benjamin netanyahu joe biden jake sullivan xi jinping mohammed bin salman ebrahim raisi

DAGOREPORT – CHE CE FAMO CON 'STA STRISCIA DI GAZA? PER BIDEN DEVE DIVENTARE UNA PROVINCIA DELLA CISGIORDANIA, SOTTO LA "SUPERVISIONE" DELL’EGITTO E DELLA GIORDANIA – MA TUTTO E' INUTILE, FINCHÉ NETANYAHU E I SUOI MINISTRI ESTREMISTI SONO AL POTERE – LA DIPLOMAZIA SI MUOVE: SABATO SONO PREVISTI L’INCONTRO XI JINPING-BIDEN A SAN FRANCISCO E UN NUOVO PROCLAMA DEL LEADER HEZBOLLAH; DOMENICA IL VERTICE DEI SAUDITI CON L’IRAN – BIDEN IN BAMBOLA: LA GUERRA LO FA CROLLARE NEI SONDAGGI – SE PUTIN RIAPRE AL DIALOGO CON GLI USA, ZELENSKY PERDE CONSENSI IN PATRIA...

DAGOREPORT

jake sullivan scelto da biden

Il consigliere della sicurezza nazionale degli Stati Uniti d’America, Jake Sullivan, ha in mente un piano molto preciso: la Striscia di Gaza deve diventare una provincia della Cisgiordania, governata dall’Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen, sotto la "supervisione", diciamo così, dell'Egitto e  della Giordania.

 

I due Paesi arabi, non ostili a Washington, dovrebbero siglare un accordo politico per garantire la sicurezza del popolo palestinese.

 

netanyahu biden

 

Obiettivo che tra l’altro tocca i rispettivi interessi vitali: né il Cairo, né Amman, vogliono ritrovarsi orde di profughi palestinesi disperati da gestire nei loro territori, già egemonizzati dai Fratelli Musulmani.

 

Il piano di Sullivan, come altri progetti di pace, si infrange però sull’ostinata sete di vendetta di Benjamin Netanyahu e dei suoi ministri dell’estrema destra “messianica”.

 

“Bibi”, che vede in Joe Biden il suo nemico più intimo, a differenza dell’amico Trump, non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro per agevolare la Casa Bianca.

 

blinken netanyahu

Non a caso, ieri, nell’intervista rilasciata dal premier israeliano alla tv americana ABC, Netanyahu ha ribadito: “Israele avrà, per un periodo indefinito, la responsabilità complessiva della sicurezza della Striscia di Gaza perché abbiamo visto cosa accade quando non ce l'abbiamo”. L’ennesimo messaggio di sfida all’alleato americano.

 

Lo scenario potrebbe evolvere rapidamente dopo tre appuntamenti fondamentali, previsti nei prossimi giorni: l’11 novembre è previsto, al vertice Apec di San Francisco, l’incontro tra Joe Biden e il presidente cinese, Xi Jinping, e domani ci sarà un vertice preparatorio tra Janet Yellen, segretario al Tesoro degli Stati Uniti, e Han Zheng, vicepresidente della Repubblica Popolare. Sempre l’11 novembre dovrebbe parlare di nuovo Hassam Nasrallah, il leader di Hezbollah.

ILLUSTRAZIONE SU BENJAMIN NETANYAHU E MOHAMMED BIN SALMAN

 

Il 12 novembre, a Riad, in Arabia Saudita, si terrà invece il summit dell’organizzazione per la cooperazione islamica, dove ci sarà uno storico incontro tra i due “nemici”, il principe Mohammed Bin Salman e il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, per discutere del futuro di Gaza e dei palestinesi.

 

XI JINPING E JOE BIDEN GIOCANO A SCACCHI - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY

Joe Biden ha tentato invano di orientare le diplomazie alla ricerca del cessate il fuoco (inutile il tour in Medioriente del Segretario di Stato, Antony Blinken e pieno di incognite il nuovo viaggio del capo della Cia, William Burns), e ora si ritrova pesantemente indebolito in casa, in vista delle elezioni presidenziali.

 

I sondaggi lo danno perdente contro Donald Trump e lo storico spin doctor di Obama, David Axelrod, gli ha apertamente consigliato di ritirarsi. “Sleepy Joe” è come l’asino in mezzo ai suoni: frastornato.

 

Se un cessate in fuoco in Ucraina, ora, sembra più vicino, vista anche la recente apertura da parte del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha detto che Usa e Russia devono ricominciare a parlarsi, il conflitto tra Israele e Hamas sembra senza fine.

 

Valeriy Zaluzhnyi

Non è infatti uno scontro per la conquista di un pezzo di terra, ma una guerra di religione fomentata da ministri invasati di Netanyahu da una parte, e da terroristi e ayatollah, dall’altra.

 

QUALCOSA SI MUOVE A MOSCA E A KIEV

Putin, intanto, pensa al suo futuro: il prossimo 18 marzo Vladimir Putin verrà rieletto Presidente della Federazione russa, con il solito plebiscito. E ci vuole arrivare riattaccando i cocci di una guerra insensata. Così ha dato il là al suo portavoce Peskowv di annunciare la volontà di riaprire i canali diplomatici con gli Stati Uniti (vedi Ansa a seguire).

