1- DALLA CADUTA (CON RETE SALVA IMPERO MEDIASET E MONDADORI) DEL CAVALIER POMPETTA ALLA MATTANZA IN FINMECCANICA, FINIS ANNUS HORRIBILIS PER MOLTI LOR SIGNORI 2– ALLA RAI DELL’EPURATO SADO-MASI TAGLIATA LA TESTA (MATTA) DI AUGUSTO MINZOLINI 3- BINI-SMAGHI ALLA CANNA DEL GAS: DALLA BCE DI FRANCOFORTE A SNAM GAS DI METANOPOLI 4- SCARAVENTATO SOTTO I BINARI L’ELIO(GABALO) DELLE LIQUIDAZIONI ELIO CATANIA (ATM) 5- CACCIATO DA TRIESTE (GENERALI) L’ULTIMO CESARE DEL SISTEMA BANCARIO (GERONZI) 6- SEVERA PALENZONA PER FRANCESCO GIAVAZZI, TROMBATO A CONSIGLIERE DI MEDIOBANCA 7- PONZELLINI NON SUPERA LA MEDA (PIAZZA) E PERDUTA LA BPM RISCHIA IL BIS A IMPREGILO 8- IL MANCATO GOVERNATORE DI BANKITALIA SACCO(MANNI) AFFLOSCIATO PIANGE A CETONA 9- DOPO LA MORATTI (LETIZIA) LA MALEDIZIONE DI SMIRNE ALEGGIA SUL NUOVO SINDACO PISAPIA

DAGOREPORT

1- BERLUSCONI SILVIO.
Da capocomico consumato, si defila dalla scena politica applaudendo l'attore, Mario Monti, chiamato dall'impresario del Quirinale a sostituirlo nel ruolo da lui a lungo interpretato nel teatrino romano. Del resto il Cavalier Pompetta sembra pensarla come Shakespeare che, a proposito degli attori, ammoniva: "trattali bene poiché sono i compendi e le brevi cronache del tempo".

Nel fare il passo indietro Berlusconi ha messo a riparo da un possibile baratro finanziario anche le aziende di famiglia (Mediaset-Fininvest). Così da poter guardare al futuro (primavera 2013), senza l'ansia (e la paura) di vedersi additato al Paese non come l'uomo della provvidenza in cui si riconosce, ma della disgrazia (altrui).

E da buon tycoon dello spettacolo può, una volta accommiatatosi dal pubblico, consentirsi anche una delle sue battutacce: "Vedete, per arrestare le folli corse finanziarie non basta cambiare l'autista, ma rimettere in moto la macchina".

2 - BINI-SMAGHI LORENZO.
I fratelli fiorentini se la ridono leggendo sui giornali che la carriera del ribaldo Lorenzaccio è giunta "alla canna del gas". Già, perché non è un percorso trionfale il suo: dalla Bce di Francoforte alla Snam Gas di San Donato Milanese. Un duro colpo per l'impertinente banchiere, che non voleva mollare l'incarico alla Banca centrale europea per far largo alla nomina a presidente di Mario Draghi.

Fino all'ultimo ha puntato i piedi per andare a guidare Bankitalia. Finendo per fare incazzare anche l'inquilino del Quirinale. Così agendo impunito, ha tagliato le gambe soltanto al direttore generale di via Nazionale, il candidato unico Fabrizio Saccomanni. Che alla fine del tira-e-molla ha dovuto cedere l'incarico al terzo incomodo, Ignazio Visco.

Da Francoforte a Metanapoli. Non l'ha presa bene nemmeno la moglie del neo presidente della Snam, la soave economista Veronica de Romanis. La cocca del professor Francesco Giàvazzi, che per un breve periodo è stata nominata nel consiglio degli esperti del Tesoro.

3 - CATANIA ELIO.
L'ex ingegnere dell'Ibm con master al Mit(omani) di Boston e l'hobby del doppio stipendio è stato sbalzato in corsa dalla società che gestisce i tram milanesi (Atm). Non è la prima volta che a Catania gli capita di essere scaraventato sotto i binari prima di arrivare in stazione.

Dopo due anni, nel 2006, l'Elio(gabalo) delle liquidazioni fu rimosso da presidente e amministratore delegato delle Ferrovie. Lasciando in eredità solo un deficit mostruoso.
Risultati a dir poco disastrosi che non gli impedirono d'incassare una buonuscita di 7 milioni di euro. E insieme alla grana, sempre per grazia (ricevuta) del Cavalier Pompetta, una berretta di capo-stazione all'Atm. Altro giro altra liquidazione. Paga sempre Pantalone.

