mario draghi matteo salvini luigi di maio giuseppe conte

DAGONEWS! - E' STATO SALVINI, IN CONTATTO CON GIULIA BONGIORNO, A FARE DA PONTIERE-POMPIERE PER FAR ACCETTARE A FORZA ITALIA E ITALIA VIVA IL COMPROMESSO TRA I GRILLINI E DRAGHI SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA - LA RABBIA DI DI BATTISTA VERSO DI MAIO: "CERTI GRILLINI SONO IRRIMEDIABILMENTE DIVENTATI DRAGHIANI. INTIMORITI O INTERESSATI, I MINISTRI A 5 STELLE HANNO DATO PROVA DI INCAPACITÀ POLITICA, PAVIDITÀ, ACCIDIA E INADEGUATEZZA"

marta cartabia mario draghi

DAGONEWS

L'approvazione della riforma della Giustizia in Consiglio dei ministri è stata preceduta da colpi di scena, crisi isteriche, minacce e dispetti. Al mattino, i grillini avevano annunciato a Draghi la loro astensione. SuperMario li aveva subito incalzati: "Ho messo la faccia con l'Ue sulle riforme, che sono indispensabili per ottenere i soldi del Pnrr. Cerchiamo un compromesso accettabile".

 

mario draghi stefano patuanelli

Il ministro delle politiche agricole Patuanelli, in contatto diretto con Giuseppe Conte, ha detto no: nessuna mediazione. A soffiare sul fuoco anche la grillina Anna Macina, sottosegretario alla Giustizia. Allora Luigino Di Maio ha convocato una riunione dei ministri cinquestelle a cui ha partecipato anche l'ex Guardasigilli, Bonafede.

 

giulia bongiorno matteo salvini conferenza stampa dopo l'udienza sul caso gregoretti 1

Come scrive Monica Guerzoni sul "Corriere": "I ministri del M5S fanno il punto e poi si chiudono con Draghi e Cartabia. A portare l'aut aut del Movimento è Luigi Di Maio: «Il testo così come ci è stato proposto non possiamo votarlo».

 

A quel punto il capo del governo e la Guardasigilli tirano fuori la proposta di mediazione che va incontro alle proteste dei pentastellati. Corruzione e concussione saranno inseriti tra i reati per i quali lo stop alla prescrizione scatta in tempi più lunghi".

giulia bongiorno matteo salvini conferenza stampa dopo l'udienza sul caso gregoretti

 

Il punto d'incontro a quel punto doveva essere somministrato agli altri partiti della maggioranza. Se Pd e Lega hanno subito ingoiato il rospo, Forza Italia e Italia Viva erano contrarie. Chi ha fatto da pontiere-pompiere è stato Matteo Salvini, ormai in versione sherpa di Draghi. Il leghista, in contatto diretto con il suo avvocato Giulia Bongiorno, ha spento i fuochi e spinto per un accordo.

 

Con l'ok alla riforma della Giustizia, Draghi si toglie dal groppone il più rognoso dei tre ostacoli (tra cui ci sono anche fisco e Pubblica amministrazione).

 

Il "sentiment" grillino, dopo la cocente batosta, è stato espresso da Alessandro Di Battista: "Non è vero che Draghi è grillino, sono certi grillini ad essere ormai irrimediabilmente diventati draghiani. Intimoriti o interessati, i ministri a 5 stelle hanno dato prova di incapacità politica, pavidità, accidia e inadeguatezza".

 

1 - "NESSUNO PUÒ TENERSI LE MANI LIBERE IN PARLAMENTO" - DRAGHI AVVERTE I PARTITI

maria stella gelmini renato brunetta

Estratto dell'articolo di Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"

 

Quando tutto è finito, raggiunta la mediazione e scongiurata la crisi, un esponente del governo sospira di sollievo: «Stava per crollare tutto...». Prova ne sia il severo monito con cui Mario Draghi durante un Consiglio dei ministri molto teso ha richiamato all' ordine le forze politiche […] La pazienza del presidente finisce dopo la faticosa ricucitura con i 5 Stelle, quando i ministri finalmente prendono posto e la riunione comincia. Ma Forza Italia, Lega e Italia viva non ci stanno. Brunetta e Gelmini sono perplessi sulla mediazione che prevede tempi del processo più lunghi per i reati contro la Pubblica amministrazione.

