de luca

“TRA 15 GIORNI DECIDIAMO SE CHIUDERE LA CAMPANIA” - DE LUCA RIPRENDE IL LANCIAFIAMME E MINACCIA DI BLOCCARE GLI SPOSTAMENTI TRA REGIONI: “CI REGOLEREMO ANCHE SUI CONTAGI NEL RESTO D'ITALIA” - IL GOVERNO PERO’ ESCLUDE CHE SI POSSA TORNARE ALLA CHIUSURA DEI CONFINI REGIONALI - IL PIANO E’ UN ALTRO: INTERVENIRE CON ZONE ROSSE CIRCOSCRITTE, NELLE AREE FOCOLAIO - ANCHE ALTRI GOVERNATORI, ZINGARETTI IN TESTA, CONTRARI ALLA LINEA DE LUCA… - VIDEO

 

Mauro Evangelisti e Alberto Gentili per “il Messaggero”

 

vincenzo de luca

Nel giorno in cui l'Italia si avvicina ai mille casi giornalieri, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, dice: chiudo tutto. Più correttamente: «A fine agosto vedremo se chiedere o no al governo di ripristinare la limitazione della mobilità tra Regioni. Lo decideremo tra 15 giorni con grande determinazione, salvo i casi di motivi di lavoro o di salute. Ci regoleremo anche sui contagi nel resto d'Italia». Dal governo c'è freddezza rispetto a questa fuga in avanti. Sia Roberto Speranza (Salute), sia Francesco Boccia (Affari regionali) escludono che possa essere decisa la chiusura dei confini tra Regioni.

 

roberto speranza

Il piano è un altro: intervenire chirurgicamente, con zone rosse circoscritte, nelle aree in cui dovessero svilupparsi focolai complicati e fuori controllo. In un paese o in un quartiere ci sono 200-300 casi e l'incremento non si ferma? Si chiude quella zona, non tutta una Regione. In più, nel governo si fa notare che l'Italia ha una situazione migliore rispetto agli altri Paesi europei e che siamo lontani dalla saturazione del sistema sanitario. Da Palazzo Chigi è stato anche fatto circolare un grafico in cui si evince che la curva dei nuovi casi nel nostro Paese sta salendo in modo molto meno marcato rispetto al resto d'Europa.

 

PRUDENZA

NICOLA ZINGARETTI

E non è solo l'esecutivo nazionale. Anche gli altri governatori non condividono la linea di De Luca. Nel Lazio, la linea del presidente Nicola Zingaretti, ma anche dell'assessore alla Salute, Alessio D'Amato, punta su altro: dobbiamo vigilare sull'incremento dei casi, causato soprattutto dal rientro delle ferie, eseguire tutti i tamponi necessari, circoscrivere i focolai, se servisse anche intervenire con zone rosse locali. Ma chiudere i confini, ad oggi, non è all'ordine del giorno.

 

Dalla Sicilia, il presidente Nello Musumeci, osserva: «È un provvedimento estremo, quello a cui pensa il collega De Luca, che peraltro potrebbe riguardare tutto il territorio nazionale. Per questo credo vada concordato in sede di Conferenza delle Regioni con lo Stato, tenendo conto dell'evoluzione che subirà il dato epidemiologico nelle prossime giornate». Non è una totale chiusura alla idea di De Luca, mentre altri governatori del centrodestra sono invece molto più perplessi. Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia: «Io ho chiuso la mia Regione quando eravamo ancora a zero casi, ma oggi avrebbe poco senso. Anche perché per noi il problema principale è rappresentato dagli immigrati irregolari positivi».

 

nello musumeci

In Liguria, frena il governatore Giovanni Toti: «Nonostante i contagi siano aumentati, i dati più importanti, ovvero quelli che riguardano gli ospedalizzati, le rianimazioni e i decessi, non preoccupano, al momento. Ritengo quindi prematuro pensare a un'ipotesi del genere che taglierebbe le gambe soprattutto al settore del turismo che ha già dovuto rinunciare a buona parte della stagione. In Liguria la situazione è stata tenuta sotto controllo grazie al tracciamento tempestivo dei casi. Vengono eseguiti i tamponi per chi rientra dalle zone più a rischio ma bisogna imparare a convivere con il virus, senza farsi fermare dal terrore, tenendo sempre alta la guardia e rispettando le regole che abbiamo tutti imparato in questi mesi».

giovanni toti con gli occhiali arancioni

 

VIGILARE

Anche in Abruzzo per ora non seguono De Luca. Dice il presidente Marco Marsilio: «In questo momento non ha senso parlare di chiusura dei confini delle Regioni. Io dico: vigiliamo sull'epidemia, con attenzione, ma oggi le condizioni per un provvedimento di quel tipo non ci sono, vediamo due settimane. Come diciamo e facciamo sempre, oggi dobbiamo tracciare i casi, fare i tamponi, isolare i focolai. Nervi saldi». E dalla Sicilia Musumeci osserva che il problema, dal suo punto di vista, sono i positivi tra gli immigrati che sbarcano a Lampedusa: «Abbiamo altri 38 infetti, non capisco perché il Governo non chiuda i porti italiani e non prevede lo stato di emergenza per l'isola di Lampedusa».

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