mario draghi

DAGOREPORT - DRAGHI HA PREPARATO DUE DISCORSI PER DOMANI - UNO È RIASSUMIBILE CON “NON CI STO”: E' UN "VAFFA" DE' CORE AI 5STELLE E ALL’INTERA MAGGIORANZA CHE SORREGGE IL SUO GOVERNO - L’ALTRO E’ QUELLO DEL “SÌ” MA CHE PRETENDE GARANZIE: BASTA ROTTURE DI CAZZO E STOP A SALVINI VERSIONE GUASTATORE - L’INCAUTA AFFERMAZIONE “IL GOVERNO NON C’È SENZA IL MOVIMENTO CINQUESTELLE” E’ SUPERATA DAI FATTI: TRA SCISSIONI E FUORIUSCITI, RESTA SOLO “IL PARTITO DI CONTE” - E SE CONTE ALLA FINE VOTASSE LA FIDUCIA...

mattarella draghi meme

Dagoreport

 

Aspettando il D-day, cioè Draghi-day della politica italiana, cosa si agita dietro le quinte? Stamane Mariopio ha avuto un lungo colloquio al Quirinale con Mattarella. Uno scambio di punti di vista che prevedeva anche un aspetto “tecnico”. Draghi ha ricevuto ulteriori ragguagli su regole, prassi e procedure parlamentari che saranno necessaria cornice nel caso in cui decidesse di dimettersi.

 

sergio mattarella mario draghi

Draghi ha preparato due discorsi per domani.

Uno è riassumibile con “non ci sto”. Un vaffa ai 5Stelle e all’intera maggioranza che sorregge il suo governo: un atto d’accusa all’inettitudine e all’irresponsabilità dei partiti litigiosi, pretestuosi, incapaci di leggere la realtà complessa in cui si barcamena l’Italia. E’ un discorso da sfoderare in caso di colpi di scena, di sparate dell’ultimo minuto. Anche perché, finora, Conte - dopo le mattane dei giorni scorsi culminate nel piagnisteo sulla “umiliazione politica” del M5s - non si è pronunciato in modo definitivo sulla fiducia al governo.

 

giuseppe conte mario draghi

Peppiniello Appulo, che è pure finito al policlinico “Gemelli” per intossicazione alimentare, non sa che pesci prendere. Finito nelle grinfie di Paola Taverna e Riccardo Ricciardi, Conte ha dovuto subire il dissenso da parte di quelli che l’avevano più sostenuto durante gli anni al governo: Fraccaro, Bonafede, Buffagni e D’Incà (che è molto vicino a Roberto Fico). A certificare lo spappolamento definitivo del Movimento potrebbe arrivare l’ennesima fuoriuscita di malpancisti, Davide Crippa in testa (circa 30 parlamentari). A quel punto le spoglie mortali del M5s potrebbero essere a buon diritto ribattezzate “Partito di Conte”, come Di Maio già fa da tempo per marcare una distanza non solo lessicale con il partito che vinse le elezioni nel 2018.

LE DIMISSIONI DI MARIO DRAGHI BY OSHO

 

L’altro discorso preparato da Draghi servirà ad annunciare la sua permanenza a Palazzo Chigi e il mini-programma (soprattutto economico) che impegnerà il governo fino alla scadenza della legislatura. Mariopio punterà il dito su 1) attuazione del Pnrr 2) inflazione 3) crisi energetica.

 

Certo, sarà necessario accantonare quella infelice e apodittica dichiarazione (“Il governo non c’è senza il Movimento Cinquestelle”) dal sen fuggita a un incauto Draghi, fin troppo a digiuno di politica. Non sarà neanche complesso farlo. Il M5s, tra una scissione e l’altra, è ormai un ectoplasma: rispetto al 2018 ha cambiato leader, vertici, peso parlamentare, linguaggio e obiettivi. E, vista la presenza di Conte, avrà cambiato anche tintura per capelli. Draghi avrà gioco facile nel rimangiarsi l’avventato diktat affermando che, di fatto, il M5s non esiste più. È un ologramma che aleggia solo nelle elucubrazioni machiavelliche di Ta-Rocco Casalino.

 

MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI

D’altro canto, nel discorso del “sì”, Draghi intende porre delle condizioni al centrodestra: vuole garanzie sulla reale tenuta della maggioranza. Tradotto: pretende che Salvini non rompa le palle un giorno sì e l’altro pure con le sue sparate (come la scriteriata richiesta di un ennesimo scostamento di bilancio da 50 miliardi).

 

Sergione Mattarella ha le “armi” per convincere Draghi a restare. Pare che la Mummia sicula abbia passato molto tempo al telefono in questi giorni. E che la sua zeppola sia risuonata potente nelle recchie dei suoi riottosi interlocutori…

 

mario draghi giuseppe conteu

Ps: Uno scenario analizzato al Colle è che Conte e i suoi pasdaran, alla fine, decidano di votare la fiducia nel tentativo di mettere in crisi Salvini e Berlusconi che hanno annunciato, con una nota congiunta, “è da escludere la possibilità di governare ulteriormente con i 5 stelle per la loro incompetenza e la loro inaffidabilità". Della serie: lasciamo che a far saltare il governo siano Lega e Forza Italia. Ma questo scenario potrebbe essere disinnescato alla fonte con un “no grazie” da parte di Draghi…

SALVINI MELONI BERLUSCONI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...