boris johnson

LA COZZA DI FERRO TENTA IL COLPO D’ALA E BORIS JOHNSON RISCHIA DI NON MANGIARE IL PANETTONE – THERESA MAY VUOLE LA TESTA DEL MINISTRO DEGLI ESTERI ENTRO NATALE – LE GAFFE DELL’EX SINDACO DI LONDRA SONO UNA SCUSA PER LEVARSI DI TORNO L’UOMO CHE VUOLE UNA BREXIT DURA (E LA SUA POLTRONA)

 

Cristina Marconi per il Messaggero

boris johnson 6

 

Theresa May si preparerebbe ad un rimpasto di governo per superare l'ennesimo momento critico dopo che il discorso di mercoledì scorso alla conferenza dei Tories è stato funestato da un disturbatore, da una tosse acuta che le ha quasi impedito di parlare e dal crollo di alcune delle lettere che formavano lo slogan sullo sfondo.

 

E per rilanciare un'immagine di autorevolezza che pochi le riconoscono dopo il recente fiasco, la premier ha lasciato intendere che il ministro degli Esteri (ed ex sindaco di Londra) Boris Johnson, che nelle ultime settimane ha fatto di tutto per metterle i bastoni tra le ruote, potrebbe perdere il suo posto.

THERESA MAY

 

In un'intervista al Sunday Times, la premier britannica ha spiegato di volere «le persone migliori nel governo» e vista la quantità di polemiche legate all'ingombrante presenza di Johnson, soprattutto dopo che quest'ultimo ha detto che per diventare come Dubai a Sirte bisogna solo «rimuovere i cadaveri dalle strade», in molti hanno letto l'affermazione in riferimento alla serie di gaffes del responsabile del Foreign Office. 

 

boris johnson 9

TENTATIVO DI RIBELLIONE

«Non mi nasconderò davanti al problema», ha risposto la May alla domanda diretta dell'intervistatore. «Sono una persona molto determinata, non sono una che getta la spugna», ha spiegato la premier nell'intervista, anche se Downing Street ha smentito che ci sia un rimpasto all'orizzonte.

 

theresa may

In una fase particolarmente difficile per la politica del Regno Unito, sullo sfondo di un negoziato per la Brexit che fatica a decollare e di un'economia che inizia a dare i primi segni di cedimento davanti all'incertezza per il futuro, nel partito conservatore sono in corso animate discussioni su come procedere ora che l'energia della May, reduce da un'elezione catastrofica, da cinque attentati terroristici in pochi mesi e dal disastro della Grenfell Tower, sembrerebbe davvero esaurita.

 

GEORGE OSBORNE

Un tentativo di ribellione guidato dall'ex presidente dei Tories Grant Shapps, dietro il quale in molti hanno visto la mano di Boris Johnson e dell'arcinemico della May, George Osborne, ex cancelliere dello Scacchiere, è stato fatto oggetto di pesanti critiche da parte dei deputati conservatori, che da una parte sono consapevoli del problema di leadership ma dall'altra non riescono ancora a intravedere un'alternativa alla premier, tanto più in un partito spaccato da una lunga faida tra euroscettici e anti-Brexit. 

 

LA SFIDA

BORIS JOHNSON BIRRA

Shapps sostiene di avere il sostegno di una trentina di deputati, circa un decimo del totale e comunque meno dei 48 necessari per lanciare una sfida ufficiale. Boris Johnson, il cui ottimismo scanzonato piace ai brexiters che vogliono sparigliare le carte con Bruxelles, suscita però un odio viscerale presso tutti coloro che ne hanno abbastanza dei suoi voltafaccia e per questo le sue ambizioni trovano molti ostacoli. Un profilo più tecnico come quello del ministro per la Brexit David Davis o del cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond si scontra contro l'esigenza di ridare energia ad un partito a corto di idee e con un elettorato anziano. 

ruth davidson

 

LA LEADER SCOZZESE

In molti parlano di Ruth Davidson, trentottenne leader del partito in Scozia, energica e lucida, ma molto contraria alla Brexit e, soprattutto, non eletta a Westminster. Parlando alla Bbc, ieri ha difeso la May, avvisando che «i ministri siedono nel governo a piacimento del primo ministro» e che vuole vedere la premier «costringere» Johnson ad attenersi alle espressioni di lealtà che le ha espresso pubblicamente. Ma che la May riesca ad avere la lealtà dei suoi ministri è tutt'altro che scontato: in tre si sarebbero visti giovedì sera a cena per discutere di come esortarla a lasciare entro Natale.

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…