DAGOREPORT - COME E PERCHE' RENZI È DIVENTATO DIRETTORE DEL “RIFORMISTA” – FALLITA LA STRATEGIA DI RENDERE IL TERZO POLO STAMPELLA DEL GOVERNO MELONI (VOTI A LA RUSSA), IN MACERIE IL DUPLEX CON CALENDA, USCITO A PEZZI DALLA PARTITA DELLA VIGILANZA RAI, MATTEONZO HA PRESO AL VOLO LA PROPOSTA DI ALFREDO ROMEO DI DIRIGERE UN ''MANGANELLO DI CARTA'' ANTI-MAGISTRATI E ANTI-TRAVAGLIO/RANUCCI - A QUEL PUNTO, IL SENATORE DI RIAD HA FATTO CIRCOLARE LE VOCI SUL BISOGNO DI UN “PIT-STOP” – LA COINCIDENZA: DIVENTA DIRETTORE DEL QUOTIDIANO CHE NEGLI ULTIMI MESI HA SEMPRE DIFESO MARCO MANCINI (LO 007 DELL'AUTOGRILL), ATTACCANDO COLORO CHE L’HANNO SILURATO DALL’INTELLIGENCE: BELLONI E GABRIELLI…
DAGOREPORT
MARIA ELENA BOSCHI E MATTEO RENZI
Uscito malconcio dalla partita sulle nomine Rai, dove la sua pupilla, Maria Elena Boschi si è dovuta accontentare della vicepresidenza della Commissione di Vigilanza, Matteo Renzi ha già il radar puntato verso le sue prossime mosse, obiettivo europee 2024.
Sia Azione, del suo “partner in crime” Carlo Calenda, sia ''Arabia Viva'', infatti, pretendevano la guida della Vigilanza, sostenendo di non aver ricevuto adeguata rappresentanza nelle commissioni parlamentari.
CARLO CALENDA E MATTEO RENZI - BY MACONDO
La mancata nomina di MEB, se da un lato ha fatto masticare amaro Matteonzo d’Arabia, dall’altro non è dispiaciuta troppo a Don Ciccio Calenda, che vive con silenziosa goduria tutto ciò che porta al ridimensionamento della truppa di Italia Viva.
D’altronde, tra i due ego-leader del Terzo Polo, ormai è in corso una guerra fredda: Renzi e Calenda non si sono mai amati, caratterialmente “non si prendono”, e il progetto politico della fusione tra i loro due partiti appartiene al cestino dei ricordi, al punto che alle regionali in Friuli Venezia Giulia sono stati superati anche dalla lista dei No-Vax.
piero sansonetti matteo renzi 1
Quel che resta di Forza Italia dialoga ormai solo con Calenda, avendo ormai compreso che Renzi è la parte meno affidabile (e perdente) del tandem. Anche perché le grandi strategie di Matteonzo sono andate a farsi benedire: sperava, con il voto determinante per l’elezione di Ignazio La Russa a Presidente del Senato, che il suo partito potesse diventare una stampella del governo Meloni.
Ma dopo il siluramento di Licia Ronzulli e la svolta governista-tajanea degli azzurri, l’operazione è miseramente fallita, rendendo inutili i voti di cui dispone in Senato. Non serve un pallottoliere per capire che le truppe renziane sono ridotte a quattri amici al bar: intorno a Matteo ormai sono rimasti pochi fedelissimi, tra cui Bonifazi, Marattin e Boschi. Gli stessi “italiaviveur” Bonetti e Rosato vanno a corrente alternata, praticando dei distinguo rispetto alla linea del loro leader.
MATTEO RENZI ALFREDO ROMEO PIERO SANSONETTI
Capita l’antifona, e subodorando aria da fine cuccagna, anziché perdere per KO, Renzi ha preferito perdere ai punti, facendo un’inversione a U rispetto al progetto di grande stratega d’Aula.
È in questo contesto che, una settimana fa, è arrivata la proposta di diventare direttore del “Riformista” da parte di Alfredo Romeo, già coinvolto nell’inchiesta Consip con suo padre, Tiziano, e con la dentiera avvelenata verso i magistrati.
Da una parte. Dall'altra Matteonzo, rimasto invischiato nell'inchiesta della Fondazione Open, ha ingaggiato una violenta battaglia contro Travaglio e Ranucci e i giudici di Firenze, Turco e Nastasi, accusandoli di abuso di ufficio; una battaglia dalla quale è uscito con le ossa rotte.
italo bocchino marco travaglio otto e mezzo
L’elegante imprenditore napoletano, che negli ultimi tempi ha rotto misteriosamente i rapporti con il suo consigliori Italo Bocchino (anche lui venne indagato per il caso Consip), dopo aver acquisito l'Unità, dove ha piazzato il sodale Sandonetti, aveva offerto la direzione del quotidiano a due esponenti di Forza Italia, ricevendo un “no, grazie”. Alla ricerca di un profilo tra l'iper-garantista e l’anti-giustizialista, Romeo ha pensato a Renzi, che negli ultimi mesi si è costruito un perfetto identikit da randellatore di magistrati, con le sue invettive contro la Procura di Firenze.
Ricevuta la proposta, Renzi ha cominciato a far circolare voci sul suo bisogno di fare un “passo di lato”, di prendersi una pausa, di voler dedicare più tempo “per studiare, per leggere, per perdere quei dieci chili che ho preso”. Insomma, ha fatto scrivere al “Corriere della Sera” di avere necessità di un “pit-stop”, mai così provvidenziale.
Ps. Gli “addetti ai livori” hanno notato che Renzi è diventato direttore editoriale del quotidiano che per mesi ha sponsorizzato e difeso l’ex 007 Marco Mancini, attaccando i suoi principali nemici: Elisabetta Belloni e Franco Gabrielli, cioè coloro che l’hanno silurato dall’intelligence.
PIERO SANSONETTI E MATTEO RENZI IN CONFERENZA STAMPA
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piero sansonetti matteo renzi 2PIERO SANSONETTI MATTEO RENZI - RIFORMISTA