luciano benetton giuseppe conte ponte di genova

DALLA PADELLA DEI BENETTON ALLA BRACE DEI FONDI CINESI? - LA REVOCA DELLA CONCESSIONE AD AUTOSTRADE VIAGGIA VERSO UN NUOVO ''ULTIMATUM'', IL QUARANTESIMO. CI SONO TREDICI PRETENDENTI, TRA CUI VEICOLI FINANZIARI AMERICANI, AUSTRALIANI E CINESI - I 10 GIORNI DATI DA CONTE AD ATLANTIA PER ACCETTARE LE CONDIZIONI DEL GOVERNO

1 – LA REVOCA DELLA CONCESSIONE AD ASPI VIAGGIA VERSO UN NUOVO «ULTIMATUM»

Camilla Conti per “la Verità

 

«Al momento non ci sono novità su Aspi, il tema non è stato affrontato nel Consiglio dei ministri di lunedì sera». Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ieri ha liquidato così la questione a margine del suo intervento all'assemblea di Confcooperative.

 

LUCIA AZZOLINA GIUSEPPE CONTE PAOLA DE MICHELI

Eppure mancano solo tre giorni alla scadenza dell'ennesimo ultimatum lanciato dal governo Conte ai Benetton sulla revoca della concessione fissata per sabato 10 ottobre. Il conto alla rovescia è scattato, infatti, la sera del 30 settembre quando il vertice a Palazzo Chigi si è concluso con uno stallo delle trattative tra Atlantia e Cdp.

 

E l'ennesimo ultimatum, ormai poco credibile: dieci giorni per accettare l'accordo del 14 luglio, o scatta la revoca. «La questione ritorna al primo Consiglio dei ministri utile», si era limitato a commentare il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. I suoi ministri avevano fatto pure la voce grossa. «La revoca è più probabile», aveva detto la De Micheli. Le aveva fatto quello dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in un'intervista a Bloomberg: «Le trattative nelle ultime ore mi portano a dire che non solo una revoca è possibile, ma se Atlantia non si rende conto di quello che sta succedendo, è anche l'esito più probabile».

 

Il percorso, però, è assai accidentato con non pochi rischi di soccombenza legale per l'esecutivo. Tanto che di revoca non si parla nell'ultima lettera siglata dal segretario generale alla presidenza del Consiglio Roberto Chieppa e dai capi di gabinetto del ministero dei Trasporti e del ministero dell'Economia inviata ad Aspi e Atlantia, senza per altro fornire deadline temporali. Il termine di dieci giorni, filtrato alle agenzie di stampa, non trova quindi un riscontro nel documento ufficiale ma non è mai stato smentito dal governo.

 

Che preferisce concentrarsi sul nuovo Dpcm con le misure anti Covid per prorogare lo stato di emergenza piuttosto che uscire dalla palude delle trattative con Atlantia. Il governo dice di aspettarsi «un momento di lucidità» mentre l'ad di Aspi, Roberto Tomasi, in un'intervista a Il Messaggero, lunedì ha detto di essere disponibile a firmare subito l'atto transattivo, «a patto che riguardi la sola concessione. La revoca o qualunque altro provvedimento sarebbero ingiustificati e un grave danno per il Paese».

roberto tomasi autostrade per l'italia

 

Quindi, se venisse depennato l'articolo 10 dell'atto - secondo cui l'efficacia dell'accordo e la chiusura della procedura di revoca diventano effettive solo con il passaggio del controllo di Aspi a Cdp - sarebbe possibile chiudere il contenzioso. Lo stallo intanto continua. Eppure l'emergenza riguarda anche le infrastrutture. La stessa De Micheli ieri ha ammesso che «le opere ferme, ovvero pronte per aprire un cantiere ma senza un cantiere aperto, sono solo di due tipi: quelle che dipendono dal piano di Aspi e dal piano dell'A22, che sono due concessioni che hanno i problemi che voi conoscete».

