GATTA ‘CIA’ COVA - DALL’INTERROGATORIO DI DE GREGORIO DIVENTA PIÙ CHIARO IL TENTATIVO DI WASHINGTON DI SFANCULARE PRODI PER LE PROTESTE ‘SINISTRE’ CONTRO LA BASE MILITARE USA A VICENZA - “L'AMBASCIATORE SPOGLI VENNE DA ME A SOLLECITARE UNA ‘POSIZIONE CONCRETA’ VERSO IL GOVERNO PRODI” - “IO SU PROPOSTA DI BERLUSCONI OFFRII A MASTELLA LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DI UN GOVERNO TRANSITORIO APPENA AVESSE STACCATO LA SPINA AL CENTROSINISTA”…

Primo Di Nicola e Telesio Malaspina per "l'Espresso"

Ecco alcune delle clamorose verità che emergono dagli interrogatori del senatore del Pdl indagato dalla magistratura di Napoli insieme a Silvio Berlusconi e Walter Lavitola per la compravendita di parlamentari che nel 2008 portò alla caduta del governo di centro sinistra. Berlusconi è sotto indagine per corruzione e finanziamento illecito ai partiti, in particolare per l'erogazione di circa tre milioni di euro allo stesso De Gregorio per sancire il suo passaggio al Pdl nel 2006.

Su disposizione della Procura di Napoli è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza una cassetta di sicurezza nella disponibilità dello stesso Berlusconi. Per procedere alla perquisizione di questa cassetta e analizzare alcuni tabulati telefonici i magistrati hanno inviato al Parlamento la richiesta di autorizzazione a procedere alla quale risulta allegato l'interrogatorio di De Gregorio del 28 dicembre 2012 di cui "L'Espresso" qui riferisce.

De Gregorio racconta ai pm come nell'estate 2007, nel corso di un pranzo da lui organizzato all'Hotel Ambasciatori di Roma, presente Enzo De Chiara, uomo legatissimo ai servizi americani, «il capo della Cia all'ambasciata» Usa di Via Veneto Robert Gorelik disse all'allora ministro della giustizia Clemente Mastella «che l'amministrazione americana avrebbe avuto riconoscenza per chi avesse messo fine» all'esperienza del governo Prodi.

Ecco alcuni passi dell'interrogatorio di De Gregorio.

PM1: Ma De Chiara era anche "trait d'union" tra Spogli e Berlusconi?

De Gregorio: No, allora, De Chiara non era "trait d'union" tra Spogli e Berlusconi, De Chiara coltivava una straordinaria amicizia personale col capo delle Forze Armate americane del sud Europa, con quello che nel 2006 comandava le Forze Armate alleate del sud Europa, qui alla base Nato di Bagnoli, e poi con i suoi successori; non credo per fatto concreti, ma semplicemente per tipo di relazione, non so da dove derivasse, l'ambasciatore Spogli lo teneva in grandissima considerazione, e qualcuno, qualche volta sono andato dall'ambasciatore Spogli in compagnia del De Chiara, qualche altra volta ci sono andato da solo, il 4 febbraio 2008, l'ambasciatore Spogli venne a casa mia e c'era stato precedentemente un'altra volta per, no, sì, sì, 4 febbraio 2008, c'era stato precedentemente un'altra volta per venirmi a sollecitare una posizione concreta nei confronti del governo Prodi, cioè una soluzione al problema di Vicenza; io gli dissi che ero troppo piccolo per lavorare sulle questioni...

Questo è l'albo d'onore del, del, di Biagio Mazzella che cucinava a casa mia, lui lo ha in originale... Ed ero troppo piccolo per poter determinare tutta questa, tutto questo cambiamento, ma che ne avrei parlato col presidente Berlusconi. E allora viene fuori una cosa, che nel 2007, quando Clemente Mastella si attribuì, nel 2006 già si era attribuito questo rapporto con me su incarico del presidente Prodi, lui mi chiamava spesso a casa sua a Lungo Tevere, in un attico a Lungo Tevere per dirmi: guarda che non c'è nessuna alternativa al governo Prodi;

io invece dicevo: guarda, Cleme', che l'alternativa ci sta, perché io ho parlato con Berlusconi che dice che puoi entrare nel suo governo, nonostante abbiate litigato. La prima volta che parlai a Mastella di Berlusconi, a Berlusconi di Mastella, lui mi disse: sì, ma io non gli parlo al telefono perché ho litigato; c'erano stati degli screzi ferali tra i due, non si parlavano più al telefono nemmeno di persona; io dissi: Preside', secondo te ora ci possiamo mettere a vedere con chi parli e con chi non parli, e, e, se Mastella è utile per dismettere la vicenda, la, la, per staccare la spina del governo Prodi, usalo! Posso dirgli che se lui è disponibile ad ascoltarti, tu gli fai una telefonata?

Dice: sì, se tu pensi che ci sia un'utilità, vai avanti. E, e, e che cosa accadde? Accadde che io andai due volte al Ministero nell'anno 2007 e, su proposta di Berlusconi, offrii a Mastella non solo la presidenza del Consiglio di un governo transitorio, nel momento in cui avesse spento, staccato la spina a Prodi per farlo tornare a casa, ammesso che ci fosse stato un governo di transizione per arrivare alle elezioni, Berlusconi era d'accordo su questo aspetto...

 

 

SERGIO DE GREGORIO - Copyright PizziSERGIO DE GREGORIO SILVIO BERLUSCONI SILVIO BERLUSCONI CLEMENTE MASTELLA jpegROMANO PRODI

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?