4 - GERONZI CESARE.
Triste e tormentata uscita di scena del banchiere di Marino, costretto alle dimissioni dalle assicurazioni Generali e irriso in pubblico dalla scarparo a pallini Dieguito Della Valle ("arzillo vecchietto"). Subito ricambiato da Geronzi con "lui è la meglio gioventù anziana".
Per quasi vent'anni Geronzi si è ritagliato un ruolo-chiave nel mondo della finanza, orfana dei vecchi partiti. La sua è stata una sorta di supplenza esercitata prima a Capitalia e poi a Mediobanca.

Non c'è politico o imprenditore che non abbia bussato alla sua porta in cerca d'aiuto (denari). Ma al momento della caduta (anche giudiziaria) il Sor Cesare ha scoperto che quella che è alla fin fine l'amicizia: "è solo un pizzico d'onore fra mascalzoni" (Henry David Thoreau).

5 - GIAVAZZI FRANCESCO.
Ecco un altro ingegnere elettronico con il pallino dei numeri e laurea in economia, con tanto di viaggio premio tra i Mit(omani) di Boston.
Tra i "generi" celebri oggi in cattedra al "Corriere della Sera", il nostro compete con il critico accigliato della tv, Aldo Grasso.
Giavazzi ha sposato la figlia del banchiere Franco Cingano; l'ex dirigente Rai ha impalmato la primogenita di Luciano Foa, fondatore con Roberto Olivetti della casa editrice Adelphi.

Chissà se l'ombra lunga (famigliare) dell'ex presidente di Mediobanca non abbia avuto un qualche ruolo nel karakiri consumato da Già-vazzi al momento della sua bocciatura a consigliere della banca di piazzetta Cuccia. Una trombatura che forse gli servirà di Palenzona.

6 - GROSSI MARINA.
Per ora, la moglie del Guargua resta in azienda in attesa di un incarico. Dalla Selex si è dimessa prima che il consiglio d'amministrazione della società fosse allargato. Così da provocarne l'allontanamento coatto.
Anche lei dovrà diradare le nebbie giudiziarie che l'hanno avvolta tra casa e ufficio.
Marina, però, è una tosta. Da sempre è convinta, alla pari della scrittrice Agatha Cristie, che "fare la moglie devota fiacca l'intelletto". Dei guai provocati al marito, invece, non vale la pena dolersi.

7 - GUARGUAGLINI PIERFRANCESCO.
Alla fine anche lui, messo spalle al muro dagli azionisti pubblici e dalle vicende giudiziarie, ha dovuto arrendersi. Eppure è merito del vecchio Guarga se Finmeccanica ha fatto un salto di qualità nella gestione aziendale.

Certo, l'aver tra i dipendenti-manager sua moglie Marina Grossi (amministratore della Selex) è stato un handicap a dir poco pesantuccio per l'ingegnere di Castagneto Carducci. Che per la sua riconferma in piazza Monte Grappa si era speso come un leone Gianni Letta.

Lascia le sue deleghe all'ing. Orsi che fino alla caduta di Berlusconi poteva contare sull'appoggio della Lega di Bossi-Maroni. Mentre la continuità finanziaria è assicurata da Alessandro Pansa, che ha redatto, e firmato, tutti i bilanci della gestione Guarguaglini-Borgogni. O no?

8 - MASI MAURO.
Agli amici che gli sconsigliavano di lasciare palazzo Chigi per viale Mazzini, Sado-Masi replicava che era un posto più gaudente della burocratica e tristanzuola presidenza del Consiglio.
Alla fine, però, la direzione della Rai si è rivelata per lui un inferno (mediatico). Nonostante sia esperto di thai boxe, ha preso più botte (Santoro&C) di quelle date.

9 - MARCHIONNI FAUSTO.
Per quasi dieci anni ha fatto da balia ai rampolli di don Salvatore Ligresti (Jonella, Paolo e Giulia) alla guida del secondo gruppo assicurativo italiano, Fondiaria Sai.
Torinese di Scalenghe, il Cavaliere del lavoro c'è la messa tutta per salvare i conti (e la faccia) dei Ligresti.
Magari chiudendo entrambi gli occhi sulle operazioni interne alla famiglia in aperto conflitto d'interessi.

Ma, onestamente, è difficile dire "no" a don Salvatore quando neppure l'insospettabile Enrico Cuccia c'era riuscito.
Ben meritati allora i 10 milioni lordi, oltre al Tfr, ricevuti in gennaio da Marchionni al momento delle sue dimissioni.

10 - MINZOLINI AUGUSTO.
Galeotta fu la carta di credito per l'ex ragazzo di vita di Montecitorio.
Ma i dirigenti della Rai, dal presidente Paolo Garimberti alla direttora Lei (ai tempi responsabile del personale), invece di spiegare agli azionisti perché l'azienda (una normale, ovviamente) due anni fa ha messo l'uomo sbagliato nel posto sbagliato (direttore del Tg1), si sono messi a spulciare le note spese del cronista che, amabilmente, Bettino Craxi aveva ribattezzato Ridolini. Pensando d'incastrarlo come un pollo.
Comportandosi alla stregua dell'Fbi con Al Capone: non potendolo accusare dei delitti commessi l'hanno mandato in galera per evasione fiscale.

Minzolini paga il suo conto con i suoi boja (della Rai) non per aver perso audience inseguendo le mattane del Cavalier Pompetta, ma per qualche euro in più (sperperato).
Se i contabili di viale Mazzini (ri)mettessero mano ai fogli di viaggio dei loro dipendenti-giornalisti pochi di loro conserverebbero il posto di lavoro.
Nella Rai che fu di Sciupone l'Africano (Emilio Fede) in tempi passati era in azione anche una tipografia per stampare fatture d'albergo e ricevute in trattoria.
Già, campa Cavallo (di viale Mazzini) che l'abbonato paga.

11 - MORATTI LETIZIA.
La figlia prediletta di Paolo Brichetto Arnaboldi, assicuratore d'antan e uomo della Resistenza (sfiderà gli estremisti di sinistra sfilando sulla sedia a rotelle al corteo in piazza Duomo del 25 aprile), rovina dalla poltrona di Palazzo Marino alle elezioni comunali dell'ultima primavera.

Una caduta (e una data) che segna anche la fine della maggioranza nel Paese del centro-destra a guida del Cavalier Pompetta.
Anche se a Roma il centro-destra dei berluscones e la Lega di Bossi (con giornali al seguito) farà finta che non sia successo nulla nell'ex Milano da bere. Fino alla resa (annunciata dal Quirinale) d'autunno.

A Suor Mestizia, moglie del petroliere Gianmarco, succede l'onesto avvocato Giuliano Pisapia, che dopo lunghi anni di purgatorio riporta al governo della città la sinistra.
Il nuovo sindaco eredita il pesante fardello dell'Expo 2015, conquistato dalla Grande Sconfitta. Già, la maledizione di Smirne. Dal nome della città turca cui fu "scippato" l'evento-iattura (anche per i nuovi arrivati).

12 - PONZELLINI MASSIMO.
Povero Max! Una vita spensierata a nascondersi dietro incarichi più di prestigio che di reale impegno (Iri, Bei, Banca Bers) e alla fine, lui il figlio di Giulio già membro del Consiglio superiore di Bankytalia, si fa raccomandare dai sindacati interni per approdare nell'ultimo soviet bancario ancora in vita nel mondo: la Banca Popolare di Milano.
E per acciuffare quella poltrona si è fatto convincere dal suo vecchio sodale, Giulietto Tremonti, a baciare a Pontida la pantofola leghista di Umberto Bossi.
Messo fuori dal portone di piazza Meda, invece di una buonuscita Max ha ricevuto un avviso giudiziario per i prestiti di Bpm al gruppo Atlantis.
Gli restano i mattoni di Impregilo a mo' di consolazione, ma con l'aria che tira nel gruppo di costruzioni dei Gavio c'è il rischio che anche da lì presto Max-Capomastro dovrà fare fagotto.

13 - SACCOMANNI FABRIZIO.
A Cetona i suoi amici di campagna, in prima fila Cesarone Romiti, già avevano brindato alla sua promozione a governatore di Bankitalia. E anche il Quirinale aveva benedetto la sua successione in via Nazionale a Mario Draghi.
Dotato di un insolito humour britannico, quando si è visto soffiare la poltrona dal suo vice, Ignazio Visco, il Sacco(manno) si è afflosciato all'improvviso.

 

Berlusconi D'Orosmaghi e moglie by pizziELIO CATANIA CESARE GERONZIFRANCESCO GIAVAZZI MARINA GROSSI PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI Mauro Masi FAUSTO MARCHIONNIAUGUSTO MINZOLINI LETIZIA MORATTIMASSIMO PONZELLINI DAL FATTOFABRIZIO SACCOMANNI

Ultimi Dagoreport

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...