 

dmitry peskov

Una nuova legittimazione, quella dello Zar, che stride con la crescente delegittimazione che il presidente ucraino, Zelensky, subisce in patria. Non solo il calo di gradimento nei sondaggi, è passato dal 91 al 76%, ma anche lo scontro con i vertici dell’esercito dopo l’inusuale critica del comandante delle forze armate di Kiev, Valery Zaluzhny, che all’Economist ha messo in dubbio l’efficacia della controffensiva ucraina.

 

PESKOV, 'DIALOGO CON USA A ZERO, MA DOBBIAMO RIPRENDERLO'

JOE BIDEN E VOLODYMYR ZELENSKY AL VERTICE NATO DI VILNIUS

(ANSA) - ROMA, 05 NOV - Le relazioni tra Russia e Stati Uniti sono a zero, ma col tempo il dialogo dovra' essere ripreso. Lo ha dichiarato Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, in un'intervista al giornalista del canale televisivo Rossiya-1 Pavel Zarubin ripresa dalla Tass.

 

Il reporter ha pubblicato un frammento della conversazione sul suo canale Telegram. "Le relazioni sono a zero o, direi, addirittura sotto zero. Tuttavia, poiche' sia noi che l'America abbiamo una responsabilita' speciale per la stabilita' mondiale e strategica, in un modo o nell'altro dovremo riprendere questa conversazione", ha detto Peskov.

 

dmitry peskov vladimir putin

Per riallacciare le relazioni ad alto livello, secondo Peskov, il presidente degli Stati Uniti dovrebbe assumere un atteggiamento piu' costruttivo nei confronti della Russia. "In primo luogo, dovrebbe implicare un desiderio condiviso, una disponibilita' condivisa, alcune condizioni dovrebbero maturare", ha detto il portavoce del Cremlino, aggiungendo che "il presidente russo Vladimir Putin ha ripetutamente dichiarato di essere pronto a qualsiasi contatto".

VOLODYMYR ZELENSKY JOE BIDEN

 

"La riduzione della base delle relazioni bilaterali tra Russia e Stati Uniti e' stata voluta dagli americani. Per questo motivo, almeno il capo degli Stati Uniti dovra' cambiare la sua posizione a un certo punto, assumendo una posizione piu' costruttiva sulle relazioni bilaterali, a cui seguira' la maturazione delle condizioni per un tale incontro", ha sottolineato Peskov.

Valery Zaluzhny zelensky putin

ISMAIL HANIYEH EBRAHIM RAISI blinken netanyahuMOHAMMED BIN SALMAN - JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU

GUERRA IN UCRAINA - ZELENSKY VS PUTIN - MEME BY GIAN BOY

william burns vladimir putin volodymyr zelensky

jake sullivan

Ultimi Dagoreport

francesco lollobrigida

DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE GUERRE NON CI SAREBBERO STATE DI FRONTE A CENE BEN ORGANIZZATE?”. E TRA UNA CAZZATA E UNA GAFFE, FERMAVA PURE I TRENI - DOPO DUE ANNI DI LOLLISMO SENZA LIMITISMO, QUESTA ESTATE, UNA VOLTA SEGATO DALLA MOGLIE, LA SORELLA D’ITALIA ARIANNA MELONI, È SCOMPARSA LA NOSTRA RUBRICA PREFERITA: “LA SAI L'ULTIMA DI LOLLOBRIGIDA?”. ZAC!, IL SILENZIO È SCESO COME GHIGLIOTTINA SUL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA (PER MANCANZA DI PROVE). DALLA “BANDA DEI QUATTRO” DI PALAZZO CHIGI (LE DUE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI), ERA PARTITO L’ORDINE DI CUCIRGLI L’EFFERVESCENTE BOCCUCCIA (STESSO TRATTAMENTO ALL’ALTRA “PECORA NERA”, ANDREA GIAMBRUNO). A QUESTO PUNTO, NON ESSENDO ANCORA NATO UN MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL REIETTO, L’EX STALLONE DI SUBIACO SI E’ MESSO IN TESTA DI FORMARE UN… - VIDEO, TUTTE LE GAFFES!

giorgia meloni marina berlusconi paolo barelli sigfrido ranucci antonio tajani

DAGOREPORT - DOPO LE VIOLENTE POLEMICHE PER LA PUNTATA SU BERLUSCONI-DELL’UTRI-MAFIA, DOMENICA PROSSIMA LA CAVALIERA MARINA POTREBBE PERSINO INVIARE UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO A RANUCCI - '’REPORT’’ SCODELLERÀ UN SERVIZIO AL VETRIOLO SU PAOLO BARELLI, FEDELISSIMO SCUDIERO DI ANTONIO TAJANI, DEL QUALE DIVENTERÀ PRESTO CONSUOCERO - CON TAJANI RIDOTTO A CAVALIER SERVENTE DELLA DUCETTA, L'IMPERO BERLUSCONIANO HA BISOGNO DI UN PARTITO CON UNA NUOVA E CARISMATICA LEADERSHIP. MA MARINA E PIER SILVIO HANNO TEMPI LENTISSIMI PRIMA DI TRASFORMARE LE PAROLE IN FATTI. NON SONO RIUSCITI NEMMENO A OTTENERE DA TAJANI LA MESSA IN FUORIGIOCO DI BARELLI E GASPARRI - ORA VEDIAMO SE “REPORT” RIUSCIRÀ A DARE UNA SPINTARELLA AL CAMBIO DI GUARDIA DENTRO FORZA ITALIA…

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO