rampini cina xi jinping

"SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO XI JINPING NON VUOLE RENDERE CONTI A NESSUNO" - IL DEBUTTO DI FEDERICO RAMPINI SUL "CORRIERE": "LA CINA NON È DISPOSTA AD ABBANDONARE LE ENERGIE FOSSILI, SE QUESTO IMPLICA RINUNCE SULLA CRESCITA ECONOMICA. XI JINPING E' INSOFFERENTE ALLE PREDICHE DEI GOVERNI OCCIDENTALI MA LA LOTTA ALL'INQUINAMENTO SI DECIDE IN CINA, RESPONSABILE PER IL 28% DELLE EMISSIONI PLANETARIE DI CO2, PIÙ DI EUROPA E AMERICA MESSE INSIEME. PERÒ IL "REALISMO AMBIENTALISTA" DI XI, CHE RIFIUTA DI SACRIFICARE LA CRESCITA ECONOMICA, SI CANDIDA A RACCOGLIERE CONSENSI FRA LE NAZIONI EMERGENTI, E NEI CETI MEDIO-BASSI DEI PAESI OCCIDENTALI…"

Federico Rampini per il "Corriere della Sera"

 

FEDERICO RAMPINI

La decisione di Xi Jinping di partecipare solo a distanza ai vertici globali di Roma e Glasgow è gravida di conseguenze per il resto del mondo. Per decifrarne i significati va ricordato che il presidente cinese non viaggia all'estero da 21 mesi. Si autoinfligge una delle restrizioni che cambiano la vita dei cinesi. La Cina è ormai l'unica grande nazione a inseguire l'obiettivo irrealistico del «Covid zero», l'eliminazione totale del virus. I metodi sono estremi.

 

xi jinping 1

È bastato che una sola visitatrice di Disneyland-Shanghai risultasse positiva al test, per costruire attorno al parco divertimenti un cordone sanitario che ha bloccato decine di migliaia di persone. Pochissimi viaggiatori positivi hanno relegato in una quarantena dura tutti i passeggeri di due treni ad alta velocità. Xi Jinping vuole mostrare di non essere al di sopra delle regole.

 

Il Covid è diventato l'occasione per sospendere a tempo indefinito una delle libertà di cui godevano i cinesi: viaggiare all'estero. È uno dei segnali che questa Cina si ripiega su se stessa, o quantomeno vuole ridefinire le condizioni della sua partecipazione all'economia globale: ci sta solo alle sue condizioni e con le sue regole. La partecipazione a distanza al G20 e alla Cop26 rientra in questa logica.

 

CAMBIAMENTO CLIMATICO

La diplomazia della sedia vuota e del videostreaming coincide con una battuta d'arresto nella transizione cinese verso un'economia a zero emissioni. Sul cambiamento climatico Xi non vuole rendere conti a nessuno. A casa sua affronta una crisi energetica ancora più grave di quella che colpisce l'Europa. La ripresa dell'economia cinese e il boom delle esportazioni verso il resto del mondo si sono scontrati con il vincolo dei carburanti e della corrente. Penurie di benzina e gasolio hanno provocato i primi razionamenti. Dei blackout elettrici hanno costretto a chiudere fabbriche, e da due mesi la produzione industriale cala.

 

emissioni

Xi cerca aiuto dalla più inquinante di tutte le fonti: il carbone. Ha rimesso in servizio miniere di carbone dismesse, al punto che questa produzione aggiuntiva supera tutto il carbone estratto in un anno in Europa occidentale. Già prima di queste misure di emergenza la Cina con il 60% del suo fabbisogno energetico legato a questa fonte consumava da sola più carbone di tutto il resto del mondo. Xi non rinuncia ai suoi piani sulle tecnologie sostenibili. La sfida ambientalista lui la interpreta in chiave geostrategica, come la competizione per dominare le tecnologie del futuro.

 

proteste contro il cambiamento climatico

La Cina ha già conquistato una supremazia mondiale nei pannelli solari (dove le sue esportazioni sottocosto hanno fatto fallire tanti concorrenti occidentali), nell'eolico, nelle batterie; punta verso un semi-monopolio nelle terre rare e nei metalli indispensabili alla produzione di auto elettriche. Prosegue con i suoi piani ambiziosi nel nucleare che considera a pieno titolo come una fonte rinnovabile. Ma Xi non è disposto a bruciare le tappe nell'abbandono delle energie fossili, se questo implica delle rinunce sulla crescita economica, il benessere, la stabilità sociale del suo Paese.

 

EMISSIONI DI CARBONIO

La sua assenza fisica dal G20 e da Glasgow tradisce anche l'insofferenza verso le prediche dei governi occidentali o gli slogan apocalittici. Questa presa di distanza ha un peso sostanziale perché la lotta all'inquinamento si decide in Cina, già oggi responsabile per il 28% delle emissioni planetarie di CO2, più di Europa e America messe insieme. Nell'immediato la posizione di Xi ha creato un'opportunità per Joe Biden. Nel sospendere i dazi contro l'acciaio e l'alluminio europeo, Biden ha introdotto il principio di una tassazione ambientalista contro «l'acciaio sporco», quello prodotto in Cina con altiforni a carbone. L'idea di una carbon tax alla frontiera, un dazio verde, circolava già in Europa.

rampini

 

La Cina produce il 56% dell'acciaio mondiale, anche in questo settore ha conquistato un ruolo soverchiante. Le convergenze atlantiche prefigurano un nuovo protezionismo che viene incontro a una richiesta ambientalista: l'esigenza di fermare quella corsa al ribasso per cui il commercio internazionale ha consentito di aggirare le regole contro l'inquinamento. Come la global minimum tax vuole invertire decenni di favori alle multinazionali nei paradisi fiscali, così il dazio verde si candida a ostacolare la delocalizzazione delle produzioni sporche negli inferni ambientali.

xi jinping

 

La diplomazia a distanza di Xi segna un'era diversa rispetto a cinque anni fa, quando al World Economic Forum di Davos il presidente cinese era parso l'anti-Trump, il difensore della globalizzazione contro i sovranismi. Però il suo «realismo ambientalista», che rifiuta di sacrificare la crescita economica, ha una risonanza ampia, si candida a raccogliere consensi fra le nazioni emergenti, e nei ceti medio-bassi dei Paesi occidentali.

decarbonizzazione TERRAle emissioni di co2EMISSIONI GAS

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...