 

roberto chieppa

Non solo. Un'eventuale revoca della concessione provocherebbe un default da 16,5 miliardi di euro, oltre al blocco degli investimenti e di circa 7.000 posti di lavoro. Il che, tradotto, vorrebbe dire rendere inesigibili circa 10 miliardi di debito in capo ad Aspi e altri 9 miliardi riferibili alla controllante Atlantia. Dei 19 miliardi di debito a rischio, circa 10 miliardi sono riconducibili a finanziamenti bancari. Di certo, domani, la De Micheli qualche parola sul futuro di Autostrade dovrà dirla visto che alle 13.30 terrà un'audizione davanti alla commissione Ambiente e lavori pubblici della Camera proprio sugli sviluppi del dossier.

 

 

2 – TREDICI PRETENDENTI PER  LE AUTOSTRADE NELLA CORSA SPUNTANO I FONDI USA E CINESI

Teodoro Chiarelli per “la Stampa

 

Dopo i tuoni e i fulmini che la scorsa settimana hanno agitato l'orizzonte di Autostrade per l'Italia, sulla vicenda è calata una calma irreale. Il premier Conte ha dato 10 giorni ad Aspi e alla controllante Atlantia per accettare le condizioni del governo, ma se non rombano i cannoni, neppure sembrano all'opera le diplomazie.

 

Ad ora «non ci sono novità», ha ammesso ila ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, precisando che il tema non è stato discusso nell'ultimo Consiglio dei ministri. Intanto si delinea il quadro dei gruppi industriali e finanziari, italiani e internazionali, interessati ad Aspi sulla base del percorso "dual track". Tredici, a ieri, secondo quanto risulta a La Stampa, le manifestazioni di interesse ricevute dalla holding che fa capo alla famiglia Benetton tramite la finanziaria Edizione in seguito alla "process letter" inviata dagli advisor di Aspi (Mediobanca, Bofa Securities, Merryl Linch) al mercato. Nove sono i potenziali acquirenti che hanno già firmato la lettera di riservatezza e che quindi hanno avuto accesso alla data room.

luciano benetton

 

Di questi tre realtà italiane presenti nel settore autostradale: Astm del gruppo Gavio, la famiglia di costruttori piemontesi Dogliani, in partnership col fondo di private equity londinese Circuitus e il gruppo abruzzese Toto, in partnership col fondo americano Apollo. Troviamo poi grandi società finanziarie Usa come Blackstone e KKR, la banca d'investimenti australiana Macquarie, il più importante fondo pensioni olandese PGGM, la China Merchant Bank (una delle principali istituzioni finanziarie cinesi) e l'italiana F2i.

 

Da notare che l'accesso alla data room è stato dato anche a Cassa Depositi e Prestiti già nel marzo scorso, avendo la società guidata da Fabrizio Palermo allora sottoscritto l'accordo di riservatezza. Ma Cdp non ne ha usufruito. Altre quattro manifestazioni di interesse sono giunte negli ultimi due giorni e avranno quanto prima accesso alla data room, il tempo necessario a sottoscrivere l'accordo di riservatezza. Si tratta di due fondi australiani, Stone Peak e Australian Super, del gruppo infrastrutturale, anch' esso australiano, Ifm Investors, e della società di asset management canadese Brookfield.

 

Giuseppe Conte Fabrizio Palermo

Le potenziali candidature non sono poche, soprattutto alla luce del fatto che nella lettera inviata dagli advisor a chi si vuole candidare per poi formulare un'offerta non vincolante la holding spiega che «non è prevista la manleva», chiesta da Cdp per i danni del crollo del ponte Morandi di Genova. La manleva e l'articolo 10 dell'atto transattivo, che vincola la vendita di Aspi a Cdp, sono i due scogli che bloccano un accordo tra i Benetton e il governo che minaccia di revocare la concessione. L'ultimatum di Conte è del 30 settembre: i 10 giorni stanno per scadere.

 

 

Ultimi Dagoreport

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...