giuseppe conte europa

PERCHÉ UNA CRISI AVREBBE EFFETTI DEVASTANTI - DIFFICILMENTE L'ITALIA POTREBBE RISPETTARE LA SCADENZA DI APRILE PER PRESENTARE ALLA UE I SUOI PROGETTI SUL RECOVERY - ADDIO AI RISTORI SULLE PERDITE SUBITE NEL CORSO DELL'INTERO 2020 - INCUBO FISCO: CHI FERMA 50 MILIONI DI CARTELLE ESATTORIALI? – CHE SUCCEDERÀ IL 31 MARZO QUANDO SCADRÀ IL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI? - SALE LO SPREAD E IL RISCHIO DI SCALATE OSTILI AI DANNI DI BANCHE, ASSICURAZIONI ED ALTRE IMPRESE STRATEGICHE

Paolo Baroni per "la Stampa"

GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

 

Il Recovery plan sarebbe il flop più clamoroso e per l' Italia anche il più devastante. Ma non sarebbe il solo.

Una eventuale crisi, con l' attività di governo limitata al solo disbrigo dei cosiddetti affari correnti ed all' orizzonte un rimpasto o magari, addirittura, il voto anticipato, metterebbe certamente a rischio l' accesso ai fondi europei, facendo svanire quella che tutti hanno definito «un' occasione storica per il Paese», ma avrebbe effetti anche su altre misure economiche altrettanto importanti.

 

giuseppe conte roberto gualtieri

Addio ai fondi europei L' ipotesi non è nemmeno immaginabile, perché equivarrebbe ad un suicidio. Il contraccolpo più pesante di una crisi lo si avrebbe sui 196 miliardi tra prestiti e sussidi che l' Italia conta di ricevere dall' Unione europea, a partire dal primo anticipo di 17 miliardi decisivo, tra l' altro, per far quadrare la legge di Bilancio.

 

Se Conte fosse costretto a gettare la spugna si interromperebbe infatti l' iter di definizione del max-iprogramma di investimenti e molto difficilmente l' Italia potrebbe rispettare la scadenza di aprile per presentare i suoi progetti alla Ue.

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

Allo stato dei fatti il «Next generation Italia», per quando già in parte affinato, dovrebbe ottenere un prima via libera da parte del Consiglio dei ministri per essere poi trasmesso al Parlamento ed alle parti sociali per le necessarie consultazioni, andrebbe alla fine redatta la versione finale che quindi, dopo l' approvazione da parte del Cdm, potrebbe essere trasmessa a Bruxelles. Il cronoprogramma che ha fornito a fine anno Conte prevedeva che entro metà febbraio l' intero iter potesse essere completato. L' apertura di una crisi cadrebbe esattamente nel pieno di questo percorso.

 

RENZI CONTE

Ristori «finali» al palo Non meno importante e impegnativo è il progetto di un nuovo decreto ristori, il «decreto finale» nei piani del ministro Gualtieri, che il governo aveva in programma di varare ad inizio anno dando corso alla richiesta di un nuovo scostamento di bilancio per un importo stimato in circa 20 miliardi di euro da far approvare dal Parlamento a maggioranza assoluta.

 

A partire da queste risorse l' idea era quella di introdurre un nuovo indennizzo non più calcolato sulle perdite del primo mese di lockdown o su quelle del mese di novembre legate all' introduzione della zone rosse ma tenendo presente le perdite subite nel corso dell' intero 2020 rispetto ai fatturati dell' anno precedente ristorando così anche attività che fino ad ora hanno ricevuto molto poco se non addirittura nulla a fronte di perdite significative (33%) di fatturato.

gualtieri conte patuanelli

 

Incubo cartelle esattoriali Se il governo non ha il poter di chiedere un nuovo scostamento ed il nuovo decreto ristori resta congelato non sarà possibile prevedere un argine alla valanga di avvisi e cartelle esattoriali, in tutto 50 milioni di atti, che sta per abbattersi sui contribuenti italiani, perché proprio questo nuovo poteva essere lo strumento adatto per intervenire. Sia per introdurre semplicemente una nuova proroga o allungare i tempi delle rateizzazioni, sia per varare una «rottamazione quater» o un nuovo «saldo e stralcio».

 

catalfo

Rischio licenziamenti C' è un' altra scadenza segnata con un cerchio rosso sull' agenda del governo: è quella del 31 marzo, giorno in cui scadrà il blocco dei licenziamenti che la legge di Bilancio ha da poco prorogato per altri tre mesi rispetto alle precedenti scadenze dopo che i sindacati erano arrivati a minacciare lo sciopero generale.

 

Stando a Cgil, Cisl e Uil la fine del blocco, peraltro fortemente contestato da Confindustria, metterebbe a rischio 1 milione di posti di lavoro. Un governo in crisi non solo non potrebbe prorogare il termine del 31 marzo ma non potrebbe nemmeno ammorbidire la norma o mettere in campo strumenti alternativi sul fronte delle politiche attive del lavoro come propone il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e come chiede il Pd.

 

cassa depositi e prestiti 3

Polveri bagnate Da ultimo, se fosse concreto l' allarme lanciato nelle passate settimane dal Comitato parlamentare per il controllo dei servizi segreti, che ha più volte segnalato il rischio di scalate ostili ai danni di banche, assicurazioni ed altre imprese strategiche, è evidente che un Paese con un governo privo della pienezza dei suoi poteri potrebbe diventare un bersaglio particolarmente facile. Ed allo stesso modo il governo dovrebbe allentare la presa su dossier particolarmente importanti come il rilancio di Alitalia e dell' ex Ilva e la privatizzazione di Mps.

ATLANTIA AUTOSTRADE

 

Per non parlare della cessione di Autostrade a Cdp contro cui Conte non potrebbe più far valere la minaccia di revoca della concessione.

Messi tutti assieme questi elementi formerebbero un mix esplosivo ed il tutto avrebbe immediati riflessi sulla credibilità dell' Italia, sulla borsa e soprattutto sullo spread, facendo aumentare in maniera esponenziale i costi della crisi.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...