vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

“ELLY SCHLEIN? EL... ELL... CHI? CHI DOVREI SENTIRE? C’È QUALCUNO CHE SIA IN GRADO DI PARLARE CON KIM JONG-UN?” - VINCENZO DE LUCA NON DEMORDE SUL MANDATO TRIS E VA ALLA GUERRA CON LA SEGRETARIA MULTIGENDER DEM: “E’ FINITA? NO, E’ APPENA COMINCIATA. IO ASPETTO, L’ATTESA FOR-TI-FI-CA. ALCUNI IMBECILLI DEL MIO PARTITO PONTIFICANO, SENZA NEPPURE SAPERE DOV’È LA CAMPANIA. MA NON MI FACCIO AGGREDIRE DA QUELLE BELVE DEL PD" - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE – “IN QUESTA REGIONE IL PARTITO È COMMISSARIATO... ANZI, SEQUESTRATO, DA DUE ANNI. LO STATISTA MISIANI…” - LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO…DAGOREPORT

Fabrizio Roncone per corriere.it - Estratti

 

vincenzo de luca

L’agguato (giornalistico) a Vincenzo De Luca, Granduca di Campania, è organizzato in via Toledo, tra le luci sempre accese delle jeanserie e il profumo alla vaniglia delle sfogliatelle appena sfornate, perché i turisti sono famelici e mangiano di tutto a tutte le ore, «sfugliatèlle» e «ricce» e pizza fritta anche adesso, a metà pomeriggio, davanti la sede delle Gallerie d’Italia, dove l’Ansa sta per presentare il volume fotografico dell’anno appena trascorso e i fotografi e i cameraman scappano su al primo piano per seguire il sindaco Gaetano Manfredi e pure Roberto Fico, grillino sulfureo, a lungo rintanato, ma ora di nuovo rampante, s’è rimesso la cravatta e, dopo esser stato prima importatore di tessuti e poi persino presidente della Camera, tenta un nuovo colpaccio (dopo vedremo quale).

 

Il Granduca è in ritardo.

Non vuole mischiarsi con quei due, dicono.

 

VINCENZO DE LUCA VS ELLY SCHLEIN - ILLUSTRAZIONE IL FATTO QUOTIDIANO

È nel pieno di una campagna elettorale personale e visionaria, con lampi di rabbia, gonfia di passione. In attesa che la Corte costituzionale si esprima sulla legittimità della legge che apre al (suo) terzo mandato (pronunciamento atteso per la fine di aprile), il Granduca ha già cominciato la partita. Sa che può essere quella finale. Ha tutti contro: la sua segretaria Elly Schlein e buona parte del partito lo considerano un satrapo ingombrante, i 5 Stelle lo detestano, ai compagni di Avs, Fratoianni e Bonelli, fa venire le bolle. Solo con Renzi va abbastanza d’accordo (certe tipologie umane, in politica, quasi sempre s’annusano, e si piacciono). Ma Renzi è troppo poco.

 

VINCENZO DE LUCA

Avvicinalo con molte precauzioni, soffiano premurosi: il presidente è bizzoso, può rivelarsi brutale o accogliente, preparati allo sguardo vitreo e alla voce tremante, a proclami minacciosi, a raptus metaforici. Ti ritroverai dentro un situazionismo magnetico e tragico. Non provocarlo. Soprattutto, non nominargli Elly.

 

Eccolo. Viene avanti con le mani in tasca, indossa un cappotto corto e nero, ha il suo ghigno caratteristico, ben oltre l’imitazione di Maurizio Crozza.

 

Buonasera, presidente: da quant’è che non sente Elly Schlein?

«El... Ell... Chi? Chi dovrei sentire? Secondo lei, mi dica, era possibile ragionare con Breznev? C’è qualcuno che sia in grado di parlare con Kim Jong-un?» (i tre della scorta dietro, e lui che punta il bar, al piano terra: ordina una bottiglia d’acqua, si siede). «Io non parlo di politica politicante. Non parlo con quei farisei del Pd… A-ni-me-mor-te interessate solo a stringere accordi e accordicchi di bieco potere. Gente che a Roma trama e decide spartizioni...».

antonio misiani foto di bacco (2)

 

Ragioniamo. Lei è intenzionato a candidarsi comunque, anche se la Consulta dovesse esprimere parere negativo?

«Io aspetto, l’attesa for-ti-fi-ca».

 

Sa che il Pd, per cercare di tagliarla fuori, sta pensando di scegliere un candidato prima della sentenza?

«Cosa decidono? Dove? La verità è che questa storia del terzo mandato è solo una volgare ipocrisia della signora... Perché no, dico: io sarei un problema, mentre Andrea Orlando, tre volte ministro, parlamentare per cinque legislature, può invece essere candidato a governatore della Liguria, dove per altro perde? Lasci stare. Alcuni imbecilli del mio partito pontificano, senza neppure sapere dov’è la Campania. Io invece parlo alla mia comunità...».

 

E cosa gli dice?

«Parlo con i fatti. Sto risolvendo problemi biblici. 

 

VINCENZO DE LUCA

(...)Ma i capi e capetti del Nazareno queste cose non le sanno, perché qui non si sono mai visti». Con la Schlein, qui a Napoli, vi siete però incontrati due volte. «E... ll... y… Arrggg...» (qui, il Granduca emette un suono gutturale).

 

Va bene, cambiamo discorso. L’onorevole Ruotolo sostiene che, nel Pd locale, esiste una questione morale.

«O-no-re-vo-le? Non diffami il concetto di onore».

 

Vi hanno arrestato pure il tesoriere, presidente. Fatture false e riciclaggio. «Guardi che in questa regione il partito è commissariato... Anzi, sequestrato, da due anni. Lo statista Misiani... La signora Camusso... Perché non sono andati in Procura?» (ora De Luca si alza: 75 anni portati come un leone, grinta strepitosa).

 

de luca schlein

L’ipotesi di eventuali primarie?

«Io sono un uomo libero. Non mi faccio aggredire dalle belve del Pd».

 

(...)

 

Allora, ipotesi numero uno: la coalizione di centrosinistra trova un nome su cui convergere prima che arrivi la sentenza della Consulta (l’ideale sarebbe il magistrato Raffaele Cantone, che ha già detto di non essere disponibile: ma che, forse, con una candidatura sostenuta con forza da tutti, come fu per Manfredi, potrebbe ripensarci). In questo caso, se la Consulta poi bocciasse l’ipotesi del terzo mandato, De Luca sarebbe politicamente finito; se, invece, gli desse ragione, De Luca potrebbe candidarsi da solo alla guida di un terzo polo, ma mettendo nei guai il figlio Piero, deputato del Pd (paziente e in odore di santità), oppure potrebbe trattare qualcosa, ma sarebbero briciole.

VINCENZO DE LUCA

 

Ipotesi numero due: il centrosinistra un candidato non riesce a trovarlo (scenario possibile e probabile, conoscendo le ambizioni sfacciate di Fico, che al Pd però non piace, o la disponibilità di Sergio Costa, che sembrerebbe troppo legato allo stesso De Luca). In questo caso, se la Corte costituzionale esprimesse parere negativo, De Luca può comunque sedersi al tavolo delle trattative con un peso importante, e trattare più soluzioni, tipo: spingere per candidare Costa, oppure chiedere di tornare a fare il sindaco di Salerno. Se, al contrario, la Consulta dicesse sì, va bene, De Luca può fare il governatore per un terzo giro, per lui sarebbe un vero trionfo.

VINCENZO DE LUCA

 

Il sogno realizzato di un ex grigio dirigente comunista che inizia la scalata al potere riuscendo a prendersi Salerno per quattro volte (la prima, nel 1993), sindaco con effetti speciali, i manganelli ai vigili urbani («Il manganello — disse — è un commovente oggetto di persuasione») e le fontane d’acqua nelle piazze, una smorfia di puro scherno per ogni inchiesta giudiziaria, per ogni soprannome: «Fidel», «Sceriffo», «O’ Faraone» e, infine, «Il Granduca», da quando pensa che, scomparso il Regno dei Borboni, queste terre siano diventate sue.

 

Spavaldo e arrogante, pittoresco e ferocemente in carriera, notte e giorno, un mese, un anno dopo l’altro. Lo attaccano, e lui gode. Lo minacciano, e lui gode anche di più. Gli dicono che è finita, e lui ringhia: «No. Qui è appena cominciata».

Articoli correlati

DAGOREPORT - VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA...

nicola salvati

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump - immagine creata con grok

DAGOREPORT – CHE FINE HA FATTO IL FANTOMATICO "PONTE" CHE MELONI SOGNAVA DI CREARE TRA USA E UE? PRIMA DEL VERTICE BY MACRON, LA DUCETTA AVREBBE AVUTO LA TENTAZIONE DI CHIAMARE TRUMP, MA POI CI HA RIPENSATO. PERSINO LEI HA CAPITO CHE DALL'"IMPERATORE DEL CAOS" AVREBBE RICEVUTO SOLO ORDINI, VISTO CHE CONSIDERA I PAESI EUROPEI SOLO DEI VASSALLI - DAVANTI A UN PRESIDENTE AUTORITARIO CHE DIFFONDE MENZOGNE E RIBALTA LA REALTÀ (“ZELENSKY È UN DITTATORE MAI ELETTO. L’UCRAINA NON DOVEVA INIZIARE LA GUERRA. L'EUROPA HA FALLITO”), SIAMO SICURI CHE L’ANTIPATICO GALLETTO FRANCESE MACRON E L’EUROPA MATRIGNA (CHE COMPRA BTP E DA' 209 MILIARDI DI PNRR) SIANO PEGGIO DI UN INAFFIDABILE AFFARISTA TRAVESTITO DA PRESIDENTE?

donald trump bin salman zelensky putin xi jinping

DAGOREPORT - CHE COSA FRULLA NEL CAPOCCIONE DI DONALD TRUMP? QUAL E' IL SUO PIANO PER UN NUOVO ORDINE MONDIALE, A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA? - L'AFFARISTA FATTOSI PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI È CONVINTO CHE RILEGITTIMANDO LA RUSSIA DI PUTIN COME POTENZA MONDIALE, MOSCA SI SLEGHI DALL’ABBRACCIO COL SUO NEMICO N°1, LA CINA, E MOLLI L’IRAN AL SUO FATAL DESTINO - MA IL TRUMPONE LA FA TROPPO FACILE, AL PUNTO DA PROVOCARE PERPLESSITÀ IN UN ALLEATO DI FERRO COME IL SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN (NON E' UN CASO CHE RIAD OSPITI IL VERTICE PER LA PACE IN UCRAINA, ANZICHE' NELLA NEUTRALE SVIZZERA) – IL DIALOGO IMMAGINARIO TRA IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA E “THE DONALD” E TUTTE LE VARIABILI CHE TRUMP NON PRENDE IN CONSIDERAZIONE: DALLA REAZIONE CINESE ALLA DEPORTAZIONE DI DUE MILIONI DI PALESTINESI, DALLE SPACCATURE NELL’ISLAM A TAIWAN, PASSANDO PER L'EUROPA...

mediaset matteo salvini marina berlusconi piersilvio giorgia meloni paolo del debbio mario giordano nicola porro

DAGOREPORT – MATTEO SALVINI ATTACCA MARINA BERLUSCONI, REA DI AVER LIQUIDATO TRUMP COME "BULLO", PERCHÉ A MEDIASET NON SE LO FILANO PIÙ: IL CLUB DEGLI ''AMICI DI GIORGIA'' (PORRO-DEL DEBBIO-GIORDANO, CAPITANATO DA SALLUSTI) LO HA ESTROMESSO DAI TALK DI RETE4 – L’INTERVISTA RILASCIATA DALLA CAVALIERA AL ''FOGLIO'' È UN MANIFESTO PER LA FORZA ITALIA GUIDATA DALL'INETTO TAJANI, MARCANDO COSI' LA SUA DISTANZA DA MELONI. E ANCHE DA CHI IN MEDIASET, SUONA OGNI SERA LA GRANCASSA ALLA DUCETTA (E INFATTI LE PAROLE DELLA FIGLIA PREDILETTA DI SILVIO BERLUSCONI HANNO INDISPETTITO IL POCO CORAGGIOSO PIER SILVIO…)

giorgia meloni vertice parigi eliseo emmanuel macron

DAGOREPORT- PER CAPIRE COSA È SUCCESSO AL VERTICE PARIGINO DI MACRON, BASTA VEDERE IL VOLTO INGRUGNITO DI GIORGIA MELONI - PER DARE UN SEGNALE A TRUMP DEL SUO STATO D’ANIMO ALLA ‘’CONVOCAZIONE’’ DEL PRESIDENTE FRANCESE, È ARRIVATA ALL’APPUNTAMENTO CON UN’ORA DI RITARDO, PER POI PRODURSI IN UNA FIGURA BARBINA QUANDO HA AFFERMATO DI NON ESSERE D’ACCORDO SULL’IDEA DI PROPORRE UNA VIA EUROPEA AL CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA: L’UNIONE DA SOLA NON VA DA NESSUNA PARTE, QUINDI OCCORRE ‘’RAGIONARE’’ CON TRUMP. A QUEL PUNTO, LA PREMIER MUSK-ERATA SI È RITROVATA ISOLATA, CON I PRESENTI CHE IN CORO LE HANNO FATTO PRESENTE CHE, FINO A PROVA CONTRARIA, È IL PRESIDENTE AMERICANO CHE NON INTENDE “RAGIONARE” CON L'EUROPA (VEDI LE TRATTATIVE RUSSIA-USA IN CORSO A RIAD...)

giorgia meloni donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI NON AVEVA ALCUNA VOGLIA DI VOLARE A PARIGI AL VERTICE ORGANIZZATO DA MACRON PER L’UCRAINA (E SI VEDEVA), MA HA DOVUTO ABBOZZARE – IL TOYBOY DELL’ELISEO HA APPARECCHIATO UN TAVOLO CON TUTTI I PRINCIPALI LEADER EUROPEI (PIÙ IL BRITANNICO STARMER, PRIMO CONTRIBUTORE DI KIEV, DOPO GLI USA) E LA DUCETTA NON POTEVA DISERTARE – A CONVINCERLA È STATO ANCHE IL PRESSING DELLA "FIAMMA MAGICA", CHE LE HA FATTO NOTARE CHE NON PRESENZIARE L’AVREBBE ISOLATA COMPLETAMENTE. MEGLIO PARTECIPARE, E MARCARE LA PROPRIA DISTANZA AGENDO COME “DISTURBATRICE” TRUMPIANA. E COSÌ È STATO – IL PIANO DI TRUMP: RIAVVICINARE PUTIN ALL’ORBITA EURO-ATLANTICA PER LASCIARE SOLO XI JINPING...