 

GELMINI CARFAGNA BRUNETTA

Giorgetti sostiene che «la decorrenza del prolungamento non è chiara» e la renziana Elena Bonetti è con loro. Vogliono leggere parola per parola il testo modificato e chiedono la sospensione del Cdm, mossa che innesca lo scontro con la delegazione del M5S, in contatto continuo con Giuseppe Conte. All'ex premier non piace l' intesa sulla prescrizione con i due anni per l' appello e un anno per la Cassazione. Stefano Patuanelli avverte che il Movimento non arretrerà di un centimetro: «In Parlamento ci sarà l' occasione di apportare modifiche tecniche limitate». Una formula che Brunetta, forse a mo' di sfida, avrebbe ripetuto pari pari.

 

mario draghi giuseppe conte

Il botta e risposta va avanti finché Draghi, visibilmente adirato, chiede di smetterla con le bandierine: «Chiedo lealtà, mi appello al vostro senso di responsabilità. Questa riforma è legata al Pnrr, è fondamentale e io voglio una maggioranza compatta e responsabile». Limata anche l'ultima virgola, l'ex presidente della Bce chiede alla sua squadra un via libera unanime: «È un testo bello, di alta dignità. Ma se un ministro non se la sente di prendere questo impegno, può votare contro». Tacciono tutti, il via libera è compatto. […]

 

rocco casalino e giuseppe conte

[…] Alle sei, quando il capo delegazione Patuanelli arriva a Palazzo Chigi, i ministri del M5S fanno il punto e poi si chiudono con Draghi e Cartabia. A portare l'aut aut del Movimento è Luigi Di Maio: «Il testo così come ci è stato proposto non possiamo votarlo. Abbiamo la forza parlamentare per fermare gli emendamenti in aula e quindi in Cdm ci asterremo». A quel punto il capo del governo e la Guardasigilli tirano fuori la proposta di mediazione che va incontro alle proteste dei pentastellati. Corruzione e concussione saranno inseriti tra i reati per i quali lo stop alla prescrizione scatta in tempi più lunghi.

BEPPE GRILLO E ALESSANDRO DI BATTISTA

 

2 - M5S: DI BATTISTA, MINISTRI GRILLINI INCAPACI E PAVIDI

(ANSA) - "Non è vero che Draghi è grillino, sono certi grillini ad essere ormai irrimediabilmente diventati draghiani. Intimoriti o interessati, i ministri a 5 stelle hanno dato prova di incapacità politica, pavidità, accidia e inadeguatezza. Roba da chiedere scusa ai milioni di elettori che li hanno sostenuti, posto che molti di loro non gli rivolgerebbero più la parola".

 

Fico Di Battista Di Maio

Così Alessandro Di Battista nel suo editoriale sul giornale online Tpi.it. "Il fallimento dell'ala governista del M5S - aggiunge - è un dato di fatto e solo chi è "interessato" al governo o chi ormai ha la carta intestata ministeriale davanti agli occhi non riesce ad ammetterlo. Immagino che Cadorna si rese conto della disfatta di Caporetto così come i francesi travolti dall'astuzia militare del generale Giáp a Ñien Biên Phu. I draghini a 5 stelle no. Negano l'innegabile, difendono l'indifendibile inimicandosi ogni giorno migliaia di iscritti che, ingenuamente, cinque mesi fa, credettero alla barzelletta del "controlliamo dall'interno".

 

ALESSANDRO DI BATTISTA

"Mai vista - prosegue Di Battista - una débâcle tale nella storia repubblicana. Una forza politica che, tre anni fa - sebbene pare sia passato un secolo - prese il 33% dei voti grazie a sacrosante istanze di cambiamento e che finisce a portare il caffè a chi un tempo diceva di voler spazzar via accontentandosi, in modo dozzinale, di mancette composte, oltretutto, da banconote false. Sì perché la litania dell' "abbiamo ottenuto il massimo" è ormai stucchevole, ipocrita, inascoltabile".

ALESSANDRO DI BATTISTA E LUIGI DI MAIO

 

"I genuflessi a 5 stelle - sottolinea ancora - hanno costretto chi vanta ancora una spina dorsale ad abbandonare l'amore di una vita. L'hanno fatto ingannando gli iscritti con un quesito truffaldino basato su un super-ministero alla transizione ecologica capeggiato da un uomo pro-Tav, pro-trivelle e pro-nucleare. L'hanno fatto facendo credere che la Lega sarebbe rimasta fuori dal governo. Invece il Carroccio signoreggia, così come l'ala renziana del Pd. L'hanno fatto facendo credere che il solo modo di difendere le conquiste contiane e pentastellate sarebbe stato entrare nella stanza dei bottoni, stanza dove altri pigiano mentre i ministri a 5 stelle fanno i bottoni. Se si rivotasse oggi, i No trionferebbero".

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