
MEGLIO DEI SOPRANOS – IL “COMPLOTTO” PER FAR CADERE SILVIO? PER RE GIORGIO IL BANANA FECE TUTTO DA SOLO – “MOSTRÒ DI COMPRENDERE, RESPONSABILMENTE, LA INEVITABILITÀ DELLE SUE DIMISSIONI” – MONTI: “IL MIO GOVERNO NAQUE DAL PASSO INDIETRO GENEROSO DI BERLUSCONI”
Dino Martirano per il “Corriere della Sera”
Il 17 novembre 2011, il governo Monti si presenta al Senato: con lo spread alle stelle e il rischio default al 40%, si insedia l' esecutivo di emergenza nazionale voluto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Dopo il passo indietro di Silvio Berlusconi, arriva dunque il governo tecnico che poi «ha consentito all' Italia di non fare la fine della Grecia», tanto per usare le parole del professor Mario Monti (già commissario della Ue per due mandati) che 4 anni fa fu raggiunto a Berlino dal centralino del Quirinale: «Avrei piacere di vederla domani, a Roma», disse il capo dello Stato.
Quattro anni dopo, l' ex presidente Giorgio Napolitano ha scritto a Sergio Fabbrini (direttore della School of Government della Luiss) che ha promosso un «convegno scientifico» con i protagonisti di quella parentesi senza partiti a Palazzo Chigi durata 529 giorni. Fino al 28 aprile del 2013.
BIGLIETTO DI NAPOLITANO A PAOLO ROMANI CONTRO BERLUSCONI
Scrive Napolitano, dopo avere ricordato che anche il presidente del Consiglio in carica, Berlusconi, «mostrò di comprendere, responsabilmente, la inevitabilità delle sue dimissioni»: «Ho serena coscienza di avere, in quella congiuntura eccezionale, servito l' interesse dell' Italia, assumendomi le mie responsabilità e agendo nell' ambito dei miei poteri».
Poi l' ex capo dello Stato reagisce contro i teorici del «complotto»: «È la prima volta che torno su queste vicende per contribuire alla riflessione... Non ho invece ritenuto degne di commento o di replica le presunte ricostruzioni in chiave "complottistica" del periodo 2011-2013, che sono state messe in circolazione con dovizia di mezzi pur risultando grossolanamente manipolative e mistificatorie dei fatti realmente accaduti e palesemente, perfino ridicolmente, strumentali».
Alla Luiss (l' Università della Confindustria) ci sono quasi tutti i ministri tecnici di Monti.
Ascoltano la ricostruzione di Napolitano Paola Severino, Fabrizio Barca, Renato Balduzzi, Elsa Fornero (collegata da Torino), Giampaolo Di Paola, Anna Maria Cancellieri, Enzo Moavero Milanesi, Filippo Patroni Griffi, il sottosegretario Antonio Catricalà. Monti (che cita pure Vittorio Grilli) li vede sfilare e, ironico, osserva: «Non è una adunata sediziosa, è solo un convegno scientifico...».
Il professore ricorda l'«appoggio morale e umano» offerto da Napolitano. E fissa alcuni paletti: 1) il governo Monti nacque grazie al «passo indietro generoso di Berlusconi (spinto anche dall' implosione del centro destra) e realizzò il programma di riforme che lo stesso esecutivo Berlusconi aveva formalizzato alla Ue con una lettera».
2) «Non fui indicato a sorte.
Pubblicamente, a Cernobbio (il resoconto è in un articolo di Fubini sul Corriere ), davanti ad Alfano, Casini ed Enrico Letta dissi che le riforme difficili - pensioni, lotta alle evasione, un po' di patrimoniale - potevano passare solo se presentate come "pacchetto"». 3) I partiti «ci hanno fatto perdere un sacco di tempo» perché, pur appoggiando il governo, «a Palazzo Chigi non volevano farsi vedere tutti insieme». 4) «Ci ho provato a inserire i politici nel governo. Non ci sono riuscito. Loro avevano il problema della foto di famiglia. È stato uno svantaggio... ma anche un vantaggio».
BOLDRINI - NAPOLITANO - GRASSO - MONTI
Barca preferisce un'altra ricostruzione: «L' Europa non si fidava di Berlusconi...». Elsa Fornero dice di avere sofferto e accusa pure il Pd di averle impedito di andare alle feste dell' Unità a spiegare le riforme del lavoro e delle pensioni; Paola Severino cita la riforma della geografia dei tribunali e si morde la lingua sulla legge che porta il uso nome: «Fu votata con grande consenso». Enzo Moavero spiega che stiamo sprecando un terzo dei fondi europei 2013-2014.
«Quale rapporto tra tecnici e politici?», insomma. Monti, nominato senatore a vita da Napolitano prima dell' incarico, la mette così: «Non mi piace la definizione "governo tecnico". Con noi, però, l' Italia si è salvata. L' unico paese meridionale della Ue che l' ha fatto da sola».
Ma Roberto Calderoli (Lega) non è convinto: «Nel 2011 ci fu un attentato alla Costituzione».