DELL’UTRI SU GIANNI LETTA: “E’ UN PEZZO DI MERDA!” - L’EX DIRETTORE DELLA BIBLIOTECA DEI GIROLAMINI DI NAPOLI DE CARO PRIMA DI ESSERE ARRESTATO E’ STATO INTERCETTATO PER MESI - MOLTO AMICO DI DELL’UTRI, CHIEDE L’OK PER UN EMENDAMENTO SALVA-CHIESA SULL’IMU - SPUNTA UN “INTERVENTO” DI PASSERA PER FAVORIRE GLI AFFARI IN ITALIA DEL GRUPPO AVELAR-RENOVA, CONTROLLATO DA UN MILIARDARIO RUSSO - LETTERE IMBARAZZANTI PER D’ALEMA CHIUSE IN QUALCHE CASSETTO?...

1 - DELL'UTRI E LE MOSSE PER SALVARE LA CHIESA DALL'IMU
Lancio Stampa "l'Espresso"

Una lobby in grado di condizionare parlamentari, imprenditori e burocrati di altissimo livello, interferendo perfino sul governo Monti. Presunto burattinaio, il senatore Marcello Dell'Utri. Braccio operativo, Massimo De Caro, ex «consulente speciale» di due ministri dei Beni culturali, arrestato il 24 maggio con l'accusa di aver rubato centinaia di libri antichi dalla Biblioteca dei Girolamini a Napoli, di cui era diventato direttore tra molte polemiche.

Mentre i magistrati partenopei continuano a indagare sui maxi-furti addebitati a De Caro (che dopo il ritrovamento a Verona dei primi 257 preziosi volumi, ora è sospettato di averne trafugati più di 2.200), la Procura di Firenze ha scoperto le carte di un'altra inchiesta. La nuova accusa che accomuna De Caro e Dell'Utri è una presunta corruzione: tangenti per favorire l'espansione in Italia del gruppo Avelar-Renova, un colosso dell'energia controllato da un miliardario russo con base in Svizzera.

Seguendo la pista degli affari i carabinieri del Ros hanno intercettato De Caro per mesi, fino all'arresto per i libri rubati. Le telefonate considerate rilevanti svelano la sua rete di relazioni nei ministeri e nello staff di Palazzo Chigi. Un ruolo conquistato grazie al legame con Dell'Utri e i parlamentari più fedeli al senatore, che nel '93-94 fu il creatore del partito-azienda di Berlusconi.

IMU ALLA CHIESA
Il 25 febbraio Dell'Utri è all'estero in attesa del verdetto per mafia. Alle dieci di sera De Caro gli chiede la sua approvazione a un «sub-emendamento sull'Imu della Chiesa» presentato dal senatore Salvatore Piscitelli: «Dove c'è un vincolo dei Beni culturali, non si deve pagare l'Imu... Ovviamente la Chiesa è d'accordo. Palmizio ha sentito il ministro Ornaghi che è contentissimo».

Dell'Utri è «d'accordissimo»: «E' una cosa di giustizia, sottoscrivo». De Caro aggiunge: «Monti ha tagliato anche le agevolazioni per le dimore storiche, mentre noi con l'emendamento diciamo che deve continuare l'esenzione». Dell'Utri approva, «perché ci interessano le cose della Chiesa». L'unico problema è interno al Pdl: De Caro vorrebbe pubblicizzare «una delle prime cose che ha fatto la nostra corrente del Buongoverno», ma «Letta voleva andare dall'associazione delle dimore storiche a dire: vi ho difeso io». Al che Dell'Utri s'infuria: «E' un pezzo di m...».

PASSERA E LA REGIONE
Il 27 gennaio De Caro fa il punto su un progetto di Renova in Basilicata: «Oltre al politico nazionale, lì è intervenuto, sul presidente della Regione, il ministro Passera, perché ha ricevuto una telefonata molto minacciosa dall'ambasciatore russo, dicendo che se non avessero dato questa concessione, avrebbe creato problemi tra Italia e Russia». De Caro racconta spesso balle che gli fanno comodo. Certo è che l'oligarca Vekselberg è davvero protetto da Putin.

D'ALEMA E LA LIBIA
In gennaio De Caro tenta di ispirare un dossier contro Massimo D'Alema. Come presunta fonte cita l'amico pugliese Roberto De Sanctis, che lavorò con lui per i russi. «Roberto ha organizzato viaggi in Libia su mandato dell'altro quando era ministro, con aerei privati, per fare contratti con la società del gas libica. Ci sono anche scambi di lettere. Poi l'hanno presa nel sedere perché era calato il gas». Anche queste parole vanno prese con le pinze: l'amico di Dell'Utri può avere interesse a screditare D'Alema. Ma in altri casi De Caro parla direttamente con i politici.


2 - L'INTERCETTAZIONE...
Lancio Stampa "l'Espresso"

Massimo De Caro ha rapporti confidenziali con Sergio De Felice, già al Consiglio di Stato, ora nello staff di Palazzo Chigi con il sottosegretario Antonio Catricalà.
I carabinieri li intercettano il 4 febbraio 2012. De Felice chiama per sapere se «un giovane advisor di Edison» sia davvero «amico del dottore», alludendo a Dell'Utri. De Caro pensa di sì e «verificherà». Poi parlano di nomine e lobby.

De Felice : «Ma è bravo questo ministro?».

De Caro: «Diciamo che Galan era cattivo...».

De Felice : «Figurati. E Nastasi è sempre lì?».

De Caro : «Sì però, sai, il ministro c'ha quell'attenzione molto cattolica, per cui non vuole che si muova niente, così almeno è sicuro che non si facciano errori. Quindi anche noi...».

De Felice : «Tu stai sempre là?».
De Caro : «Sì, mi ha riconfermato».

De Felice : «Bene (...). Io invece sono molto contento: sono consigliere giuridico alla presidenza del Consiglio. Catricalà mi ha affidato la moglie, capo del dipartimento amministrativo... Ci sono state pure un po' di polemiche...».

De Caro: «Marito e moglie...».

De Felice: «Lì passa tutto, per esempio l'Expo di Milano... Io sto avendo contatti con lei e Peluffo che è l'altro sottosegretario dopo che s'è dimesso Malinconico... Lavoro due-tre giorni pieni. Magari ci vediamo. Questo ti piace?».

De Caro: «Molto».

De Felice: «Catricalà prima mi propose cose importanti, poi da luglio ho capito che non s'è potuto muovere più di tanto... Ma dopo che in sei anni ho fatto il capo legislativo di quattro ministeri, il tempo è breve, volevo giocare in modo diverso».

De Caro: «Hai fatto una buona scelta».

De Felice : «La moglie è molto garbata, brava, però va supportata giuridicamente... Ti dico la verità, Massimo, ora è tutto molto più importante, perché le nomine, gli enti, i commissariamenti passano di lì... Tutta l'attività amministrativa passa di lì. Allora, praticamente, io riesco a fare lobby in senso positivo... molto più che all'interno di un ministero».

De Caro: «Buona come cosa».

De Felice: «Senti, caro, fatti vedere».

 

MARCELLO DELLUTRI gianniletta BIBLIOTECA DEI GIROLAMINI A NAPOLI jpegBIBLIOTECAGIROLAMINI SEQUESTRATA (FOTO ADNK)massimo de caro

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO