fidel castro

1. CUBA PERDE IL LIDER MAXIMO: MUORE A 90 ANNI FIDEL CASTRO, A DARNE L’ANNUNCIO IN TV IL FRATELLO RAUL I DISSIDENTI CUBANI ESULTANO: "FINALMENTE" 2. PADRE DELLA RIVOLUZIONE CUBANA ED EX PRESIDENTE DELL’ISOLA CARAIBICA, FIDEL E’ STATO UN EROE PER LA SINISTRA NEL MONDO E UN DITTATORE SANGUINARIO PER I NEMICI 3. DALLA PRESA DEL POTERE INSIEME A "CHE" GUEVARA ALLA DERIVA AUTORITARIA: IL LIDER MAXIMO HA SFIDATO 11 PRESIDENTI AMERICANI E RESISTITO A 637 PIANI PER UCCIDERLO

 

 

Omero Ciai per la Repubblica

FIDEL CASTROFIDEL CASTRO

Fidel Castro è morto a Cuba: aveva 90 anni. La notizia della scomparsa del leader cubano arriva dalla Tv nazionale dell'isola dal fratello, Raul Castro. Aveva lasciato il potere nel 2006 a causa di una malattia, i cui dettagli non sono mai stati rivelati. È morto alle 22.29 ora cubana (le 4.29 italiane), sarà cremato nelle prossime ore. Raul Castro ha concluso il suo commosso annuncio con lo slogan tanto caro al fratello maggiore che gli aveva trasferito tutti i poteri nel 2008: "Hasta la victoria, siempre".

 

 

La sua storia. L'uomo che entra trionfalmente all'Avana l'8 gennaio del 1959in piedi su una jeep è un giovanotto di 32 anni, alto 1.90, molto miope, con una lunga barba e una divisa militare verde oliva. Nato sotto il segno del Leone il 13 agosto del 1926, è laureato in legge. Si è già sposato e ha divorziato. Ha tre figli: Fidelito, nato dal matrimonio con Mirta Diaz Balart; Jorge Angel e Alina, frutto di due relazioni extraconiugali.

 

È già stato in carcere per aver guidato, sei anni prima, un disastroso assalto di ribelli al cuartel Moncada, una caserma dell'esercito vicino a Santiago, la seconda città dell'isola. Arrestato e condannato a 15 anni, ne sconterà poco più di uno. È stato in esilio diciotto mesi, fra Messico e Stati Uniti. E il 2 dicembre del '56, è tornato clandestinamente con un piccolo yacht, il "Granma", e 88 compagni. La maggior parte moriranno subito dopo lo sbarco ma, insieme a lui, una quindicina - dodici come gli apostoli secondo la leggenda - riusciranno a raggiungere le montagne, la Sierra Maestra, per dare inizio alla guerriglia vittoriosa.

 

FIDEL CASTROFIDEL CASTRO

Quell'8 gennaio Fidel Castro è già il capo indiscusso di una rivoluzione che allora nessuno sa dove andrà ma che ha appena liberato Cuba, l'isola più grande dei Caraibi, da un dittatore, Fulgencio Batista, legato alla Mafia italo-americana e a Lucky Luciano, che nella notte di Capodanno del '59 è volato via con 100 milioni di dollari e pochi fedelissimi per rifugiarsi nella Repubblica Dominicana.

 

L'impatto mondiale del trionfo dei "barbudos", non più di 800 guerriglieri in tutto, è immenso. Uno squarcio nello scacchiere della Guerra Fredda. Il primo viaggio all'estero di Fidel Castro è negli Stati Uniti, nell'aprile del '59, su invito della Società degli editori di giornali. Nei suoi discorsi americani Castro sosterrà che la sua rivoluzione è "umanista", prometterà di convocare libere elezioni e di difendere la proprietà privata. Alla Casa Bianca lo riceve Nixon, allora vicepresidente, mentre Eisenhower gioca a golf. "E' un tipo naif, ma non necessariamente un comunista", riferirà Nixon al presidente.

 

fidel castro nel 1945fidel castro nel 1945

Ma le relazioni tra i due paesi, separati appena da 90 miglia d'acqua, peggioreranno in fretta. All'Avana sono mesi caotici con i processi sommari e centinaia di condanne a morte per chi, militari e civili, aveva collaborato con il regime di Batista e era accusato di crimini di guerra. Per tutto il 1959 all'interno del gruppo dirigente dei barbudos si sviluppa lo scontro, sempre più aspro, sul futuro della rivoluzione. Raùl e Che Guevara premono per la via socialista; Camilo Cienfuegos, Sori Marin e Huber Matos per il ritorno alla Costituzione del 1940, libere elezioni e democrazia. Camilo Cienfuegos morirà in un incidente aereo il 28 ottobre del 1959. Huber Matos, l'altro comandante che si ribella alla deriva socialista della rivoluzione, sarà processato e condannnato a vent'anni di carcere.

 

A febbraio del '60, la svolta. Il primo ministro sovietico, Anastas Mikojan, arriva all'Avana e firma l'accordo commerciale che provocherà la rottura delle relazioni con Washington, il via libera alle operazioni della Cia e ai numerosi tentativi americani di assassinare Fidel Castro.

 

FIDEL CASTROFIDEL CASTRO

Il 17 aprile 1961 un piccolo esercito d'invasione composto da 1500 esuli cubani, addestrati e finanziati dalla Cia, proverà a sbarcare sull'isola per rovesciare i barbudos. È la Baia dei Porci che finirà tragicamente per gli assalitori soprattutto perché John Kennedy, succeduto a Nixon e a Eisenhower, si rifiuterà di timbrare come sua un'operazione decisa da altri e impedirà ai caccia dell'aviazione Usa di appoggiare lo sbarco.

Un anno e mezzo dopo, nell'ottobre del '62 la crisi dei missili: quando gli americani scopriranno l'installazione di rampe di lancio sovietiche per testate nucleari, il mondo bipolare dell'epoca sarà, per 13 giorni, sull'orlo della guerra atomica. Finché Nikita Krusciov non accetterà il compromesso secondo il quale Washington prometteva di non promuovere nuove invasioni dell'isola e Mosca di non armarla con testate nucleari. Castro, non consultato, venne colto di sorpresa dal "cedimento" di Krusciov. E da quel momento il leader sovietico diventerà a Cuba Nikita mariquita, Nikita il frocetto.

 

FIDEL CASTROFIDEL CASTRO

I rapporti di Fidel Castro con la famiglia non sono mai stati facili. Suo padre, don Angel, gestiva una fattoria di 10mila ettari e coltivava la canna da zucchero, a Biran nell'Oriente dell'isola. Sua madre, Lina, era la giovane colf che don Angel aveva sedotto ma che sposerà solo nel 1943, quando Fidel ha 17 anni, dopo la morte della sua prima moglie. Don Angel, che manteneva Fidel e Raul nei loro studi all'Avana, si rifiuterà di partecipare al matrimonio di suo figlio con Mirta Diaz-Balart nel 1948 perché voleva che studiasse e diventasse avvocato.

 

Morirà nel '56 mentre Fidel e Raul sono in esilio a Città del Messico. Ma l'episodio più tragico che dividerà per sempre la famiglia Castro è del 1964 quando Juanita, la sorella minore, lascia Cuba diretta in Messico dove rivela di aver lavorato, contro i due fratelli, come agente della Cia. Nome in codice: "Donna". A provocare il tradimento di Juanita era stata la condanna a morte di Humberto Sori Marin, comandante dell'esercito rivoluzionario sulla Sierra che dopo la vittoria si oppose alla svolta marxista-leninista organizzando una ribellione armata.  

FIDEL CASTRO FIDEL CASTRO

Fra il 1963 e il '64 con due viaggi a Mosca Fidel Castro stringerà  l'alleanza con l'Urss e il Patto di Varsavia che collocherà definitivamente Cuba nell'orbita dei paesi socialisti. Il primo effetto sarà il dissenso con Che Guevara che deluso (la sua opinione è che l'Urss sia per il Terzo mondo una potenza imperialista come gli Stati Uniti) si allontanerà progressivamente dal gruppo dirigente cubano fino alla tragica avventura in Bolivia dove verrà assassinato nell'ottobre del 1967.

 

L'alleanza con Mosca modifica un po' tutte le idee e progetti dei primi anni della Rivoluzione quando anche Fidel Castro puntava sull'industrializzazione di Cuba per rompere le catene della monocultura dello zucchero. Per compiacere Breznev che, nel frattempo, è subentrato a Krusciov al Cremlino, il leader cubano lancerà la famosa "zafra" (la raccolta della canna da zucchero) dei dieci milioni di tonnellate. Cifra che non si raggiungerà mai ma che mobiliterà l'isola in una battaglia nazionale di consenso popolare verso Fidel.

 

Negli anni successivi l'isola si riempirà di consulenti sovietici e, sotto l'impulso di Raul, che sarà sempre il più filo-Mosca tra i dirigenti cubani, attuerà i piani quinquennali, la burocrazia, e soprattutto il sistema di controllo, mutuato dal Kgb, voluti dall'Urss. Fino alla fine degli anni Ottanta, Cuba scambierà con il Patto di Varsavia zucchero con aiuti di tutti i generi: dalle lattine di fagioli per i soldati, alle auto, ad ogni altro genere di prodotto e aiuto.

FIDEL CASTROFIDEL CASTRO

 

L'Urss investirà miliardi per conservare l'avamposto strategico di Cuba a 90 miglia dagli Stati Uniti. E per Fidel saranno anni abbastanza dorati nel corso dei quali l'isola sarà portata ad esempio per la qualità del suo socialismo: scuole e ospedali soprattutto. Il leader cubano sarà costretto però a tenere a freno tutte le velleità rivoluzionarie nel resto del continente americano anche se continuerà a finanziare guerriglie in po' ovunque.

 

Per compiacere Mosca approverà l'invasione di Praga mentre all'interno dell'isola si stringeranno sempre di più i cordoni della censura, la caccia al dissidente e il conflitto con gli intellettuali. Il caso più famoso della"sovietizzazione" del socialismo caraibico sarà, nel 1970, l'arresto di Heberto Padilla, un poeta che aveva scritto versi critici e che sarà costretto ad una pubblica abiura. Il caso Padilla provocherà la rottura del regime cubano con numerosi intellettuali europei e latinoamericani. Ma Fidel resterà per molti anni ancora un "tiranno fashion", coccolato e vezzeggiato da molti, come Oliver Stone e Garcìa Màrquez.

 

bergoglio fidel castro 1bergoglio fidel castro 1

 

l momento più critico degli anni "sovietici" sarà nell'aprile dell'80 con quello che si ricorda come "l'esodo del Mariel" (per il nome del porto) quando migliaia di cubani raggiunsero gli Stati Uniti grazie ad un accordo con il presidente Carter dopo giorni di proteste nelle strade dell'Avana. Poi le cose fileranno lisce fino all'89. L'avvio della perestrojka nell'Urss avrà molti estimatori a Cuba. Primo fra tutti Raul, il fratello minore del lider maximo. Invece Fidel vedrà immediatamente nelle riforme di Gorbaciov l'inizio della fine. E si batterà contro tutti per evitare qualsiasi contagio.

 

Così mentre il socialismo reale implode, il tempo a Cuba verrà scandito dalla 'Causa numero 1', il processo contro alcuni uomini molto importanti della nomenclatura castrista: il generale Orlando Ochoa, eroe dell'Angola; e i due gemelli Tony e Patricio de la Guardia, cervelli di molte operazioni segrete. Una epurazione interna, Ochoa e Tony de la Guardia furono condannati a morte e giustiziati, che servì soprattutto a serrare, con il terrore, le fila intorno al comandante en jefe nella fragilissima stagione della perdita dell'Urss.

 

Con gli anni Novanta inizia il periodo più travagliato per il regime. Mosca chiude i rubinetti dei fondi a perdere iniettati per più di un quarto di secolo nell'avamposto socialista dei Caraibi. L'economia crolla e Cuba, che importa quasi tutto quello di cui ha bisogno, entra in una drammatica carestia che Fidel battezzerà come "Periodo especial" imponendo  sacrifici alla popolazione in nome di nazionalismo, indipendenza e socialismo. 

 

fidel castrofidel castro

Per salvarsi, dopo anni di autarchia finanziata da Mosca, Cuba spalancherà le porte al turismo e alle rimesse degli esuli. Un processo che, con la liberalizzazione dell'uso dei dollari, cambierà il volto dell'isola rovesciandone la piramide sociale. Ricchi diventano tutti quelli che hanno relazioni con il turismo del biglietto verde: impiegati d'albergo, taxisti, jineteras; poveri e poverissimi gli insegnanti, i medici, i funzionari di Stato.

 

L'ultimo fenomeno degli anni Novanta saranno i "balseros" in fuga verso la Florida sulle zattere. Boat people disperati spinti via dalla fame. Infine a partire dal 1998 la Cuba di Fidel riuscirà in parte a sostituire quello che fu l'ombrello sovietico con il Venezuela di Chavez. Greggio e fratellanza ideologica.

 

Tra il '92 e il 2006 Fidel Castro ha due gravissime crisi per la diverticolite all'intestino. Tutte e due le volte rischia la morte dopo l'intervento chirurgico. Nell'estate del 2006 cede temporaneamente il potere ad una giunta formata da fedelissimi insieme al fratello Raúl che nel 2008 gli subentra definitivamente come presidente e capo del partito (Pcc). Ora Fidel se n'è andato mentre i suoi eredi s'impegnano con cura a smontare il sistema che ha costruito per conservare il potere. Lascia, insieme alla moglie Dalia, più di dieci figli, solo sei legittimi da due matrimoni. Una scia di grandi passioni senza mediazione tra l'amore e l'odio più viscerali. E più di tre milioni di esuli dispersi tra Stati Uniti, Messico e Spagna.

 

FIDEL CASTRO GARCIA MARQUEZFIDEL CASTRO GARCIA MARQUEZ

L'ultima grande stagione politica di Fidel Castro fu quella che si ricorda come la Primavera Negra del 2003 e dei cosidetti "Talibani", un gruppo di giovani dirigenti a lui fedelissimi, uniti nella difesa dei principi del socialismo nell'isola. Una settantina di esponenti dell'opposizione, tra cui il poeta Raúl Rivero, che oggi vive tra Madrid e Miami, vennero incarcerati, processati e condannati a pene pesanti. Ma furono gli ultimi fuochi.

 

FIDEL CASTRO CON IL ROLEXFIDEL CASTRO CON IL ROLEX

Con la malattia e l'avvento al potere di Raúl tutti le personalità più vicine a Fidel vennero allontanate dai posti di comando. Alcuni, come Carlos Lage e l'ex ministro degli esteri Felipe Perez Roque, in circostanze ancora tutte da chiarire. In poco tempo Raúl smontò gran parte del sistema costruito dal fratello, sostituendo i funzionari civili con i militari che lui aveva formato e cresciuto come Capo delle Forze armate di Cuba. E concedendo molte nuove libertà.

 

Come il passaporto per viaggiare all'estero, assolutamente proibito negli anni di Fidel. Una lenta apertura del regime, soprattutto in economia, con la nascita delle attività private: dal barbiere ai proprietari di stanze per i turisti. Processo portato a compimento da Raúl con la pace, nel dicembre 2014, firmata con i grandi nemici di Fidel: gli Stati Uniti d'America. Lui non lo avrebbe fatto. E quando ne ebbe la possibilità criticò la svolta del fratello minore.

 

 

Forse, essendo sopravvissuto a una infinità di presidenti americani, aveva già immaginato che dopo "l'amico" Obama nei circoli della Casa Bianca sarebbero tornati in auge i suoi acerrimi nemici della diaspora cubana, quelli che sconfisse il primo gennaio del 1959.

FIDEL E RAUL CASTROFIDEL E RAUL CASTRO

 

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA. CHE DA PAR SUO NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” CHE SI È CREATO INTORNO A URSULA: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...