DAGOREPORT - DURA LA VITA PER I DIPLOMATICI IN SERVIZIO A PALAZZO CHIGI. DOPO IL GROTTESCO SILURAMENTO DI FRANCESCO TALÒ, ORA È LA VOLTA DI LUCA FERRARI, AMBASCIATORE DI PRIMO GRADO, MOLTO BEN CONSIDERATO DALLE ISTITUZIONI, DIPLOMATICO IN PAESI NEVRALGICI COME CINA E ARABIA SAUDITA – A UN FERRARI INCAZZATISSIMO, CHE PUNTAVA ALLA SEDE DI WASHINGTON, È ARRIVATA LA DESIGNAZIONE DI TEL AVIV, DOVE TAJANI AVEVA STABILITO DI MANDARE ALESSANDRO CATTANEO, STANCO DI PRENDERE ORDINI DA FABRIZIO SAGGIO - MA "L’EVITA DER COLLE OPPIO" È FATTA COSÌ: “NUN SE FIDA”, VUOLE SOLO PERSONE DI STRETTA FIDUCIA COME ELISABETTA BELLONI – COME MAI LA MELONA HA INAUGURATO LA ‘’NOTA DI PALAZZO CHIGI”…
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Dura la vita per i diplomatici in servizio a Palazzo Chigi. Dopo il grottesco siluramento di Francesco Talò dalla poltrona di consigliere diplomatico della Meloni ferita dalla gigantesca presa per i fondelli di due comici da strapazzo russi camuffati da africani, ora è la volta di Luca Ferrari, ambasciatore di primo grado, molto ben considerato dalle istituzioni, diplomatico in paesi nevralgici come Cina e Arabia Saudita, con l’incarico di coordinare e sbrigare le faccende del G7 di metà giugno a Borgo Egnazia, sostituito dal capo degli spioni Elisabetta Belloni.
Come contentino, per un Ferrari incazzatissimo è arrivata la designazione all’ambasciata di Tel Aviv, dove prenderà il posto del pensionando Sergio Barbanti e dove il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva stabilito di mandare Alessandro Cattaneo, attualmente vice di Fabrizio Saggio.
Oltre a Ferrari, un’altra vittima dei fragili otoliti della Ducetta è quindi anche Cattaneo che, una volta sottoposto a un pari grado come Saggio, non vedeva l’ora di fare le valigie da Palazzo Chigi.
Altro motivo che ha scosso il sistema nervoso di Ferrari è la destinazione: puntava infatti all’ambasciata più importante, quella di Washington. Ma l’Evita der Colle Oppio è fatta così: vuole solo persone di stretta fiducia.
Insomma, come Conte volle a suo tempo Vecchione al vertice delle Barbefinte perché si conoscevano attraverso la di lui moglie, anche lei seguace di Padre Pio, la Ducetta non un rapporto di conoscenza e di fiducia con i vari Talò, Ferrari e compagnia cantante. Così, anziché nominare persone brave e competenti, a Palazzo Chigi si preferisce affiancarsi di gente “affidabile” come Belloni.
Ex segretario della Farnesina (pur non essendo mai stata ambasciatrice all’estero), ormai pensionata (farà la sherpa al G7 a titolo gratuito), a capo del Dis fino al 2025, Belloni ha già sul groppone spietate gatte da pelare come lo scandalo Striano-Laudati e la nomina del successore di Mario Parente all’Aisi.
Ma Lady Elisabetta gode di un ottimo rapporto non solo con la premier, che la candidò all’epoca alla presidenza del Quirinale, ma anche con il presidente dell’anti-mafia Chiara Colosimo, la fratellina d’Italia con cui settimanalmente si attovaglia di sorrisi e chiacchiere.
POST SCRIPTUM
Con il caso Belloni-Ferrari, il governo Meloni ha inaugurato la ‘’Nota di Palazzo Chigi” che va ad anticipare nientemeno che la decisione della presidenza del Consiglio.
Perché comunicano che “È previsto, all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri, l’esame della proposta di assegnazione dei diplomatici di seguito elencati quali capi delle missioni diplomatiche indicate”?.
Semplice: per evitare che, tra l’anticipazione di Carrer e il conseguente pezzo di Dagospia, si mettano in moto le lobby della Farnesina.
(Per la cronaca, era già successo qualcosa di peggio anche quando fu designato Andrea De Gennaro a capo della Guardia di Finanza: nomina di pertinenza del Mef che fu annunciata da una “Nota di Palazzo Chigi” all’insaputa del ministro Giancarlo Giorgetti, in volo verso Tokyo).
elisabetta belloni foto di bacco
GIANCARLO GIORGETTI - ANDREA DE GENNARO fazzolari melonigiorgia meloni e giovanbattista fazzolariCHIARA COLOSIMO IN VACANZA IN GRECIA