ENRICHE’, DATTE NA MOSSA - SQUINZI SBATACCHIA LETTA: "DEVE AVERE PIÙ CORAGGIO, CON QUESTO RITMI TORNEREMO AI LIVELLI PRE-CRISI NEL 2021, OPPURE ANDIAMO A VOTARE"

Fabrizio Ravoni per "il Giornale"

Giorgio Squinzi si definisce «un uomo di sport». E in questa veste assegna «un cartellino giallo» al governo. Oltre a essere il patron del Sassuolo, il presidente della Confindustria ama le due ruote: andava pure in bicicletta con Romano Prodi. E non è un caso che i due condividano l'analisi nei confronti del governo Letta.

Il leader degli industriali chiede «un cambio di passo deciso» al governo. «Oppure è meglio andare a votare», consiglia. Deve avere «più coraggio - dice all'Annunziata a In 1/2 ora - Perché per grazia divina la condizione economica non cambia». Con formule lessicali diverse è lo stesso consiglio che Romano Prodi fa al premier, «suo» sottosegretario alla presidenza del Consiglio. In un'intervista al Corriere della Sera dice che «deve tentare una sortita. Deve prendere iniziative anche contestate».

In realtà - aggiunge Squinzi - «questo governo, che abbiamo sostenuto e appoggiato all'inizio, è troppo timido nel dare soluzioni e nello spingere il Paese nella direzione giusta». E cita il caso della riduzione del cuneo fiscale. «Avevamo chiesto 10 miliardi; cinque ci sembravano possibili. Ne abbiamo ricevuto appena uno».

«La crisi è dietro le spalle», sostiene Letta ad Abu Dhabi. Con questi ritmi di crescita, però - gli risponde Squinzi - torneremo ai livelli pre-crisi, cioè al 2007, solo nel 2021. «Quest'anno il Centro studi di Confindustria prevede una crescita dello 0,7%: numeri che non ci fanno guardare con ottimismo al futuro».

Nel Golfo Letta dice di non aver letto l'intervista di Romano Prodi. In compenso, risponde a Squinzi. «È bene - osserva - che ognuno faccia il proprio lavoro al meglio; e, quindi, mi aspetto - come sono certo che avverrà - che Confindustria aiuti il pil del Paese».

In realtà, l'attività di governo (oltre agli impegni internazionali del presidente del Consiglio) è ferma. Bloccata e, come non mai, subordinata dai lavori parlamentari sulla legge elettorale. Enrico Letta, dopo averlo verificato con le forze di maggioranza, ha elaborato un nuovo programma di governo. L'unico partito con cui non l'ha discusso è proprio con il suo partito, il Pd.

Matteo Renzi ha fatto chiaramente capire che non prende in considerazione alcun nuovo programma di governo, se prima la Camera non approva la riforma elettorale. Così, ha cancellato le direzioni di partito che avrebbero dovuto discutere il tema caro a Letta. Di riflesso, il premier non può presentare alle Camere il programma del nuovo governo se prima non lo esamina con l'azionista di maggioranza della coalizione, il Pd.

Nella sostanza, il governo Letta è ostaggio di questa situazione di surplace politica. E, per certi aspetti, la sta cercando di usare a suo vantaggio. Se Montecitorio dovesse allungare i tempi di approvazione della riforma elettorale a fine mese, il governo potrebbe presentare il nuovo programma (e con esso la nuova squadra) a marzo. Quindi a ridosso dell'ultima finestra utile per far coincidere le elezioni anticipate con quelle Europee di maggio.

Superata quella finestra, il premier potrebbe avviare un Letta-Bis indipendentemente dal fuoco «amico» che gli potrebbe piovere contro da Renzi. Con un piccolo particolare. Il governo ha già sfruttato un mese di tempo, gennaio, senza lanciare misure per la crescita. Se dovesse andare il porto l'operazione, i primi interventi arriverebbero in aprile. Sempreché il 1° marzo Eurostat fotografi il deficit 2013 sotto il 3%.

 

Squinzi GIORGIO SQUINZI LETTA E AL NAHYAN d f a bad c fd c bebbbfa e e df b e b e a

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …