico», rendendo di fatto il suo esecutivo tecnico perfettamente inutile.
Quest' uomo si chiama Carlo Cottarelli, che per quattro giorni è rimasto virtualmente sulla soglia di Palazzo Chigi e ieri ha scoperto di poter a tornare serenamente ai suoi studi economici e all' Osservatorio conti pubblici dell' Università Cattolica. Alle 19.30, convocato, si è recato al Colle per l' ultima volta in questa lunga crisi post-elettorale e ha rimesso il mandato ricevuto da Sergio Mattarella.
sergio mattarella carlo cottarelli
Anche ieri è rimasto relegato dietro le quinte, nonostante avesse pronta da giorni la lista dei ministri per un esecutivo «neutrale». Alle 18 era già salito al Colle per un «colloquio informale» con il capo dello Stato, l' ennesimo di questi ultimi giorni, d' altronde si trattava pur sempre del presidente del Consiglio incaricato e qualcosa bisognava dirgli. Un incontro durato soltanto pochi minuti.
Quindi come ha impiegato il resto della giornata? In spasmodica attesa che squillasse il telefono? Sperando che Di Maio e Salvini si decidessero finalmente a governare?
Oppure augurandosi il contrario? Tali dubbi e pensieri devono aver affollato per tutto il giorno la testa dell' ex commissario alla spending review. Lunghe ore trascorse a immaginare i possibili scenari, a tessere contromisure per arginare lo spread.
Cottarelli tuttavia non poteva sprecare mattinata e pomeriggio recluso nel suo ufficio, appositamente allestito al primo piano di Montecitorio, a rigirarsi i pollici. Infatti, come un turista qualsiasi, ne ha approfittato per visitare l' aula della Camera, seguendo con attenzione le spiegazioni dei commessi.
Ha ascoltato con interesse la lunga storia del palazzo, da quando nel 1653 Innocenzo X lo commissionò a Gian Lorenzo Bernini come residenza per la famiglia Ludovisi. Il premier incaricato è stato quindi ancora avvistato in Transatlantico mentre iniziava proprio il faccia a faccia tra Matteo Salvini, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte.
Quindi è stato visto percorrere velocemente il cosiddetto Corridoio dei passi perduti, il cui nome ben si accompagnava con lo smarrimento di Cottarelli. Poi è sparito dietro le porte del suo studio, in Sala dei busti. Sempre con lo stesso pensiero a brulicare in testa: potrò presentare la sua squadra dei ministri oppure dovrò cedere il passo definitivamente a Giuseppe Conte?
sergio mattarella carlo cottarelli
I suoi sostenitori erano rimasti pochissimi. Anche lo stesso Partito democratico, che ora lo invoca come possibile, ennesimo, leader, aveva iniziato a invocare le elezioni appena dopo l' estate. E nessuno pareva disposto a votare la fiducia a un suo sempre più improbabile e barcollante governo. A sorreggerlo restava però la moglie, con la quale ieri ha avuto un intenso scambio di telefonate.
Forse anche perché non sapeva chi chiamare.
Lei si chiama Miria Pigato e lavora, come il marito, nel mondo della finanza e dei grandi numeri. È infatti una practice manager alla Banca mondiale ed è sempre stata convinta, fino all' ultimo, che il suo consorte avrebbe potuto fare bene a Palazzo Chigi.
La Pigato, che ha vissuto per 25 anni a Washington, si diceva sicura del ruolo benefico che avrebbe potuto ricoprire il suo Carlo nella razionalizzazione dei conti pubblici italiani. Non a caso Cottarelli è stato soprannominato «Mister forbici».
sergio mattarella carlo cottarelli
Ma per questa volta le famigerate forbici sono rimaste nel cassetto, poiché il premier incaricato non è mai potuto uscire dal «parcheggio» in cui lo aveva relegato il presidente Sergio Mattarella.
Aspettando che Lega e 5 stelle facessero i giochi che gli elettori li hanno chiamati a fare.
L' interminabile giornata turistica di Cottarelli alla Camera si è chiusa precipitosamente nel giro di pochi minuti. Alle 19.30 l' ingresso nel Palazzo del Quirinale. Alle 19.40 il segretario della presidenza della Repubblica Ugo Zampetti annunciava che lo sforzo di Mister forbici «non risulta più necessario».
Cinque minuti dopo è stato lo stesso (ormai ex) premier incaricato a confermare ai giornalisti di aver rimesso il mandato nelle mani di Mattarella: «È stato per me un grande onore lavorare al servizio del Paese, anche se soltanto per qualche giorno.
Ringrazio le persone che si erano rese disponibili a entrare in tale governo e i dipendenti della Camera».
Cottarelli ha ammesso che «la formazione di un governo politico è di gran lunga la soluzione migliore per il Paese.
Esprimo i miei auguri di cuore al governo che spero sia formato al più presto».
A parte la gita tra gli stucchi di Montecitorio, le telefonate a vuoto e l' applauso dei giornalisti al suo «grazie, e scusatemi se sono stato un po' silenzioso con voi», di questa giornata noiosa e frenetica Cottarelli si porta a casa il ringraziamento da parte del capo dello Stato per «l' impegno, la serietà e il senso delle istituzioni che ha dimostrato nello svolgimento del compito affidatogli». Incarico che secondo molti, e forse anche secondo lo stesso Mattarella, era destinato a finire così. Pazienza, Mister forbici saprà consolarsi con la pensione d' oro del Fmi.