“DECIDE GIORGIA” – IL DEMOCRISTIANISSIMO RAFFAELE FITTO NON COMMENTA LE VOCI DI UN SUO TRASLOCO A BRUXELLES COME SUPER-COMMISSARIO ALLA COESIONE E AL PNRR. DEL RESTO, PROPRIO IL SILENZIO È STATO LA SUA FORZA IN QUESTI MESI, IN CUI HA DOVUTO LAVORARE A TESTA BASSA SUL RECOVERY, PROVANDO A GESTIRE LE MATTANE DEI “FRATELLI DI GIORGIA” – FIGLIO D’ARTE (SUO PADRE, DON TOTÒ, È STATO GOVERNATORE DELLA PUGLIA PRIMA DI LUI), L’EX “BAMBINO” DELLA POLITICA HA UN OTTIMO RAPPORTO CON URSULA. MA COME SOSTITUIRLO?
1 - ORBÁN SHOW: "NO A ECR, NO A QUESTA COMMISSIONE". E MELONI TRATTIENE IL FIATO
Estratto dell’articolo di Simone Canettieri per “il Foglio”
giorgia meloni raffaele fitto 2 giugno 2023
[…] Non è un caso che dalla stanza dell’incontro esca prima di tutti Raffaele Fitto, indiziato per il nuovo ruolo brussellese. Dimagrito (come diversi ministri del governo Meloni, tutti di FdI) e sempre cauto. I cronisti lo salutano con un “ciao, commissario”, lui, curiale, risponde “fate i bravi”. E se ne va. Resta da ascoltare la coppia Meloni-Orbán.
2 - «DECIDE GIORGIA», IL MANTRA DI FITTO CHE ASPETTA L’EUROPA TRA LEALTÀ E SILENZI
Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
Se gli riuscirà il colpaccio di traslocare da Roma a Bruxelles, sarà anche grazie a una virtù che gli amici gli riconoscono e i nemici gli invidiano. Raffaele Fitto è un politico che sa stare zitto. Non straparla in tv, non straborda sui social e non va a caccia di interviste, l’esatto opposto di tanti suoi colleghi di governo.
Avvicinato sotto Palazzo Chigi dai giornalisti, che volevano sapere se sarà lui il commissario italiano in Europa, il pettinatissimo superministro del Pnrr si è portato l’indice sul mento e lo ha piantato lì, istantanea del leader indaffarato e schivo: «Adesso abbiamo la cabina di regia, il Cdm, la conferenza stampa...». Sì, ma ha le valigie pronte? «Buon lavoro, grazie».
raffaele fitto ursula von der leyen
Più l’Europa si avvicina, più Fitto si mostra lontano dal traguardo. Il suo mantra è «decide Giorgia», impasto democristianissimo di lealtà, diplomazia e scaramanzia. E se la premier Meloni ancora non ha deciso, è perché la assillano i dubbi. È «un fuoriclasse» e non vorrebbe privarsene.
[…] la storia politica dell’ex «Bambino» della politica pugliese è lunga decenni. Il padre Salvatore Fitto, potentissimo presidente della Regione ribattezzato Don Totò, muore nel 1988 in un incidente stradale. Raffaele è un «rampollo» di 19 anni e a 20 balza dal banco del liceo a quello di consigliere regionale, eletto con la Democrazia cristiana e protetto dalla mamma, Rita Leda Dragonetti. Come ha più volte raccontato, «la mia vita cambiò in un minuto». Dal ciuffo alla Alan Sorrenti giovane, alla riga da una parte.
Dalle camicie svolazzanti, ai cravattoni azzurri. Dalla passione per le moto, all’amore per le preferenze: 284.547 in una sola circoscrizione alle Europee del 2014. Ha militato nella Dc, nel Ppi, nel Cdu, nei Cristiani democratici per la libertà, da lui fondati e poi confluiti in Forza Italia. È stato deputato con FI e con il Pdl e ministro con Berlusconi. Ha rotto con il Cavaliere e presieduto Noi con l’Italia, fino ad approdare in FdI.
[…] Belle vittorie: nel 2000 si prende la Puglia, il più giovane presidente di sempre. Clamorose sconfitte: nel 2005 Niki Vendola lo batte per 14 mila voti e nel 2020 perde contro Michele Emiliano. E svariate ripartenze, che ama raccontare con metafore evangeliche: «Sono morto e risorto tre o quattro volte».
NICHI VENDOLA - RAFFAELE FITTO
Questa volta il volo a Bruxelles non sarebbe una resurrezione, perché Fitto non è mai stato così vivo. La premier lo ha ringraziato proprio ieri, […] senza rivelare quel che gli avrebbe detto faccia a faccia: «Raffaele, non possiamo rischiare di buttar via tutto. Se vuoi andare in Europa devi trovarmi la persona giusta».
Affidare le deleghe del Piano al sottosegretario Mantovano, già oberato di lavoro tra Cdm, migranti e servizi segreti, rischia di essere un azzardo. E non trova conferme l’ipotesi di spartire tra Giorgetti e Leo i dossier di Fitto, così tanti e importanti da aver suscitato invidie e gelosie nel governo e nel partito.
RAFFAELE FITTO E IL SIMBOLO DEL SUO MOVIMENTO
E se i nemici mettono in giro la voce che negli anni da parlamentare europeo e co-presidente del gruppo Ecr «non è riuscito a imparare l’inglese», gli amici lo descrivono come l’unica vera carta che la leader della destra può giocarsi. […]
3 - FITTO, L'ASPIRANTE CALCIATORE CHE STUDIA DA COMMISSARIO "GIORGIA LO SA, SONO PRONTO"
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
raffaele fitto silvio berlusconi
È pronto a dire sì. Con l'equilibrismo democristiano che richiama i suoi esordi nello scudo crociato. Ora che si è scoperto candidato solitario a commissario europeo, quel dna politico torna conveniente. Per questo a chi ha avuto modo di sentirlo nelle ultime ore, Raffaele Fitto da Maglie, la città che ha dato i natali ad Aldo Moro, ha risposto sempre allo stesso modo: «Qualsiasi cosa deciderà Giorgia, per me va bene».
È più di una disponibilità: è un affidamento totale alla volontà della premier, che di "Raffa" si fida a tal punto da avergli affidato le relazioni con Bruxelles e i 194,4 miliardi del Pnrr. Un atto dovuto dopo che è stato lui, nella scorsa legislatura, a prepararle il terreno in Europa, guidando da capogruppo l'avanzata dei Conservatori nell'emiciclo di Strasburgo.
Per questo, nelle ore frenetiche dei negoziati per i top jobs, Fitto è la "carta" della necessità. E quella che conviene di più a Meloni, soprattutto se alla fine sarà Ursula von der Leyen a guidare la nuova Commissione europea.
È con lei che il ministro con quattro deleghe (Affari europei, Pnrr, Coesione e Sud) ha coltivato nell'ultimo anno e mezzo la postura della mediazione, mentre in Italia i colleghi sovranisti al governo imprecavano contro l'Europa cattiva. È toccato a lui sobbarcarsi l'ingrato compito di ripetere in patria che non si può remare contro l'Ue.
raffaele fitto e giorgia meloni ad aosta
«A Ursula cosa dico, che prima ci siamo impegnati a fare una cosa e poi abbiamo cambiato idea?», è il ritornello che più di un ministro si è sentito ripetere quando ha provato a perorare cause ardite. Qualche volta ha vinto lui, come sul passaggio al mercato libero dell'energia. Altre volte ha fatto dietrofront rispetto agli auspici iniziali: fosse per lui, l'Italia avrebbe dovuto adottare la direttiva Bolkestein per mettere a gara le concessioni balneari senza battere ciglio.
RAFFAELE FITTO DA BAMBINO CON IL PADRE SALVATORE
[…] Figlio d'arte, poi cultore della terza via: lontano dagli eccessi del berlusconismo, dal quale alla fine si è staccato. Mai vicino ai rigurgiti fascisti che riecheggiano, oggi, dentro FdI. Anche se la modalità "quarta gamba" del centrodestra non sempre è stata fortunata. Ma poi è arrivato l'incontro con Giorgia, «che è la più brava», come ripete a chiunque gli chieda un commento sulla premier.
Ora è pronto a traslocare a Bruxelles. E pazienza se il Pnrr ha di fronte ancora due anni in cui bisognerà spingere sull'acceleratore. Lui, il regista del Piano, è convinto che oramai il grosso è stato fatto: la revisione - è il ragionamento - ha ingranato la marcia giusta verso l'estate del 2026. […]
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