IL CSM IN VERSIONE PILATO - LA GUERRA BOCCASSINA TRA BRUTI E ROBLEBO SPACCA LA MAGISTRATURA - “NESSUN RILIEVO” SULL’UFFICIO MA IL CASO NON È CHIUSO: GLI ATTI VANNO AI TITOLARI DELL’AZIONE DISCIPLINARE

Giovanni Bianconi per “Il Corriere della Sera

 

Boccassini BiondaBoccassini Bionda

«Noi non vogliamo delegittimare nessuno, ma il fine non giustifica i mezzi e le regole vanno sempre rispettate da parte di tutti; non esistono Procure di serie A e di serie B», attacca un consigliere. Ribatte un altro: «Mi viene difficile pensare che non ci sia voglia di delegittimazione dopo che da mesi si tiene sulla graticola un ufficio giudiziario che tanto ha fatto per il nostro Paese, arrivando all’inaudita richiesta di sollecitare un’ispezione ministeriale».

 

Il primo replica ancora, e si va avanti così per quasi tre ore. Al Consiglio superiore della magistratura va in scena il nuovo atto del «caso Milano», stavolta circoscritto (ma non tanto) alla presunta mancata collaborazione tra la Direzione antimafia guidata da Ilda Boccassini e la Procura nazionale.

 

Per alcuni si tratta di un arbitrio che non può essere tollerato, per altri di diverse interpretazioni delle norme su cui l’organo di autogoverno non può interferire. La conclusione è racchiusa in un paio di votazioni (una che spacca il Csm a metà, 10 contro 9, l’altra con 18 sì e 6 astenuti) che per un verso archiviano la vicenda, ma per altri la riaprono. Almeno in teoria, e sul piano mediatico.

 

EDMONDO BRUTI LIBERATI EDMONDO BRUTI LIBERATI

Le relazioni approvate, infatti, sanciscono che non ci sono profili di «incompatibilità ambientale» del pubblico ministero antimafia e del procuratore Edmondo Bruti Liberati, né rilievi sull’organizzazione dell’ufficio. Tuttavia stabiliscono di inviare gli atti «per ogni valutazione di competenza» sia ai titolari dell’azione disciplinare che alla quinta commissione dello stesso Csm, che valuta il conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi.

 

Decisione che permette di dire, a chi vorrà brandirla, che sul capo di Boccassini e Bruti resta la spada di Damocle di eventuali provvedimenti a loro carico, o di negative ipoteche per il proseguimento della carriera. Ma a parte che si tratta di ipotesi astratte, di là da venire e dall’essere prese in considerazione, restano le scorie disseminate dallo scontro ancora in atto tra il procuratore Bruti e l’altro aggiunto Alfredo Robledo.

ALFREDO ROBLEDO jpegALFREDO ROBLEDO jpeg

 

E separano chi vorrebbe proteggere quell’ufficio da nuove delegittimazioni (sia pure votando una relazione in cui si stigmatizzano le «oggettive criticità» nei rapporti tra quell’ufficio e la Superprocura antimafia), da chi rivendica il diritto di distribuire rimproveri senza timori di strumentalizzazioni.

 

Il CSM - Consiglio Superiore della MagistraturaIl CSM - Consiglio Superiore della Magistratura

«Evidentemente a Milano tengono ‘a capa tosta, la testa dura», s’infervora Giuseppina Casella, della corrente Unità per la costituzione, rivendicando che poche settimane fa «il Csm ha avuto il coraggio di dire che il procuratore della Repubblica non è al di sopra della legge, nonostante il diverso auspicio del capo dello Stato, e noi abbiamo il dovere di ribadire certi concetti». Replica l’indipendente Nello Nappi: «Stiamo mettendo in croce la magistratura di Milano, ci stiamo distruggendo con le nostre mani».

 

Tribunale di MilanoTribunale di Milano

Vittorio Borraccetti, di Magistratura democratica, reagisce a chi ha sostenuto che il fine non giustifica i mezzi: «Ma che dite? Quella Procura non ha mai violato alcuna regola nelle indagini, né preso scorciatoie sull’esercizio dell’azione penale. Abbiamo già fatto troppi danni, cerchiamo di mantenere la misura». Replica che offre il quadro del dibattito (e delle divisioni): «Come mai quando discutiamo di Milano s’invocano sempre sobrietà e senso della misura?». 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...

giorgia meloni donald trump

DAGOREPORT – AIUTO! TRUMP CONTINUA A FREGARSENE DI INCONTRARE GIORGIA MELONI - ANCORA ROSICANTE PER LE VISITE DI MACRON E STARMER A WASHINGTON, LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SI ILLUDE, UNA VOLTA FACCIA A FACCIA, DI POTER CONDIZIONARE LE SCELTE DI TRUMP SUI DAZI ALL'EUROPA (CHE, SE APPLICATI, FAREBBERO SALTARE IN ARIA L'ECONOMIA ITALIANA E IL CONSENSO AL GOVERNO) - LA DUCETTA NON HA ANCORA CAPITO CHE IL TYCOON PARLA SOLO IL LINGUAGGIO DELLA FORZA: SE HAI CARTE DA GIOCARE, TI ASCOLTA, ALTRIMENTI SUBISCI E OBBEDISCI. QUINDI: ANCHE SE VOLASSE ALLA CASA BIANCA, RITORNEREBBE A CASA CON UN PUGNO DI MOSCHE...